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Delio Rossi si presenta a Palermo: “A certe squadre quando ti chiamano non puoi dire no”

Otto anni dopo, Delio Rossi torna sulla panchina del Palermo. E lo fa per vincere il campionato e andare subito in Serie A. Quattro partite alla fine, i rosanero hanno il destino nelle proprie mani: Livorno, Spezia, Ascoli e Cittadella, con quattro successi Delio Rossi ha la matematica certezza di ottenere almeno la seconda piazza che comunque vale la promozione diretta. E Delio Rossi ci crede. Oggi il Profeta ha diretto il primo allenamento, poi ha parlato alla stampa. Rivelando che ”al Palermo non potevo dire di no”. Ma non solo al Palermo a quanto pare, perché parlando del Foggia aggiunge: “Ci sono squadre alle quali se mi chiamano non posso dire di no, poi il Foggia ha fatto altre scelte. Io gli avevo dato la mia disponibilità, così come l’avrei data ad altre squadre che se mi chiamano mi mettono in difficoltà”. 

Gran parte della conferenza è naturalmente dedicata alle ultime partite di campionato ma l’esordio è dedicato a chi gli ha lasciato posto in panchina: “Il mio primo pensiero va a Stellone – ha detto l’ex allenatore della Salernitana – Sempre brutto quando si sostituisce un allenatore. Se avessi ragionato razionalmente avrei detto di no, ma quando chiama il Palermo non si può dire di no. Palermo ha vissuto un apice sotto la mia gestione e io sono andato via, ma sono sempre stato rispettato. Ero in debito“.

Subito concentrato sul campo, Rossi parla della partita di Livorno di sabato prossimo (in contemporanea con la Salernitana alle 5) con uno sguardo al campionato di B  facendo leva soprattutto sull’aspetto mentale, imprescindibile per vincere il torneo di cadetteria: “Penso che non devo stravolgere niente, a 4 giornate dalla fine non puoi intervenire sul piano fisico o cambire sistema di gioco. Puoi dargli delle dritte ma senza stravolgere. Conosco un po’ la squadra, ma un po’ di studio ci vuole. Riparto dai giocatori, facendo le scelte più accurate possibili, quelle che ti danno più garanzie. La differenza può farla anche l’ambiente. Il calcio è finanza, profitti, ma poi sul campo bisogna vincerle le partite. La gente deve stare vicino ai ragazzi, soprattutto ora nel momento della difficoltà, è un momento particolare altrimenti non sarei qui. Bisogna stringersi e cercare di fare il massimo. Non c’è futuro, non ho promesse e non me ne sono state fatte. Ci giochiamo tutto. La Serie B non è un fatto di tecnica, ma soprattutto quando questa viene messa in campo nel momento decisivo: se Juve e Ajax si incontravano due mesi fa forse andava diversamente. Il campionato si decide quando metti in campo l’eccellenza nel momento decisivo”.

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