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Cessione società, classifica farà oscillare prezzo: ancora niente offerte, ma sotto scadenza…

Empoli, Venezia, Napoli e Lazio prima della sosta e della… deadline societaria. Un ciclo di quattro partite importantissime per recuperare terreno in classifica, ma anche per dare un prezzo alla Salernitana. L’andamento sportivo della squadra da qui al 15 novembre, seconda deadline per la presentazione delle offerte per l’acquisto del club fissata dai trustee poco più di due settimane fa, sarà molto influente sul tenore delle proposte.

Ancora niente offerte: si va al rush finale?

Non ne sono ancora arrivate di nuove e vincolanti, stando a quanto rivelato ieri dal quotidiano Il Mattino: i trustee starebbero continuando a dialogare con gli unici tre soggetti che concretamente, pur non trovando conferma di congruità dagli incaricati alla vendita, hanno formulato proposte ufficiali entro la prima scadenza di fine settembre. Proposte non bocciate, ma… rimandate, da rivedere perché contenenti condizioni e paletti fissati dai potenziali acquirenti che i trustee non hanno ammesso. Limandole, eliminandole (se c’è reale interesse da parte dei tre, e pare ci sia) è possibile immaginare che almeno un paio tra i due gruppi stranieri e la finanziaria italiana possano adeguarsi. Ci sarebbero anche altri soggetti che avrebbero manifestato un interesse. Ma, senza false illusioni, finché non arrivano le offerte ufficiali, timbrate e credibili, lascia tutto il tempo che trova. Questo tipo di offerte, pur con tutti i limiti del caso, è stato presentato dai soli tre soggetti di cui sopra. E ora, con le prossime quattro gare da giocare in costanza di periodo di raccolta offerte per l’acquisizione del club, è possibile che qualsiasi interessato, anche il più facoltoso, presenterà una proposta irrevocabile a partire da lunedì 8 novembre, nel rush finale dell’ultima settimana utile. Solo un’ipotesi, intendiamoci, solo ragionamenti alla luce di date e fatti. Non c’è palla di cristallo.

L’andamento influenzerà il prezzo

Melior Trust e Widar Trust, nella nota del 5 ottobre scorso, tra le altre hanno chiarito che è in vendita “il 100% del capitale sociale U.S. Salernitana 1919 s.r.l. nello stato di fatto e di diritto in cui si trova”. Cioè in Serie A. Ma ci sono anche delle prospettive, per chi compra. Che potrebbero essere di speranza, da bicchiere mezzo pieno, qualora il bottino di punti fosse soddisfacente e consentisse ai granata di restare in ballo per la salvezza con tutte la altre concorrenti. Viceversa, vorrebbe dire farsi staccare dalle altre e restare quasi irrimediabilmente sul fondo. Pleonastico sottolineare come il prezzo cambierebbe a seconda dell’eventualità: più vicino al “prezzo minimo di vendita determinato al fine di perseguire lo scopo per il quale il Trust Salernitana 2021 è stato costituito” (come da punto 1 dell’ultima nota di Isgrò e Bertoli) in caso di andamento più spedito, più basso se malauguratamente la squadra restasse sempre più desolatamente sul fondo. Chi andrebbe ad acquistare, sarebbe costretto quindi a pensare più concretamente a una retrocessione (o a investimenti monstre sul mercato di gennaio per tentare il miracolo). Dunque, sarebbe disposto a offrire meno per l’acquisto secco. A quel punto, anche i trustee dovrebbero… adeguarsi: il “prezzo minimo”, mai rivelato chiaramente ma vicino ai 40-45 milioni, è stato infatti individuato con due perizie super partes effettuate in estate, a campionato non iniziato e a mercato ancora finito. Logico che quel riferimento oggi possa cambiare. Attenzione al paradosso teorico: una Salernitana molto attardata nella corsa salvezza costerebbe di meno e potrebbe essere quindi più facilmente vendibile a chi acquista, immaginando l’incasso del paracadute (10 milioni) e una serie di tagli nelle spese. Ma nello stesso tempo, la Serie A porta almeno 30-35 mln di diritti tv, incassi e quant’altro. Mica poco.

Il bilancio

Prima di vendere, occorre approvare il bilancio al 30 giugno 2021. Nessun compratore chiuderebbe l’affare senza la chiusura di questa operazione. La Salernitana ci sta lavorando alacremente da settimane con Ugo Marchetti e il direttore finanziario, Luigi Aiudi. Il club è nei tempi: anche in altre precedenti occasioni, senza l’assillo della vendita, le assemblee per l’approvazione dei bilanci si sono tenute tra fine ottobre e inizio novembre. Ci sarebbe in teoria anche l’ulteriore proroga post Covid che consente di arrivare fino a fine dicembre, ma è chiaramente una strada percorribile solo da aziende “normali”. Non per la Salernitana, che deve invece accelerare. Il consuntivo di massima è verosimilmente disponibile nella famosa data room, la stanza virtuale aperta per le consultazioni dei documenti societari da parte degli interessati all’acquisto. Però, un conto è avere i… conti ufficiosi, un altro è avere quelli ufficiali. Marchetti e Aiudi, che sulla carta non possono avere contatti con la vecchia proprietà, sono al lavoro anche con l’ausilio dei dipendenti amministrativi della società per ricostruire le operazioni effettuate nella scorsa stagione sportiva. Non mancano le difficoltà nell’anomalia di un esercizio da chiudere al 30 giugno, con un contratto di trust costituito cinque giorni prima. Entro fine mese, in ogni caso, il documento dovrebbe essere pronto e approvato.

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