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Cento(uno) anni di solitudine: lo Stadio Arechi riapre nel deserto

Il silenzio prima del…silenzio. La Salernitana riabbraccia lo Stadio Arechi ma i gradoni sono vuoti e senza rumore anche Via Allende fa meno paura. I granata in campo si sono bloccati, solo 1-1 con il Pisa e due punti in meno che avrebbero potuto aggiustare notevolmente la classifica del cavalluccio. E invece, proprio nel secondo tempo, alla Salernitana è mancato qualcosa: rabbia e determinazione, dice Ventura, ma anche la spinta del pubblico che nel momento decisivo avrebbe potuto caricare Djuric e compagni verso la vittoria.

Centouno anni di solitudine. Il pomeriggio dello stadio Arechi è iniziato prestissimo, già due ore prima della partita. In ordine, l’arrivo delle due squadre, degli arbitri, dei patron. E poi nessuno più. Nei giorni di gara all’esterno dello stadio c’è caos, ansia, aspettative. File per i tornelli, arrivi dell’ultimo minuto e chiacchiere di attesa. Invece, nel calcio post covid, l’aria prepartita ha un sapore tutto diverso. Prima di Salernitana-Pisa un buon numero di forze dell’ordine ha perlustrato la zona, per evitare che qualche tifoso si potesse presentare per supportare la squadra anche dall’esterno. Naturalmente non il dispiego che si vedeva prima del lockdown e soprattutto nessun lavoro extra per la polizia. Ieri allo stadio non ci sono stati assembramenti né curiosi, sembrava un qualunque pomeriggio di giugno. Qualche sportivo faceva jogging (con gran coraggio visto il gran caldo), gli incaricati della nettezza urbana svolgevano il proprio lavoro. E poi nessuno più.

Alle 18, quindi, il fischio di inizio nel gran silenzio. Le urla di Ventura e D’Angelo hanno mantenuto il ritmo alto, ma con il sole anche la Salernitana è calata alla distanza. E senza dodicesimo uomo, in gare così, è difficile fare la differenza. Prima della fine del campionato i vertici del mondo del pallone vorrebbero riportare i tifosi (almeno una parte) allo stadio. Nel frattempo, l’Arechi resta deserto e la Salernitana in campo sola. È il calcio post Covid, nulla può essere come prima.

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