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Dazn, Mancini torna all’Arechi: “Ai granata manca ancora tanto, Salerno dovrebbe essere più indipendente”

Per il terzo anno di fila la Serie BKT sarà un’esclusiva della piattaforma satellitare DAZN. Nelle ultime due stagioni a raccontare la Salernitana, in casa e fuori, è stata spesso la voce di Riccardo Mancini. Il telecronista, con un bagaglio che svaria dalla Premier League e dalla Serie A, fino a Liga e Ligue 1, ha vissuto da vicino molte gare dei granata nello scorso torneo. Toccherà a lui battezzare la prima del cavalluccio nel 2020/21, commentando Salernitana-Reggina. È un habitué degli esordi granata all’Arechi: commentò infatti anche Salernitana-Palermo nel 2018 e Salernitana-Pescara nel 2019.

Il pubblico sabato avrebbe fatto tutta la differenza del mondo, anche per me che commenterò la gara. È una situazione triste. A Salerno ovviamente, data l’aria che si respira, immagino che non ci sarebbe stata molta gente, ma il deserto che ci aspetta è desolante. Credo che con un po’ di attenzione, come sta succedendo con le altre attività, si potranno aprire anche gli stadi. Speriamo presto. – dice Mancini ai nostri microfoni – Ricordo la prima di campionato di due anni fa col Palermo all’Arechi, fu spettacolare. Un calore enorme, lo stadio era un catino, ci fu una coreografia bellissima. Una cornice da Serie A. Il pubblico è un fattore che può dare una spinta positiva enorme ai calciatori, per lottare verso il massimo obiettivo. La contestazione attuale ovviamente diventa un handicap. La Reggina? Sarà un avversario ostico, ha un progetto affascinante, c’è un mix di giocatori vogliosi di rivalsa e di giovani. L’esperienza, il carisma di Menez e Denis con il talento di Plizzari, Delprato. La piazza poi ritrova la B dopo anni e ha tanto entusiasmo”.

Poi, Mancini riavvolge il nastro e torna sul campionato 2019/20. “La Salernitana della scorsa annata non era di certo tra le favorite per la promozione diretta, ma tra le prime otto, per qualità della rosa, poteva e doveva entrarci – dice la 33enne voce di Dazn – La squadra aveva singoli importanti per la B ed era superiore all’anno precedente. Qualcosa però è andato storto dal punto di vista mentale, nel finale di stagione c’è stato qualche problema di risultati, di continuità e di concentrazione. Serviva una mentalità vincente, da parte dei calciatori, per il grande salto, ma non c’è stata. La scelta di Ventura è stata giusta, la squadra ha fatto vedere anche bel gioco, non ‘annoiando’ i tifosi come negli anni precedenti. Serviva qualche calciatore più abituato a vincere, si è avvertita la volontà di un cambio di marcia, ma i singoli non hanno reso anche per la situazione ambientale. L’allenatore ha fatto quel che poteva, ha trasmesso esperienza ed è stato bravo a gestire i più giovani, aspettandoli; i risultati non sono stati quelli che tutti si auspicavano. Non so cosa sia successo con la società, ma poteva essere il profilo giusto a riportare in alto la Salernitana, avendo un pedigree importante. Cerci ed Heurtaux avrebbero potuto fare la differenza tecnicamente e mentalmente. Sono calciatori con un curriculum e qualità di lusso per la B. Avrebbero aiutato molto emotivamente lo spogliatoio. I problemi fisici non hanno permesso ad entrambi di sentirsi importanti e protagonisti. Sicuramente ci sono state delle note liete”. Mancini prosegue: Il giocatore più esaltante è stato Kiyine, ha tecnica e qualità da vendere, può essere devastante in B, se sta bene mentalmente. Sono curioso di vederlo in A. Akpa e Djuric sono stati una certezza, bene anche Lombardi e Dziczek mi ha stupito. Si è preso tanti minuti, pur essendo giovane, pur arrivando da un altro calcio, scalzando un veterano come Di Tacchio. Sarebbe servita una seconda punta che potesse portare altri gol, mancando anche delle mezzali che si inserivano. Detto di Cerci, mi aspettavo di più da Giannetti, Jallow ha avuto problemi con l’ambiente, Gondo è esploso tardi; poi Djuric ha fatto il massimo, ma non è un bomber da venti reti, aveva bisogno di aiuto. Difensivamente c’è stato un miglioramento, ma offensivamente serviva di più. Ci voleva una rosa più lunga e competitiva, fattore importante per fare un bel campionato”.

Adesso toccherà a Fabrizio Castori risollevare le sorti dell’ippocampo: Non sarà un allenatore che fa divertire, ma il suo calcio è pratico – sottolinea il telecronista – Il suo Carpi, nell’anno della promozione, non era una squadra spettacolare, ma molto concreta. Potrebbe essere ciò che serve ora a Salerno per quel salto di qualità atteso da anni. Chiaramente la pressione sarà altissima, sono curioso di vederlo. Ovviamente per disputare un torneo di vertice servirà una rosa all’altezza: “Tutino sarebbe un grande colpo, i ritorni dei ‘laziali’ potrebbe dare una grossa mano. La rosa avrebbe bisogno di conferme, di punti fermi. Andrebbero valorizzati i giocatori che già ci sono, i vari Micai, Aya, Di Tacchio, Djuric possono essere dei leader, guide per i più giovani; poi può starci che un allenatore abbia dei fedelissimi che vuole alle proprie dipendenze. A Salerno serve conoscere bene anche l’ambiente. Alla rosa manca tanto: un difensore, un uomo di qualità in mezzo al campo, un sostituto di Kiyine, se non dovesse tornare, e una seconda punta. Mancano dei titolari che potrebbero proiettare la squadra nel treno promozione, dove al momento per me non può entrare. La squadra però al momento è sola. Il pubblico ormai ha rotto con la società, nel mirino delle critiche continue per una errata gestione, con il nodo multiproprietà sempre al centro delle discussioni: Purtroppo c’è un po’ di confusione. Anche la Lazio, come la Salernitana ha fatto poco sul mercato. In Serie B al momento ci sono poche squadre complete, che hanno fatto un mercato importante. Molte squadre non arriveranno fatte e finite alla prima partita. Ovviamente per ora i supporter granata sono delusi perché si aspettavano, di nuovo, di più. La piazza vorrebbe sognare e lo merita, ma c’è un ipotetico progetto con il quale fare i conti. La multiproprietà è un’arma a doppio taglio, deve fare bene ad entrambe le società. A Salerno sono arrivati, da Roma, profili importanti come Lombardi, Kiyine, André Anderson; magari senza l’appoggio della Lazio queste operazioni sarebbero risultate complicate. Il tifoso ovviamente non è contento perché si sente dimenticato, vorrebbe la presenza della proprietà. Non ci si dovrebbe dimenticare che Salerno è una piazza importante e andrebbe trattata diversamente, in maniera più indipendente. Un tassista mi disse di essersi disamorato della Salernitana e questo è lo specchio della situazione, della mancanza di chiarezza della società, di amore verso la gente, del troppo immobilismo. Purtroppo è un atteggiamento che Lotito ha avuto anche a Roma. Onestamente però non credo che non si ambisca al massimo obiettivo, servirebbe semplicemente una comunicazione diversa. Sarebbe bastato poco per creare un ambiente coeso e compatto, ora potrebbe essere tardi”.

Infine, le sue previsioni sul campionato: “Ora è difficile fare pronostici. Monza e Spal le vedo uno step avanti, il Pisa potrebbe essere una sorpresa”.

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