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Franco Rosati ricorda Prati: “Segnava da qualsiasi posizione! Se fosse rimasto, saremmo andati in A”

“Pierino era un ragazzo, aveva diciott’anni, era ancora un bambino. Di lui non posso che avere ricordi bellissimi, riuscì subito ad essere amato da tutti”. Franco Rosati è stato bandiera e capitano della Salernitana dal 1965 al 1971, giocando 184 partite e mettendo a segno 16 gol: proprio il suo primo anno in granata combaciò con l’esperienza campana di Pierino Prati, scomparso ieri a 73 anni (clicca qui per leggere l’articolo).

“Pierino la Peste” seppe entrare subito nel cuore dei tifosi, ma anche di Tom, fratello di Franco e allenatore del cavalluccio che conquistò la promozione in Serie B nel torneo 1965/66.Mio fratello lo trattava come un figlio, andavano molto d’accordo. Gli dedicava le giornate per aiutarlo, con Bruno Carmando, a recuperare dal brutto infortunio che gli fece saltare praticamente metà campionato. – ricorda ai nostri microfoni Franco Rosati – Riuscì a rientrare in tempo per le ultime partite. Nonostante la frattura della tibia, lui manteneva sempre il sorriso, non lo perdeva mai e lavorava senza abbattersi sulle gradinate del Vestuti. Noi dal campo lo guardavamo e speravamo di riaverlo presto. Era fortissimo, si vedeva che avrebbe fatto strada. Aveva tutto, anche fisicamente, per fare il centravanti ad alti livelli: da qualsiasi posizione tirasse, riusciva a segnare. Fuori dal campo era un tipo tranquillo, non era uno di quei tipi frizzanti. Non si è mai montato la testa, come spesso può capitare quando sei l’idolo di tutti”. Il calcio gli ha dato tanto e Prati ha dato tanto al calcio, partendo dalla provincia e dal Sud. “È sempre rimasto affezionato alla Salernitana. Ci incontrammo a Salerno per una rimpatriata in occasione dei venticinque anni della vittoria di quel campionato e confermò quel legame. E ci eravamo anche scontrati da avversari un paio di volte quando lui era alla Roma e io al Pescara. Prima delle partite avevamo parlato sempre di Salerno. – prosegue Rosati – L’errore della Salernitana è stato quello di non riscattarlo, può darsi che avremmo vinto il campionato anche l’anno dopo in B: a dicembre stavamo messi benissimo in classifica, poi avemmo un crollo. I suoi gol ci avrebbero tenuto a galla”. E arrivò, dunque, la retrocessione. Il Milan chiedeva 20 milioni, troppe per le casse di “una Salernitana che a novembre già smetteva di pagare gli stipendi”, per il riscatto di Prati. Il bomber invece tornò al Vestuti da ex con la maglia del Savona, peraltro segnando. Timbrò il cartellino anche al ritorno, nell’1-0 per i liguri. “Io però non c’ero, ero in Sudamerica in tournée con il Napoli. – ricorda Rosati. Il nostro allenatore frattanto era diventato Montez che aveva rapporti con Omar Sivori, cosicché non giocai le ultime dieci partite del campionato con la Salernitana per andare con gli azzurri a giocare delle amichevoli in Perù, Bolivia, Ecuador, Venezuela. Sivori mi voleva al Napoli, poi le società non si misero d’accordo e non se ne fece più niente, Non mi sono certo pentito di essere rimasto a Salerno. Come Pierino, anche io sono rimasto tifoso della Salernitana e ho il profilo Instagram pieno di foto di quegli anni. Prati ci mancherà”.

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