Connect with us

News

A Maradona non è riuscito l’ultimo dribbling di una vita spericolata

Il contributo di Enzo Casciello, giornalista salernitano, ex capo servizio del quotidiano “Il Mattino” che ebbe l’onore – parole sue – di raccontare la prima partita, sia pure amichevole, di Maradona con la maglia del Napoli (Siena-Napoli), dell’estate del 1984.

L’ultimo ineffabile guizzo ha messo a sedere anche la vita. Diego Maradona ha sempre dribblato. Tutto e tutti, nessuno si è sottratto al suo magico estro in campo e fuori dal campo. Una sfida continua la sua. Agli avversari che gli tagliuzzavano le gambe e al mondo convenzionale che ne ammirava la classe ma si smarriva di fronte ad ogni eccesso comportamentale: El Pibe de Oro non faceva né sconti né prigionieri. A questo verbo di vita ha dedicato tutto se stesso, incurante di ogni censura, fino a divenire prigioniero del suo alter ego. Il gusto dell’unicità lo tirò fuori anche nella sua amicizia con Fidel Castro. La cultura e la finanza occidentali risero a denti stretti. Uno strano scherzo del destino ha accomunato l’asso argentino al Líder Máximo. Sono morti entrambi il 25 novembre, Fidel 4 anni or sono. E non a caso a un altro campione di sregolatezza, George Best, capitò di morire il 25 novembre del 2005.
Un anno e mezzo prima del trionfale arrivo a Napoli e al Napoli Vasco Rossi lanciò il suo primo grande successo. Il brano “Vita spericolata” finì paradossalmente penultimo al Festival di Sanremo del 1983. Maradona gli avrebbe poi dato lustro e magari potuto rivendicare i diritti d’autore nei confronti dell’ineguagliabile rockstar romagnola. Incarnò ogni parola di un testo che, con opportune e dolorose varianti, profumava di sontuosa biografia. Se n’è andato “Dieguito” e non ci sono solo lacrime napoletane. L’argentina era sempre ai suoi piedi, lo ha seguito anche nell’ultimo disperato tentativo di non infilarsi lui – il re del calcio – nel tunnel di fine corsa. Lucciconi e malinconie si intrecciano in un vibrante gioco di emozioni. E saltano agli occhi tutti gli attimi di una carriera irripetibile, altro che Pelè. E poi i flash del fuori campo, con i tormentati amori e le discusse frequentazioni che nemmeno la “mano de Dios”, quella che beffò la supponenza britannica a Mexico ’86, riuscì mai a mettere in ordine.
E dunque non c’è più il più grande calciatore di tutti i tempi. Mai discusso, sempre osannato e perennemente omaggiato per il lussuoso contributo allo spettacolo. Di Diego si è parlato e scritto molto. Ci si è intrufolati nella sua vita privata con la leggiadria di un elefante. L’aspetto umano? Non era umanità quella di Maradona? Il suo è stato un innocente e forse inconsapevole tributo alla debolezza, genuino e convinto. Si è sempre messo a nudo, come faceva negli spogliatoi dopo una vittoria. Ed ha palesato il coraggio di un campione in tutto…

(foto in alto da pagina Facebook SSC Napoli)

Dì la tua!

Pubblicando il commento, dichiario di aver letto accuratamente il regolamento e di accettarlo per intero, assumendomi la piena responsabilità di ciò che scrivo. Presto il mio consenso al trattamento dei dati personali, ai sensi del d.lgs. N. 196/2003. La mia identificazione, in caso di violazione delle regole e di eventuali responsabilità civili e penali, avverrà tramite indirizzo IP e non tramite nick o indirizzo email sottoscritto.

La tua opinione conta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.





Advertisement

Seguici su Facebook

Advertisement

Altre news in News