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Lotito a valanga: “Clima ostile toglie serenità a squadra, ma non mollo. Ogni anno sborsiamo milioni”

Di autogol in autogol. In campo e fuori. La Salernitana conferma di avere una preoccupante tendenza all’autolesionismo. Ad acuire la distanza mai così profonda col proprio tessuto stavolta ci pensa Claudio Lotito. Il co-patron rompe il lungo silenzio in cui s’è trincerato nelle ultime uscite salernitane scegliendo le pagine dell’edizione nazionale del quotidiano “Il Mattino” per rilasciare una lunga intervista. Il ritornello però è lo stesso ripetuto mille e più volte e che non soddisfa più la piazza. Lotito svaria come al solito a 360°: dagli albori della rinascita fino ai trofei raggiunti in Serie C passando per la scarsa affluenza allo stadio e la multiproprietà. La solita litania che svia dal dibattito del momento: perché la Salernitana, pur investendo cifre ingenti sul mercato, non riesce a scrollarsi dall’anonimato della classifica?

“Non c’era neanche un pezzo di carta quando ci iscrissero in Eccellenza, prima del ripescaggio in Serie D – ha esordito Lotito, ricordando che questo sarà l’anno del centenario della fondazione del club – Abbiamo delle idee per quella data e vorremmo svilupparle per i tifosi. Il vero dodicesimo uomo in campo. Il mio non è un appello, ma un invito a riflettere sulla necessità che vi sia compattezza in questo ambiente se davvero si vogliono raggiungere degli obiettivi. Il ragionamento è più articolato e parte dalla considerazione sui cent’anni della Salernitana, in cui vi è serie C al 90 per cento, qualche comparsa in serie B e due apparizioni in sere A. Io e mio cognato stiamo compiendo significativi sforzi dal 2011 per rendere forte e inattaccabile questa società, per are una continuità gestionale che è mancata a Salerno, dato che vi sono stati due fallimenti. E, a proposito della squadra, questo è il quarto campionato in B. Il risultato si raggiunge se c’è compattezza, non se emerge discrasia. Contestazioni a priori tolgono serenità a staff tecnico e squadra. Questi condizionamenti creano problemi, Colantuono e Vitale sono gli ultimi esempi. E’ stato l’allenatore a voler lasciare non perché avesse problemi con la società o la squadra, ma perché non sopporta pressioni che sconfinavano in offese. Mi ha detto: ‘Ma lei come fa?’ Io non ho di questi problemi perché non mi lascio intimidire da certe situazioni. Io non mollo, sono pronto al muro contro muro. Presi un impegno con il sindaco dell’epoca di Salerno e lo mantengo. Per gli allenatori o i giocatori è diverso. Sa quanti hanno deciso di andare via, o di non venire, per le pressioni della piazza? L’ultimo è stato Vitale, che si era stancato di essere continuamente beccato”.

Lotito replica a chi lo accusa di non voler portare la Salernitana in Serie A e conferma di non aver alcuna intenzione di vendere la società: “Sono balle, messe in giro ad arte. E’ vero il contrario perché se avessi intenzione di lasciare la Salernitana dovrei aspettare la promozione in A per cederla al migliore pezzo. Avrei tutto l’interesse, dunque. Sia chiaro che il prezzo lo stabilisce chi cede e non chi acquista. Nel caso della Salernitana, peraltro, non c’è nulla. Mi arrivano voci su cordate e su ipotetiche offerte per pochi milioni… Di concreto, zero. E poi: sa quanti milioni abbiamo messo io e mio cognato in questo club? Venti. E alla fine di ogni stagione ne tiriamo fuori quattro o cinque per arrivare in pareggio. Le aspirazioni sono legittime, però bisogna confrontarsi con la realtà: chi è alto un metro e cinquanta non può pensare di diventare di un metro e ottanta. E occorre anche fare i conti con la storia di questo club, con i risultati che ha ottenuto. Noi siamo partiti dalla D, abbiamo vinto tre campionati, la Supercoppa e la Coppa Italia di Lega Pro, mai vinti prima nella storia della società. Tutti vorremmo conquistare la Champions, però…”. Parole che sicuramente non faranno breccia nel cuore della tifoseria, anzi. Negli ultimi bilanci chiusi in attivo, peraltro, la Salernitana ha fatto cassa con le plusvalenze e con introiti pubblicitari dalla Lazio e non con ricapitalizzazione da parte dei soci.

Lotito prosegue: “La gente vuole la A? E come? Disertando lo stadio?  Quando sono arrivato a Salerno, mi dicevano: ‘Preside’, vada in B e verremmo in 25mila allo stadio Arechi’. Dove sono? Io non li ho visti? Ma di più mi preoccupa un certo clima che c’è intorno alla squadra e che le fa male. Non so se qualcuno abbia interesse ad alimentare certi comportamenti. Io vengo poco a Salerno, seguo tutte le partite in tv. Penso a costruire, a rendere sempre più solide le fondamenta di questa società affinché il progetto possa essere solido nel tempo. A che servirebbe fare per un anno la cicala correndo il rischio di un fallimento? Vi fossero un’offerta reale e un progetto economico convincente, sarei disponibile a fare un passo indietro per il bene collettivo”. Lotito non chiarisce a che prezzo, ma implicitamente conferma di non voler ascoltare offerte inferiori ai 20 milioni di euro.

Sull’organico allestito e su Gregucci: “Anche qui va fatta una riflessione che non riguarda soltanto questa stagione. Prendiamo Donnarumma: gli allenatori della Salernitana non lo facevano giocare, è andato a Brescia e ora è il capocannoniere del campionato. All’Arechi sono passati giocatori che sono diventati protagonisti in serie A, ad esempio Luiz Felipe e Strakosha. E da questo gruppo altri sicuramente prenderanno il volo: Di Gennaro e i due Anderson. Noi non cerchiamo i nomi, piuttosto valutiamo la qualità e l’adattabilità della squadra. Ho compreso e rispettato la decisione di Colantuono, adesso mi aspetto che Gregucci possa fare altri buoni risultati a Salerno, come il successo della Coppa Italia in Lega Pro. Bisogna fare i conti anche con l’ambiente, che qui è certamente appassionato ma non è facile. Vi è la tendenza, quando le cose non vanno per il verso giusto, a criminalizzare. E’ un grave errore perché ci vuole tempo per fare bene un lavoro. Al di là dei risultati, aspetto che Gregucci dia un’impronta caratteriale che serva ai giocatori nei momenti di difficoltà. Questi ragazzi, con grandi potenzialità, hanno bisogno di un supporto. Faccio questa riflessione esclusivamente per loro perché io ho un carattere forte: combatto, non soccombo. Per fortuna, quello che io e mio cognato facciamo viene riconosciuto da un’ampia parte della tifoseria salernitana, anche da chi vive lontano dalla città. Quale sarebbe questo business che avremmo fatto? Quali sarebbero i vantaggi che avrei ricavato? Io ho preso un impegno e vado avanti perché sono lineare, serio e concreto. Quei quattro o cinque milioni che tiriamo fuori io e mio cognato sono come quei pezzi di carta che si buttano nel fuoco del camino. E questo sarebbe un business? Non c’era un intessere economico alla base del nostro investimento. Per fortuna c’è chi tali sforzi li apprezza, anche confrontando la solidità del nostro club con quello che accade altrove: ma avete visto che fine hanno fatto società anche di nome? E allora perché non creare un clima sereno intorno alla squadra, una compattezza che favorisca i risultati. Questi sono ragazzi, condizionati anche da quello che esce sui social: il problema non riguarda me perché io uso ancora vecchi telefonini, quelli che mandano segnali di fumo. Questi giocatori parlano tra loro e ci sono alcuni che non hanno voluto muoversi dalla Lazio. Un peccato perché Salerno ha una passione viscerale verso la squadra, con pochi riscontri altrove. Ed è a questi tifosi che vorremmo dare grandi soddisfazioni. Esistono i tifosi, che sono la stragrande maggioranza, quelli che hanno passione e sentimento e il singolo della propria squadra stampato sul cuore. Poi c’è una sparuta minoranza di persone che nulla hanno a che vedere con le prime e utilizzano il tifo per fini e scopi diversi da quelli calcistici inquinando un ambiente fatto di famiglie che vanno allo stadio per tifare per la maglia. Si sono create problematiche che niente hanno a che vedere con lo sport e ne ho parlato anche recentemente al ministro dell’Interno. Situazioni endemiche in tutte le curve, quelle che ho cominciato a conoscere quando sono arrivato alla Lazio. E a Roma siamo riusciti a cambiare le cose”.

Sul mercato di gennaio: “Calaiò ha grande esperienza e potrà dare un supporto alla squadra anche all’interno dello spogliatoio, aiutando i compagni. Anche Lopez contribuirà a rendere la rosa più coriacea, a darle più carattere. Sulle prospettive della Salernitana sono ottimista. Purtroppo dobbiamo confrontarci anche con problemi inattesi come gli infortuni. Visto cosa è accaduto alla Lazio l’altra sera? Avremmo potuto giocarcela diversamente contro il Siviglia se non ci fossero stati tanti giocatori fuori”.

Chiusura sul centenario: “Ci stiamo preparando con una serie di iniziative che stiamo studiando per dare un senso alla continuità del progetto che ho avviato con mio cognato, diventato vicepresidente della Lega di serie B proprio perché è stato riconosciuto il nostro lavoro. Noi abbiamo reso stabile in questa categoria la società che dirigiamo, La proprietà è nostra, però una squadra di calcio è un sentimento che appartiene a una tifoseria e a una città. Un bene comune che noi, gli amministratori, abbiamo il diritto e il dovere di proteggere. Bisogna preservare la storia e tramandarla alle nuove generazioni partendo dalla stabilità societaria. E’ un lavoro che feci anche alla Lazio, dove partii da un indebitamento di 550 milioni: quel club è sempre più in crescita. Io rispetto i tifosi che pagano per venire allo stadio, tifano e ci rispettano. Perché devo anche ricordare che questa società ha stroncato un malcostume: quando l’Arechi era pieno, tantissimi non pagavano. Salerno torni ad essere il vero valore aggiunto”.

2 Commenti

2 Commenti

  1. mai satellite della lazio

    16/02/2019 at 11:07

    Adesso se avete LE PALLE fate i giornalisti seri e sbugiardate per filo e per segno questo signore soprattutto sui soldi spesi e sborsati tutti gli anni..senno’ cambiate mestiere o continuate a fare semplicemente cronaca anziche’ inchiesta! Basta leggere, sapendolo fare, i bilanci degli ultimi anni (..e per bilanci intendo quelli di entrambe le SUE SOCIETA’)
    Mi auguro che la tifoseria (la stragrande maggioranza che piu’ non sopporta queste BALLE) risponda per le rime e prepari una dura contestazione senza se e senza ma per il finire del campionato …QUESTA STORIA HA DA FINIRE! In serie C a vita ma con dignita’!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    p.s. se poi tutta questabpantomima sia servita a fissare il prezzo a 20milioni bene ..ma non credo ci sia qualcuno diapostona sborsarli dato che la Salernitana non li vale

    • Michele

      16/02/2019 at 13:40

      Non fare il capo popolo…Parla per te…

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