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Da Venezia a Venezia, Micai riparte dove s’era fermato: le mani del portierone granata sulla salvezza

Da Venezia a Venezia. Proprio lì dove era cominciata la parabola discendente, con il grave errore sulla punizione da cui scaturì il gol di Domizzi, Alessandro Micai ha messo una pezza decisiva. Con la parata più bella ed esaltante, quella che ti vale a tutti gli effetti la meritata qualifica di eroe. Ci sono anche le manone del portierone ex Bari su una salvezza sofferta, stentata, acciuffata con le unghie e con i denti quando sembrava irrimediabilmente compromessa.

Spalle al muro, la Salernitana ha trovato la forza di reagire. Verrebbe da chiedersi perché la squadra ha dovuto attendere di cadere al tappeto per rialzarsi, ma questo è un altro ragionamento. Dopo aver preso cazzotti su cazzotti e, purtroppo, non solo in senso figurato. La deplorevole aggressione subita da Micai all’uscita dell’allenamento è stato il punto più basso da cui ripartire. “Quello schiaffo mi ha svegliato”, ha scherzato Micai dopo la partita riuscendo ad ironizzare anche su un episodio censurabile. Magari serviva soltanto un po’ di acqua e zucchero. O forse più semplicemente un allenatore capace di toccare le corde giuste ed una linfa diversa e più efficace dal mercato di gennaio.

Di certo sulla salvezza c’è anche il timbro di Micai. Decisivo, non soltanto con le parate di ieri. Perché prima del penalty calciato da Bentivoglio l’ex Bari è stato altrettanto determinante con prodigiosi e ripetuti interventi. Certo, di errori in campionato ne ha commessi anche lui. Forse troppi rispetto alle aspettative, perché quando arrivi con l’etichetta di miglior portiere della Serie B tutti si aspettano miracoli in serie. Così è stato, almeno fino alla gara di Venezia dell’andata in campionato. Quando qualcosa s’è spezzato nella testa di Micai e non solo. E forse era scritto nel destino che la salvezza della Salernitana dovesse arrivare proprio in laguna.

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