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Colantuono, niente svolta. Ma la situazione è cristallizzata anche in panchina

L’avventura bis di Stefano Colantuono sulla panchina della Salernitana non ha prodotto la svolta immaginata da Ugo Marchetti e Mariano Fabiani. Stesso rendimento del predecessore in termini di punti e, all’occhio, qualcosa in meno sotto l’aspetto del temperamento, della voglia di lottare in campo, da sempre punto di forza delle squadre di Fabrizio Castori. Che, almeno per il momento, non sembra tuttavia in predicato di tornare sulla panchina granata. Ma mai dire mai.

I continui cambiamenti di uomini e scacchieri tattici dell’attuale allenatore – a volte obbligato, altre meno – hanno evidenziato una certa difficoltà. Un punto ogni due gare è veramente troppo poco, al di là del calendario difficile. Al pronti-via, lo sbandamento contro l’Empoli aveva dato già segnali indicativi in tal senso. La posizione del tecnico romano, insomma, non è solidissima. Regge, però, anche e soprattutto per la mancanza di alternative. Certo, le attenuanti infortuni e calendario per il momento hanno composto un alibi che il traghettatore Marchetti e il diggì Fabiani hanno fatto valere. Ma dopo il ko contro il Milan alcune riflessioni sarebbero nate in seno alla reggenza del sodalizio granata. Restano, però, fini a se stesse. La sensazione è che, a meno di eventi clamorosi, si andrà inevitabilmente avanti ancora con Colantuono nelle prossime gare, nella speranza che l’ex mister dell’Atalanta riesca a tirar fuori qualcosa (pur con tutte le attenuanti del caso) in questo rush finale del girone d’andata.

Il noto problema societario della Salernitana, però, non consente chissà quali acrobazie. La situazione è cristallizzata, in attesa di conoscere notizie (si spera positive) dai trustee e dalla Federcalcio. Per ora, insomma, non si azzarda alcun cambio in panchina prima di conoscere l’orizzonte anche solo a breve termine. Del resto, un club che si autofinanzia e che ha una data di scadenza impressa sulla schiena, peraltro molto vicina, non può neppure ipotizzare di caricarsi un terzo contratto sul groppone. Né un qualsiasi allenatore di categoria, pur bramoso di rientrare in pista, accetterebbe di guidare la Salernitana oggi, senza prospettive, con una squadra bisognosa di almeno 7-8 rinforzi (anche qui punti interrogativi d’obbligo, dipende da cosa accadrà in chiave società) e con un ultimo posto poco rassicurante. Attenzione anche al calendario: Firenze potrebbe essere anche fatale in caso di malaugurata sconfitta, in un campionato normale. Considerando però le vicissitudini del club granata e le partite ravvicinate che seguiranno però (Genoa in Coppa Italia il 14, Inter il 17, Udinese il 21), la sensazione è che Colantuono avrà la possibilità di giocarsela fino alla trasferta friulana. Dopodiché, il bivio: se il mister sarà riuscito a tenere la squadra “agganciata a un certo tipo di classifica”, bisognerà sperare in un diradamento delle nubi societarie per investire un briciolo sul mercato. Viceversa, occorrerà tentare carte di svolta. Sportivamente disperate, a quel punto, a prescindere dal cambio di proprietà.

La Salernitana e la dirigenza navigano a vista, perché a stretto giro potrebbe essere azzerato tutto. Allora si aspetta, provando a raccogliere quel che si può da qui a fine anno, magari qualche punticino prezioso e insperato. La vittoria di Venezia, al momento, è rimasta solo un lampo nel buio per Colantuono, animato dalle migliori intenzioni dopo tre anni di astinenza, ma scontratosi subito con le difficoltà di questa avventura. Difficoltà che Castori sembrava aver pianificato, pur con tutti i limiti di un calcio tutt’altro che spumeggiante ma estremamente pratico. Curiosità: secondo Il Mattino oggi in edicola, per il dopo Castori era stato contattato anche Claudio Ranieri, prima che firmasse per il Watford: la Salernitana aveva ricevuto il secco no del tecnico che, peraltro, aveva anche sparato cifre fuori portata. Situazione cristallizzata.

 

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