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I gemelli D’Ambrosio e il legame con Salerno: “Vivaio granata era modello, che emozione domenica”

Domenica sarà impegnato nella partita col Pontedera, ma butterà sicuramente un occhio al risultato di Inter-Salernitana. Dario D’Ambrosio, gemello dell’interista Danilo, oggi veste la maglia della Carrarese (tra i compagni di squadra c’è anche l’ex granata Giannetti) dopo anni in giro per l’Italia tra Serie B e Serie C. Classe ’88, al pari del gemello Danilo, è passato per il settore giovanile della Salernitana Sport di Aniello Aliberti. “Incrociare la Salernitana per Danilo è sempre una grande emozione” racconta il gemello Dario ai nostri microfoni, “Abbiamo vissuto un periodo importante della nostra vita a Salerno, all’epoca c’era un settore giovanile davvero importante”.

In estate il ds granata Morgan De Sanctis aveva pensato proprio a Danilo D’Ambrosio, sperando di tesserarlo come giocatore italiano cresciuto nel vivaio granata (non aveva maturato i 36 mesi consecutivi tra il 15 e i 21 anni): “Sapevamo dell’interesse della Salernitana. Danilo ha bei ricordi di Salerno, non avrebbe escluso un ritorno a Salerno, ma la trattativa con l’Inter non sarebbe stata semplice anche perché a Milano si trova benissimo”.

Quella di domenica, almeno sulla carta, sarà una partita quasi impossibile per la Salernitana: “I valori delle squadre sono noti, ma la Salernitana è una squadra che sa il fatto suo ed è sostenuto da un pubblico fantastico. Per l’Inter sarà una partita difficile, così come per chiunque affronti la Salernitana quest’anno. Candreva? Danilo lo conosce, ha una grande gamba e tanta qualità. Anche Mazzocchi sta facendo bene e ha ancora margini di crescita”. Al ‘Meazza’ arriverà una Salernitana ambiziosa: “È giusto tenere i piedi per terra, ma il club è ambizioso. De Sanctis ha un passato importante e ora ci sarà l’ingresso di Ribery in società a sostegno di una proprietà forte. Insomma, ci sono tutti i presupposti per un futuro importante”.

Futuro che, inevitabilmente, deve passare per la rifondazione del settore giovanile: “Ho saputo che Colantuono vuole importare il modello Atalanta. È importante non mandare subito in prestito i giovani, ma dargli la possibilità di crescere, senza illuderli e senza bocciarli al primo errore”. D’Ambrosio, infine, ricorda proprio i tempi vissuti nel settore giovanile granata: “Ricordo gli insegnamenti di mister Viscido. Vivevamo tutti insieme al Convitto, si era creata una vera e propria famiglia. All’epoca il settore giovanile era un fiore all’occhiello della Salernitana. Del resto, noi avevamo anche altre proposte, ma scegliemmo Salerno proprio perché quel vivaio era un modello”.

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