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Da “qualche alibi” a “zero alibi”: percorso in salita, Salernitana parte con falle da colmare

C’è molto da lavorare. Al di là della sconfitta in sé, che fa male perché è pur sempre una gara ufficiale, dispiace che la Salernitana si sia presentata incompleta, rimaneggiata e largamente inadeguata alla prima sfida ufficiale della stagione 2022/23. Senza mezzi termini, se parla il campo: la squadra vista ieri sera – pur falcidiata dagli infortuni – non è presentabile per il campionato di massima serie. Ovvietà di cui anche Davide Nicola e Morgan De Sanctis sono a conoscenza.

Al momento alcuni alibi per la società ci sono: su tutti, gli infortuni di diversi elementi che sarebbero stati titolari (Bradaric, Radovanovic, potenzialmente Mamadou Coulibaly, ovviamente Lovato), i ritardi di Sambia e Gyomber e soprattutto il mal di pancia di Mazzocchi su cui il club puntava ciecamente. Tuttavia, l’anomalia del campionato che sta per iniziare, praticamente a Ferragosto, doveva imporre un’accelerata sulle trattative. Il calcio sarà pure d’agosto, ma metterà in palio già punti veri, pesanti, che la Salernitana non può permettersi di lasciare per strada. Si ripeterebbero gli errori dell’anno scorso, quando si iniziò a giocare a marzo. Non si sa se ti va bene tutti gli anni. Il rammarico aumenta perché l’ossatura c’era ed era importante, quella che l’anno scorso aveva condotto alla permanenza in categoria. Dal 22 maggio sembra passato un secolo: la base c’era, servivano 4-5 innesti per alzare l’asticella e vivere una stagione con meno patemi. Si è voluto parzialmente resettare e molto ha chiaramente influito l’allontanamento di Sabatini. Solo poche righe, perché il passato è pur sempre passato: per come è maturato, il suo addio ha pesato tanto nello sviluppo delle faccende granata negli ultimi mesi; la Salernitana ha perso anche tanta leadership interna ed esterna, nei rapporti con procuratori e calciatori. De Sanctis ha dovuto incassare tanti rifiuti: ha detto di essersi seduto a tavoli importanti con autorevolezza ed a testa alta, vero, ma il problema è che per il momento si è alzato anche molte volte a pancia vuota. Le trattative portate a termine finora, alcune lodevoli, non assicurano la completezza d’organico che i tifosi auspicavano. C’è tempo di riscattarsi anche per il giovane dirigente abruzzese, competente e sicuro di poter fare un buon lavoro a Salerno nella sua prima, vera esperienza dietro la scrivania da “titolare”.

La falla più grande? Il mancato arrivo del sostituto di Ederson, un mese dopo la sua cessione. Mancano, più genericamente, centrocampisti: una squadra che gioca con tre uomini lì in mezzo non può presentarsi con quattro-cinque disponibili all’inizio del campionato, di cui almeno due messi inizialmente nell’elenco dei cedibili come Capezzi e Cavion ed un altro, Kastanos, ripreso solo una settimana fa e che non ha il ritiro nelle gambe. Contro il Parma sono scesi in campo calciatori che – oggettivamente e con il massimo rispetto, perché l’impegno non è mancato – con il campionato di massima serie hanno poco a che vedere. Urge rimpolpare l’organico. De Sanctis ha parlato di quattro innesti da fare da qui alla fine del calciomercato, però probabilmente ne serviranno almeno due in più. Sono andati via i due calciatori più forti tecnicamente come Ederson e Verdi, mentre i calciatori offensivi arrivati – Botheim e Valencia – hanno bisogno di un fisiologico assestamento: potranno avere grosso potenziale, ma vengono da paesi lontani e campionati completamente diversi. Hanno già tante responsabilità pesanti addosso. C’è tempo fino al 31 agosto e gli ultimi colpi arriveranno probabilmente in quella data. “Non vorrei arrivarci”, aveva detto il mister otto giorni fa. De Sanctis, ieri in sala stampa ad osservare la conferenza di Nicola, ha successivamente dichiarato il contrario: “Il mister non si preoccupi. Se c’è da attendere per condizioni migliori, attenderemo”.

Il direttore sportivo ha anche precisato che a fine mercato ci saranno “zero alibi”. Mancano sette giorni all’inizio del campionato e le incognite non sono poche. Nell’arco di una stagione, va detto, gli infortuni possono capitare: la profondità dell’organico si vede anche quando una panchina ti consente di sostituire i titolari con calciatori magari non dello stesso livello, ma che possano far parte di un campionato di massima serie. Con i cinque cambi la panchina è fondamentale anche senza infortuni: spesso e volentieri è proprio chi subentra a fare la differenza. In questo momento Nicola può pescare ben poco da lì.

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