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Amarcord Vannucchi: il ‘cazziatone’ di Ciccio Rocco, il pugno alla stufa e le derapate con la Barchetta

Fuoriclasse in campo e fuori, Ighli Vannucchi è sicuramente uno dei calciatori più amati della storia recente e non della Salernitana. Fantasista toscano dal tocco magico, le sue giocate sono rimaste impresse nella centenaria storia granata, a partire dal gol col Vicenza che tenne accese le speranze di permanenza in Serie A della truppa di Francesco Oddo.

In una chiacchierata tra aneddoti di pesca e incursioni del piccolo Duccio (che al calcio preferisce la danza) il fantasista di Prato, con indosso la terza maglia della stagione 1998/1999 ha anche analizzato il difficile momento vissuto da tutti, calciatori inclusi: “Bisogna eliminare il concetto di calciatore e rispettare questa quarantena per alleggerire il compito dei medici. La situazione al Nord è molto complicata, dobbiamo restare in casa per chiudere questa brutta vicenda”.

Il ritorno in campo non sarà semplice per nessuno, neanche per Vannucchi che a 42 anni gioca ancora nella terza categoria lucchese con la maglia dello Spianate: “Per me sarà un disastro, i professionisti stanno cercando di allenarsi in casa ma è sicuramente una situazione difficile. Sono i politici a dover prendere decisioni, mi fa strano vedere che con la situazione che si era sviluppata in Cina non siano stati presi provvedimenti. Probabilmente una scelta drastica all’inizio avrebbe fermato l’emergenza in minor tempo”.

“Sono un ex calciatore anomalo perché non seguo il calcio – ha confessato l’ex Empoli interrogato sulla Salernitana di Ventura – Credo che la società abbia le intenzioni di fare bene, il popolo granata è esigente e meriterebbe il gradino superiore ed è quello che mi auguro. I tifosi sono semplicemente delusi come lo siamo noi italiani. I tifosi sono vincolati ad una società e quando non ci sono motivazioni ci spegniamo. Nel caso della Salernitana non è scattata la scintilla per portare le persone allo stadio. A me piace il rettangolo verde, ho sempre giocato per passione  e probabilmente è quello che trasmettevo in campo. Ora che sono fuori il contesto esterno non mi fa impazzire e sono tornato a giocare perché ne avevo voglia”.

Il passato invece lo ricorda con piacere: “Il gol che ricordo con più affetto è sicuramente quello del 2-1 sul Vicenza, inoltre è stato il mio unico gol di testa in carriera. In quel momento preciso mi sono legato a Salerno, la palla fu spinta in porta da tutti. L’altro gol al Vicenza (in Serie B nella stagione 1999/2000) fu frutto di un gesto tecnico importante, un dribbling secco, un’accelerazione e un tocco di precisione. C’era tecnica, potenza e tanto altro. Ci fu un altro gol bellissimo di cui non parla mai nessuno, fu quello del 3-0 al Piacenza della stagione 2000/2001, partì da centrocampo, saltai due tre avversari e segnai.

Sono stati due anni e mezzo davvero intensi, peccato per quella retrocessione dalla Serie A perché la squadra era davvero molto forte, avremmo potuto aprire un ciclo importante perché eravamo tutti giovani e facevamo calcio spettacolo, la prospettiva era meravigliosa. Disputammo un girone di ritorno mostruoso, avevamo una media punti da zona Champions, purtroppo sprecammo il girone d’andata. Abbiamo pagato tantissimo l’inesperienza e la programmazione, c’era tanta euforia e ci ritrovammo in ritiro con 35 calciatori”.

Vannucchi ha potuto apprezzare alcune sfaccettature di Salerno anche lontano dal terreno di gioco: A Parco San Matteo c’era la mia prima casa di Salerno e ricordo che per entrare nel parco, dopo essere uscito a Mariconda, c’era una curva a novanta gradi e la facevo sempre col freno a mano tirato con la mia  Fiat Barchetta. Ho lasciato una città bella e l’ho trovata ultimamente bellissima. Ricordo la serenità nel girare per strada, le persone sono davvero calorose. Ogni volta che scendo mi sento come in ‘Benvenuti al Sud’, mi fanno godere come un riccio”.

Ricordi piacevoli ma anche qualche momento di tensione: “Ricordo una contestazione al campo di San Cipriano Picentino, fummo rinchiusi negli spogliatoi e Ciccio Rocco diede un colpo ad una stufetta a gas piegandola in due. Feci una figuraccia perché mi suonò il cellulare, c’era tanta tensione, ci prendemmo un ‘cazziatone'”.

Qualche screzio ci fu anche con la società: “Rientrato dalle Olimpiadi ci fu un problema con la società, mi dovevano rinnovare il contratto ma ciò non avvenne e ci fu un po’ di maretta. Mi presi una settimana di riposo perché ero reduce da un viaggio lunghissimo e tornai in una partita delicatissima contro il Siena, Oddo voleva farmi giocare da esterno a tutti i costi ed ero un po’ arrabbiato. Ci fu un acquazzone impressionante e la partita fu sospesa, quando si riprese a giocare tirai fuori dal cilindro una prodezza deviando in sforbiciata un tiro di Fusco destinato in cielo”.

Grazie all’ippocampo Vannucchi ha vestito anche la maglia azzurra: “L’esperienza in Nazionale è uno dei ricordi più belli della mia carriera. Da giovane rappresentare l’Italia nel mondo ti inorgoglisce, poi ho avuto la fortuna di vincere l’Europeo con calciatori del calibro di Pirlo e Gattuso, ho fatto le Olimpiadi di Sidney. L’azzurro è un qualcosa di unico”.

Altri ricordi dell’esperienza all’ombra dell’Arechi: “Ho sempre cercato di vivere l’attesa alla partita in maniera molto serena. Facevo un calcio-tennis nella palestra con Di Vaio, Di Michele, a volta entrava anche Gattuso che tecnicamente soffriva ma ‘Gatto’ aveva un carisma eccezionale, dove non arrivava con la tecnica arrivava col cuore. Mi sento tantissimo con Luca Fusco, è una persona semplice come piace a me”.

E in questi giorni di quarantena obbligata Vannucchi sta trovando il tempo da dedicare alla famiglia e alle passioni: “La mattina cerco di dormire il più possibile, dopo mi occupo delle spedizioni dei miei e-commerce di pesca e abbigliamento poi rientro e trascorro la giornata tra Playstation e Netflix. La pesca è una cosa che unisce, quando noi pescatori ci incontriamo sembra che ci conosciamo da una vita e lo stesso dovrebbe accadere nel calcio dove vedo troppo astio. Il calcio va vissuto con intensità e passione ma dopo il triplice fischio tutto deve finire con un abbraccio, un panino e una birra”.

Infine un consiglio ai tifosi granata su come trascorrere un po’ di tempo a casa: “Riguarderei sicuramente Salernitana Vicenza 3 2. Eravamo sotto di due gol contro la prima in classifica che nel primo tempo ci fece una capa tanta’ ma nella ripresa gliela facemmo noi”.

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