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Calcio fermo, stipendi ai giocatori tagliati? Società riflettono, Aic punta al rientro in campo

pallone

Tagliare gli stipendi dei calciatori per contenere il danno economico provocato dal conoravirus che ha fermato il campionato. Tra le mille supposizioni che si stanno facendo in questi giorni di totale confusione, spunta anche un’indiscrezione lanciata da Calcioefinanza che, rivela il portale, è già nei pensieri di deversi club che hanno chiesto ai propri legali di approfondire il tema.

Una scelta in stile Nba, perché lo statuto americano prevede una clausola molto simile a quella che favorirebbe la FIGC nel prendere una decisione che in questo momento appare comunque estrema. Le franchigie americane, si legge nel contratto collettivo stipulato nel 2017 dai cestisti a stelle e strisce, hanno la possibilità di trattenere circa l’1% degli stipendi dei propri giocatori per cause di forza maggiore. Oggi l’Nba è ferma e potrebbe adottare questa misura, in Italia si continua a pensare.

Il primo procedimento sarebbe naturalmente avviare un dibattito con l’AIC che però al momento allontana quest’ipotesi: “Non penso sia possibile una soluzione stile Nba”, ha detto ai nostri microfoni il vicepresidente Umberto Calcagno. “Ferie e stipendi dimezzati al momento non sono nei nostri pensieri, la nostra priorità è concludere la stagione. Anche oltre il 30 giugno”, ha poi aggiunto, allontanando almeno momentaneamente questo dibattito che sicuramente però si potrebbe presentare in caso di annullamento del campionato. Se non si dovesse più giocare, allora gli scenari sarebbero completamente diversi, ma al momento l’ottimismo dell’Aic sulla regolare conclusione dei vari tornei fa galleggiare nel limbo questo pensiero di alcune società soprattutto di Serie A.

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