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FOTO. “Quando giochi a calcio sei felice?”: maestro Sousa e l’entusiasmo dei tifosi al M.Rosy

“Lo sai chi è il miglior amico di un calciatore o di una calciatrice ? Il primo è il pallone, il secondo è il muro: pallone contro il muro, tutti i giorni, destro-sinistro, destro-sinistro”. È il consiglio di mister Paulo Sousa alla piccola Mayra che insieme al papà e al fratello si erano messi in fila per un selfie con i calciatori e l’allenatore granata. Mayra gioca a calcio, è attaccante e difficilmente dimenticherà la piccola lezione che ha ascoltato questa mattina da un professore speciale.

Insieme a lei c’era anche il mini-Ochoa, con tanto di ricci e maglia arancione del suo idolo. Ma ben presto, in attesa che uscissero i giocatori, è diventato lui l’idolo dei supporter presenti. Tutti alla ricerca di una foto…con il baby portiere che ha potuto esaudire uno dei suoi desideri: conoscere l’eroe dei pali del cavalluccio marino.

Ma l’amore di Sousa per i più piccoli sembra essere una legge non scritta, un ricambiare tutto quell’affetto, insegnando la…felicità: “Ma tu giochi a calcio? – chiede l’allenatore ad un bimboSei felice quando giochi? E allora anche quando cadrai dovrai pensare a questa felicità, così sarà più facile rialzarti…”.

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La gioia e l’entusiasmo all’esterno del Mary Rosy dopo la rifinitura pre Roma-Salernitana, sono tangibili e si respirano nonostante la pioggia. Una domenica dal sapore diverso, a salvezza (matematica) acquisita. Con l’autobus già posteggiato nel piazzale, in attesa del pranzo dei calciatori e poi del trasferimento alla stazione per prendere il treno verso la capitale, i calciatori non hanno potuto esimersi dall’ormai consueto bagno di folla.

Autografi, foto, selfie, tanti bambini emozionati e festanti. Gli abbracci ai beniamini, le chiacchiere prima del match nella capitale. Gli auguri intonati dai ragazzi presenti a Federico Bonazzoli che ha ricevuto anche una lettera: oggi è il suo compleanno, spegne 26 candeline. Alla sola vista di Boulaye Dia è poi ovviamente partito spontaneo il “pa-pa-parapapà” sul ritmo della nota canzone. L’ippocampo è tutto questo, non solo una parentesi domenicale. È la gioia negli occhi dei più piccoli che crescono e diventeranno gli adulti di domani sapendo che in un angolo non troppo nascosto di città c’è qualcosa per cui sognare e ci sarà sempre. Insomma, si scrive “passione” si legge… Salernitana.

 

 

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