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Calaiò-Jallow, prove tecniche d’intesa: nuovi modulo e partner, il gambiano è rivitalizzato

Se due indizi fanno una prova, tre gol danno la sensazione di aver imboccato la traccia giusta. Gregucci ha rivoltato la Salernitana come un calzino e finalmente i risultati stanno arrivando. Quantomeno per ciò che concerne l’attacco e nello specifico le prestazioni di Lamin Jallow. Il gambiano ha realizzato tre gol nelle ultime tre uscite e contro la Cremonese ha spezzato il digiuno all’Arechi che durava praticamente da un intero girone. Il nuovo vestito tattico – quello di seconda punta – sembra quello più appropriato all’ex calciatore del Cesena che ha tremendamente faticato quando schierato da unico riferimento avanzato offensivo. Per caratteristiche, infatti, Jallow ama decentrarsi sull’esterno, convergendo da sinistra verso destra per andare al tiro sul piede naturale. Negli spazi in campo aperto la sua velocità può essere devastante, come dimostrano la quarta rete ad Ascoli ed il raddoppio con la Cremonese.

Ma nella rinascita di Jallow c’è tanto anche di Emanuele Calaiò. Pur non più giovanissimo, l’attaccante palermitano è un punto di riferimento fondamentale per la squadra e per il partner d’attacco. Il suo carisma, la sua esperienza ed il suo curriculum anche inconsciamente incutono quel pizzico di timore in più ai difensori avversari che contribuisce ad alleggerire l’attenzione sui compagni. Gol ad Ascoli a parte, Calaiò ha dato un prezioso contributo contributo in fase di impostazione con la sua capacità di difendere la palla ed allargare il fronte facendo guadagnare campo e metri alla squadra. Quello che difettava tremendamente nel recente passato, in primis nella gestione Colantuono, quando tra le punte e il resto della squadra spesso c’era una frattura di diversi metri. Contro la Cremonese si pensava ad un turno di riposo, ma Gregucci gli ha chiesto gli straordinari malgrado una condizione ancora non ottimale. Ciò che manca a Calaiò è il ritmo partita, l’abitudine a disputare gli interi 90 minuti di gioco a ritmi diversi rispetto all’allenamento. Ritmo che si acquisisce soltanto giocando, per questo Gregucci ha pensato di non privarsene costringendo Djuric all’ennesima panchina che sa – se non di bocciatura – quantomeno di sentenza. Anche a Perugia lecito attendersi la conferma del terzetto offensivo avanzato con André Anderson a supporto della coppia Jallow-Calaiò. Un brasiliano, un gambiano ed un siciliano: sembra una filastrocca, la speranza è che a continuare a sorridere siano solo i tifosi granata.

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