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Cronaca di un epilogo annunciato: capolinea Gregucci, Cosenza “passeggia” e vince

Più che riavvolgere un nastro incompiuto, vogliamo ripartire li’ dove ci eravamo fermati. Nel punto in cui la penna che ci accompagna ad “esprimere” concetti di tecnica e di tattica non emozionano e non si sviluppano in modo adeguato. Concetti che più volte abbiamo ribadito non reggono più.

Citiamo letteralmente la conclusione del nostro articolo all’indomani del match disputato allo Zaccheria pochi giorni fa: “Il Foggia terzultimo (come il Padova ed il Carpi già retrocessi) ha dominato la Salernitana che non è più una squadra e che per onestà professionale non merita, oggi, la categoria. Non esiste tattica che regga, le teste non irradiano nessun tipo di segnale. Domenica è l’ultima possibilità e senza vie d’uscita, l’unica sarebbe lo spettro degli inferi della serie C!”.

Dei giocatori della Salernitana, dal primo all’ultimo della rosa non possiamo aggiungere altro, senza distinzioni e senza classifiche di responsabilità e demeriti. Sulla gestione tecnica, ormai passata, esprimiamo un senso di tristezza, un velo di pudica tenerezza verso un uomo colpevole e lasciato terribilmente solo quale Angelo Gregucci. E che paga per tutti, in classico stile italico ed ancor più salernitano.

Della società non ne abbiamo le competenze, perché riusciamo solo ad analizzare quello che vediamo e che si sviluppa sul rettangolo di gioco. Del Cosenza apprezziamo l’onestà professionale di una squadra umile, organizzata da un tecnico come Braglia esperto, piacevole e competente.

I lupi calabresi schierati in un mutevole e oleato 352 esprimono un misto d’esperienza e gioventù spregiudicata. Forti dell’obiettivo già raggiunto, giocano una partita di allenamento, grazie alla corsa di D’Orazio e Bittante sulle corsie esterne, l’inventiva e la velocità di Tutino, la tenacia e la tecnica di Trovato. Il tutto impreziosito dalla luce abbagliante di un giocatore di un’altra categoria che non appartiene certamente a squadre che lottano per questi obiettivi, quel Palmiero classe ‘96 scuola Napoli che ben presto avrà modo di esprimersi e frequentare palcoscenico di ben altro valore. “Era l’ultima possibilità, l’alternativa sarebbe lo spettro degli inferi della serie C!“. Salernitana, ora si fa tremendamente complicato…

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