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Di Napoli a La Città: “Castori è tosto. Salerno non merita di puntare alle stelle per poi fallire”

“È un mister tosto che sa caricare la squadra e pretende molto dai suoi calciatori”. Arturo Di Napoli descrive così Fabrizio Castori, suo ex tecnico in granata nel 2008/09. L’ex attaccante nell’edizione odierna de La Città si è espresso su varie tematiche del mondo Salernitana.

“Ha un’idea di gioco chiara, forse lontana da Ventura, ma se la società ha deciso di puntare su di lui è perché pensa che possa rappresentare un ritorno vincente. Per Castori poi questa è un’opportunità importante, vuole rifarsi dopo la retrocessione con il Trapani”, ha detto Di Napoli, prima di ricordare la stagione comune con Castori a Salerno: “Con lui ho avuto sempre un rapporto discreto, al di là del minutaggio e del mio rendimento. Lui è molto schietto, ‘pane al pane, vino al vino’. Però sa tenere unito il gruppo e soprattutto conosce l’umore e le pressioni di una piazza calda come Salerno, cosa che può essere fondamentale nel corso di una stagione”. Riguardo la scelta della società di puntare sul trainer ex Cesena, Re Artù afferma: “Sinceramente non mi aspettavo altro, anche perché bisognerebbe conoscere quali siano le ambizioni di questa società. Castori rappresenta un usato sicuro soprattutto dopo l’esperienza di Ventura, al quale era stato affidato un progetto ambizioso. Il suo addio è stato un fulmine a ciel sereno e non credo sia dipeso solo dalla delusione per il mancato raggiungimento dei playoff”.

Da ex attaccante, Di Napoli si sofferma sul reparto offensivo dei granata. “Sono tutti calciatori che hanno dimostrato tanto, soprattutto se si pensa alla stagione di Djuric e Gondo. – continua ancora Di Napoli – Tutto però ruota intorno alle ambizioni della società: se vuoi vincere bisogna puntare sui calciatori importanti, agli usati sicuri come fece Fabiani con me nell’anno della promozione in B”. Poi, un pensiero anche sulla tifoseria a cui è tanto affezionato e che ora è in aperta contestazione con la proprietà romana: “Sono legato a Salerno, forse ancora di più adesso che ho smesso col calcio e sono lontano. Ho vissuto delle emozioni forti. Per il calore e per l’affetto che questa piazza sa dare, non è giusto non avere ambizioni. Sono convinto che ciò che manca è la chiarezza, perché questa è una tifoseria matura che saprà comprendere i piani della società se si avrà l’opportunità di condividerli e cancellare il malcontento”. Infine, Di Napoli sottolinea: “L’unione fa la forza. Allo stesso tempo ai tifosi dico che Salerno non merita di puntare alle stelle per poi fallire e ripartire puntualmente dal basso. Con Lotito e Mezzaroma c’è una proprietà solida, un punto di forza che tante società possono solo invidiare. Bisogna progettare, capire che con una programmazione a lungo termine si può vincere anche con i tanti giovani che arrivano a Salerno. Però bisogna avere anche il coraggio di non rinnegare le proprie scelte al primo momento di crisi e permettere ai calciatori più giovani di potersi prendere la scena e diventare un’arma in più”.

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