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Copa America, che finale! Per Calil “vince il Brasile”, ma Merino crede nel Perù: “Vogliamo fare la storia”

I più forti contro la rivelazione del torneo, i favoriti della vigilia contro un popolo intero che sogna un altro Maracanazo. Copa America ultimo atto, alle ore 22 si gioca Brasile-Perù. I verdeoro hanno fatto percorso netto, nessun gol subito nel torneo ma nelle fasi a eliminazione diretta tanta fortuna e qualche polemica arbitrale (del resto si gioca sempre in Brasile). L’unica partita da Brasile del Brasile è stato il 5-0 nel girone proprio conto il Perù che però, da quella batosta, non si è più fermato buttando fuori Uruguay e Cile. E adesso sogna lo sgambetto leggendario.

Anche Salerno guarderà la finale di Copa. La comunità brasiliana si prepara per festeggiare, ma il Perù ci crede. E in città c’è chi canterà forte l’inno della bicolor. Sono stati tanti i brasiliani a vestire il granata, pochi però a restare nel cuore dei tifosi. Caetano Calil ci è riuscito, vincendo un campionato di Lega Pro con Menichini riportando il cavalluccio in B. Se si dice Perù, invece, la mente non può non viaggiare e ricordare il magico mancino di Roberto Merino che una volta conosciuta Salerno non l’ha più lasciata. Calil e Merino, uniti dal talento ma divisi da 90 minuti (o forse più). C’è Brasile-Perù, anche Salerno si divide.

Dove vedrai la partita? E con chi?

Calil: “La seguirò in Brasile. Faremo una grigliata qui a casa mia con la famiglia e gli amici”.

Merino: “Vedremo la finale a casa di mio fratello, con uno chef brasiliano, Gilberto, che ha un noto ristorante a Salerno e un mio amico di origini brasiliane, Fefè, che gioca nell’Olympic Salerno”.  

Cosa significherebbe vincere per il tuo paese?

Calil: “Vincere sarebbe importantissimo per tirare su il morale dei brasiliani. Dopo tanti anni di delusioni, la gente è carica e vuole tornare a sorridere, anche se la partita sarà molto difficile”.

Merino: “Sarebbe incredibile, la Copa America ha la stessa importanza dell’Europeo. Il Perù ha vinto due volte la Copa negli anni ’70, ma sarebbe una gioia infinita per il popolo peruviano. Non riesco neanche a descriverlo”.  

Come finirà secondo te?

Calil: “Per me finisce 1-0 con gol di Firmino”.

Merino: “Domanda particolare e difficile, secondo me si va ai rigori. Cosa ha detto Calil? Che vince il Brasile? Allora io dico 1-0 Perù con gol di Pablo Guerrero che è mio grande amico”.

Hai già pensato a come festeggiare in caso di vittoria?

Calil: “Non abbiamo nulla ancora in mente. Ad ogni modo qui si pensa solo ad una vittoria del Brasile, considerando il livello delle due rose, anche se il calcio riserva sempre tante sorprese“.

Merino: “Tanta, tantissima birra e soprattutto tanti cori. Le finali sono finali, sono sempre partite emozionanti. Voglio festeggiare anche con i miei amici brasiliani, con tutti”.  

La Salernitana ha deciso di ripartire da Ventura. Può essere la scelta giusta?

Calil: “Mi dispiace per Menichini. É la terza volta che gli riesce un miracolo, ma i suoi sforzi non sono stati riconosciuti. Dispiace perché è una grandissima persona, certe cose lasciano un po’ di amaro in bocca. Ventura? Salerno è una piazza difficile, non serve il miglior allenatore ma un gestore capace di capire la gente e di lavorare sull’aspetto mentale della squadra. Bisogna fare i conti con la passione dei tifosi che hanno voglia di vincere. Ventura non lo conosco personalmente, ma se lo hanno ingaggiato vuol dire che può fare al caso della Salernitana”.

Merino: “Sto sentendo qualche commento negativo, ma Ventura è una persona che, nel bene o nel male, ha fatto tanto nel calcio italiano, soprattutto tra Bari e Torino. Poi ha raggiunto la Nazionale e non è stato facile, è un allenatore che ha molto esperienza e in una piazza come Salerno può fare cose importanti. Non sarà un anno di sofferenza, su questo ne sono quasi sicuro. Non è semplice giocare e allenare a Salerno, la pressione e la responsabilità sono enormi. Tutti a Salerno parlano di Salernitana, la piazza è caldissima. Speriamo che sarà una bella annata, vorrei che Lotito e Mezzaroma riuscissero ad acquistare elementi forti che riescano a trovare simbiosi con la piazza e capiscano la responsabilità di indossare la maglia granata. Sicuramente non si può fare peggio delle ultime dieci partite della scorsa stagione, mi sono preoccupato vedendo la gara con il Cosenza ed era l’anno del Centenario. Non si poteva retrocedere. Mi auguro sia l’anno della svolta, vorrò sempre bene alla Salernitana”.

A cura di Lorenzo Di Domenico e Paolo Siotto

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