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“C’è bisogno di tutti”: mini turnover in vista con un gruppo granitico. Kastanos e Verdi on fire

“C’è bisogno di tutti, anche di chi gioca meno”. Mai come in questo momento, con la terza gara in otto giorni, non si può escludere un (mini) turnover: a Davide Nicola servono focus e accelerazione dei cosiddetti comprimari per due motivi. Il primo è far sentire tutti partecipi del percorso verso un’impresa che avrebbe dell’incredibile, il secondo è evitare di logorare oltremodo le migliori risorse tecniche a disposizione.

Gruppo granitico

C’è bisogno di ogni pedina, anche di chi sembra sparito dai radar. Il positivo ingresso di Gagliolo a Genova nel finale e la buona prestazione di Obi a Roma sono un esempio. Proprio le assenze di questi ultimi rompono un po’ le uova nel paniere di Nicola, che domenica ritroverà Mazzocchi e Djuric dopo le rispettive squalifiche ma non ha un’alternativa vera e propria a Ranieri sulla sinistra. L’ex di turno è affaticato come Radovanovic e potrebbe rifiatare (clicca qui per leggere) ma Ruggeri è ancora out e Jaroszynski non assicura lo stesso rendimento dell’ex foggiano, che sta chiudendo ogni partita anzitempo o con i crampi. Nicola, in ogni caso, sembra riuscito a cementare il gruppo ancora più. Cosa lampante dagli spalti della Dacia Arena, nel vedere tutta la panchina in piedi nei concitati minuti finali, prima e dopo la rete vittoria. E se anche il quarto portiere, Antonio Russo, sui social posta foto e status di speranza (“crediAmoci“) vuol dire che almeno questa missione è compiuta. È propedeutica a quella finale, più difficile.

Mini turnover e abbondanza dalla cintola in su

Se squadra che vince non si cambia, attenzione ora all’abbondanza in attacco: FR7 (“Ha fatto una partita incredibile per 70 minuti, non era facile tenere certi ritmi”, l’elogio di Nicola per sottolinearne lo spirito di sacrificio) vorrebbe dimostrare di poter essere trascinatore verso un’impresa contro la sua ex squadra, ma dovrà fare i conti con il rientro del bosniaco. Per la serie “risposte positive” da chi gioca meno nell’ultimo periodo, dove trovare posto a Verdi, match winner di Udine che reclama spazio? Dove li metti, i fantasisti? Già, il fantasista. Un’altra etichetta che al trainer non piace. “Intendete dire seconde punte, esterni, mezzali. Cosa vuol dire fantasista?”, rispose piccato in sede di presentazione, a febbraio. Bonazzoli è il partner ideale di Djuric, Ribéry potrebbe essere utile nella ripresa, con gli avversari più stanchi, mentre Verdi potrebbe essere arma a sorpresa sull’out mancino con licenza di accentrarsi e cercare soluzioni gol.

Il cipriota ritrovato

Occhio anche alle fatiche dei centrocampisti: Kastanos scalpita, Lassana Coulibaly è parso lievemente in calo mercoledì e anche Bohinen può rifiatare. Il cipriota, dopo l’erroraccio di Roma, è stato protagonista di un buon impatto in ingresso a Genova, come a Udine, dove ha riconquistato con grinta il pallone che ha poi generato il contropiede del gol di Verdi. Attenzione anche alla sua candidatura, da mezzala o anche sorprendentemente da esterno. Non è da escludere il passaggio al 3-4-1-2. Attenzione anche a Perotti: magari non dall’inizio, ma l’argentino potrebbe finalmente ritrovare il campo un mese dopo l’infortunio al soleo, dopo due partite in panchina che gli sono servite a tornare a respirare l’aria di agonismo

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