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Coppa Italia 2021/22, start a Ferragosto: invitati solo club di A e B

Una Coppa Italia diversa, più snella e più accattivante per le televisioni. Il consiglio della Lega Serie A, organizzatrice della manifestazione, ha deliberato ieri la rivoluzione della competizione tricolore con un taglio di ben 38 squadre a partire già dalla prossima stagione: le  partecipanti saranno 40 dal 2021/22 (le 20 di Serie A e altrettante di B), con l’estromissione delle 29 di Lega Pro e delle 9 di Serie D fino a questa stagione considerate.

L’obiettivo della Lega Serie A è quello di rendere più appetibile la competizione per le emittenti tv, dunque ricavare qualcosa in più dalla vendita dei diritti fin dall’estate, ma anche di creare spazio nel calendario: la Coppa Italia inizierà infatti il 15 agosto e vedrà in campo subito dodici team di massima serie. Così facendo (presumibile il ritorno alla formula delle gare di andata e ritorno magari già dai sedicesimi o dagli ottavi) il calendario può respirare: le squadre di A che entrano in scena ad agosto e non a novembre fanno sì che nel cuore della stagione possa esserci più spazio per riposare. Non si è fatta attendere la reazione di Francesco Ghirelli, numero uno della Lega Pro: “La decisione della Serie A di escludere le squadre di Lega Pro dalla Coppa Italia non solo viola diritti consolidati, ma è espressione di una concezione elitaria del calcio, incapace di avere una visione di sistema. Lunedì è convocato il Consiglio direttivo della Lega Pro, che adotterà ogni iniziativa per tutelare i diritti delle proprie squadre e per salvaguardare una cultura del calcio che sia rispettosa dei valori più autentici dello sport. Innovare è giusto, ma salvando la coesione del sistema calcio”, ha detto in una nota.

Una decisione che si allontana ancora di più dal modello inglese, che allarga invece la partecipazione a molte squadre delle divisioni inferiori, consentendo loro di “sognare” anche solo per una sera, ospitando blasonati sodalizi della Premier League. La svolta dovrà essere comunque ratificata dalla Figc, che potrebbe offrire comunque una sponda alle lamentele della C.

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