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Beffe e sofferenze dopo una gioia attesa 23 anni. Salerno col fiato sospeso

La città aspetta. Salerno attende di conoscere il destino della sua squadra dopo una incredibile cavalcata che ha portato alla inaspettata promozione in Serie A, ventitré anni dopo quella conquistata con Delio Rossi in panchina, sotto un’altra gestione societaria e in un calcio completamente diverso da quello dei giorni nostri. Un’attesa snervante quella che sta accompagnando la Salernitana ormai da diverse settimane. Social in fermento, silenzi altrove.

Sono passati quasi due mesi dalla vittoria di Pescara che ha sancito il ritorno dell’ippocampo in massima serie. Un traguardo storico, seguito da giorni di festa (e purtroppo pure lutti) che ora sembrano lontanissimi.

Neanche il più pessimista dei tifosi avrebbe immaginato di arrivare al 1° luglio, data che segna l’inizio della nuova stagione e del calciomercato, senza certezze in merito all’iscrizione al campionato di Serie A. E invece, ad una settimana dal raduno in città che precederà la partenza per il ritiro, la Salernitana non risulta ancora iscritta al campionato e – soprattutto – non ha ancora individuato la soluzione ideale per garantirla. O meglio, ci sarebbe quella del trust, la cui struttura però andrà rivista per larghi tratti dopo la bozza inviata venerdì scorso alla Figc con una pec a cui ha fatto seguito una dettagliata comunicazione partita da via Allegri contenente tutte le modifiche da apportare entro le 20 di sabato (clicca qui per leggere l’articolo).

Tifosi che in queste ore hanno esternato tutto il loro disappunto per una situazione paradossale. “Se sarà trust, il problema multiproprietà non sarà inteso risolto, e la linea non cambierà” è il concetto espresso in una nota firmata da diverse sigle della tifoseria organizzata quando mancano poco più di due giorni alla nuova deadline. Il dubbio di molti tifosi è lecito: qual è la vera intenzione di Lotito e Mezzaroma? Perché non accettare l’offerta formulata da Andrea Radrizzani? Oppure, se la strada individuata è quella del trust, perché non adeguarsi subito ai paletti della Figc, presentando una struttura (anzi, una bozza di struttura) particolarmente articolata? Quesiti, dubbi ai quali solo il tempo saprà fornire risposte.

Intanto i tifosi attendono, così come l’amministrazione comunale. “Non posso aggiungere altro, ho sostenuto forse con troppa semplicità che bisogna difendere lo sport e i risultati acquisiti sul campo” ha dichiarato nelle scorse ore il sindaco Vincenzo Napoli, sottolineando che “bisogna fare in modo che prevalgano buonsenso e intelligenza, altrimenti ci ritroviamo in una corrida senza eguali dove le cose più importanti passano in secondo piano rispetto ad altre problematiche che non voglio neanche nominare”. Insomma, Salerno ha voglia di godersi quanto conquistato sul campo dalla truppa capitanata da Fabrizio Castori senza dover vivere una estate tra polemiche, ricorsi e paroloni giuridici che portano con la mente agli anni dei fallimenti e delle iscrizioni in dubbio non per norme federali, ma per mancanza di fondi da parte di proprietari passati. La sostanza non cambia, la beffa e la sofferenza sono forse ancora più marcate. Salerno non lo merita.

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