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Chiancone: “Giusto ripartire da Menichini. Salerno merita museo permanente per raccontare la storia”

Salernitano verace come pochi, Roberto Chiancone ha giocato in granata per tre stagioni dal 1981 al 1984 e negli anni ha spesso affrontato da avversario la squadra della sua città. Presente alla mostra Salernitana 100 organizzata dall’associazione 19 giugno 1919, il navigato tecnico esprime il proprio pensiero su questa splendida iniziativa, partendo dall’oggetto che lo ha colpito di più: “Innanzitutto lo statuto della costituzione della Salernitana, è un reperto eccezionale. Ovviamente, da calciatore, mi incuriosiscono le maglie. Perché qualcuna di queste le ho indossate. Poi, per non essere patetico, mi è ritornato in mente quando affrontavo la Salernitana da avversario e vedere gli spazi dedicati ad Agotino Di Bartolomei che non c’è più, ad esempio, mi hanno dato un effetto particolare. Bellissima, dunque, l’iniziativa di avere questo museo sulla Salernitana, non manca niente. Mancano solo i giocatori che non ci sono più. Mostra permanente? Serve per trasmettere una cultura, una storia della Salernitana. Il tifoso non è chi fa casino, ma chi segue con passione la propria squadra, è anche un fatto educativo per trasmettere le tradizioni e gli usi che ci sono nel calcio”

Centenario della Salernitana, Chiancone è stato uno degli ospiti della festa di Piazza della Concordia: “Per me la Salernitana ha un significato particolare. A sette/otto anni andavo a piedi allo stadio in quanto abitavo a Piazza Portanova; poi a 15-16 anni mi arrampicavo nei distinti, facevo anche io il portoghese. La Salernitana ha un effetto speciale, qualcosa di bello che ti emoziona. Spero che la mostra divenni qualcosa di perenne, come un museo. Ad esempio in Spagna a Barcellona e a Madrid visitano gli stadi e i musei legati alla storia; magari chi viene a Salerno ha anche l’opportunità di visitare questa mostra e di conoscere la storia della Salernitana e di una città che merita e che guarda al futuro con una certa speranza di fare il salto in più in categoria”

Sull’attualità e sugli errori da non commettere nella prossima stagione, Chiancone è abbastanza risoluto: “Sebbene la squadra sia stata costruita con giocatori di nome e valore, ma non di gamba, in quanto è una squadra anzianotta in alcuni reparti, è una formazione che non doveva salvarsi in uno spareggio. Capitano annate in cui fai una grande squadra e il risultato non ti arride. La società puntava ai playoff, ma gli è andata male. Conoscere le motivazioni sul perché questa squadra non abbia rispettato le aspettative non è semplice, quando le cose vanno male è facile trovare appiglio. Questa società, in ogni caso, ha portato Salerno dalla D alla B in poco tempo. Tuttavia, questi anni sono stati difficili, con salvezze giunte al rotto della cuffia. Spero che per l’anno prossimo la società possa fare qualcosa di meglio”.

Su Menichini, suo collega, in grado di conquistare a Salerno due salvezze ai playout e una promozione dalla C alla a B: “Giusto ripartire da lui. Menichini è un uomo assennato: riesce a guidare un gruppo di gente esperta, infatti con il suo avvento Calaiò e Rosina non hanno giocato. Ci voleva gente con un po’ di gamba e di corsa. Non per togliere meriti a loro due, ma sono calciatori giunti quasi al capolinea e che ormai devono essere sostenuti da una squadra che li suppporta perché non hanno più dinamicità di una volta”

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