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Il miracolo Carpi, le salvezze e le retrocessioni: il percorso di Castori fino al bis in granata

Due retrocessioni consecutive in terza serie con Carpi e Trapani ed un finale di partita – quello della squadra siciliana a Salerno lo scorso 10 febbraio – che Fabrizio Castori deve far dimenticare al pubblico del cavalluccio marino. Così come quel passato nella Salernitana di Lombardi nel 2008/09 con una partenza sprint e poi due esoneri nell’arco della stessa stagione. Ma nel palmarès del mister classe 1954 ci sono anche una promozione in Serie A (col Carpi nel 2015), una dalla C1 alla B col Cesena nel 2004 (con vittoria della Coppa Italia di C) e altre due ottenute con il Lanciano, portato prima dalla D alla C2 nel 1999 (con vittoria dello Scudetto Dilettanti) e poi in C1 nel 2001.

Con 464 panchine in Serie B, tra regular season e playoff, Castori è l’allenatore più presente in cadetteria attualmente. Il suo score complessivo parla di 149 vittorie, 150 pareggi e 165 sconfitte. Il nuovo trainer granata cercherà di risollevare le sorti della squadra e anche della sua carriera in una condizione oggettivamente in salita, con la piazza in aperto dissenso nei confronti della proprietà e che non ha dimenticato il burrascoso dopopartita di Salernitana-Trapani, quando il trainer di Tolentino protestò apertamente contro la direzione arbitrale: la gara finì 1-0 per i campani e a fine gara Castori si lasciò andare a gesti poco graditi al pubblico. Peraltro, si chiuse nel silenzio stampa. Tornò a parlare solo per presentare la gara successiva, dopo qualche giorno: “A Salerno abbiamo perso in maniera immeritata e ingiusta, e mi fermo qui, chi vuol capire capisca, Gli avversari sono entrati una volta sola in area, si è commesso un errore ma non siamo stati in balia della Salernitana. Anzi nel secondo tempo li abbiamo chiusi in area di rigore e se c’era una squadra che poteva pareggiare e vincere eravamo noi”.

Castori ha guidato squadre dalla Terza Categoria alla Serie A in ogni categoria. I primi successi tra il 1992 e il 1998, quando portò il Tolentino dall’Eccellenza alla C2, retrocedendo poi proprio nel 1998 di nuovo in D. Da allora le avventure con Lanciano, Castel Di Sangro (esonerato alla vigilia di Natale) e Cesena, con cui vince i playoff di Serie C (malgrado coinvolto in una maxi rissa nella sfida contro il Lumezzane che gli costò 2 anni di squalifica) e conquista la salvezza l’anno dopo in B. Nel 2008, però non riuscì a evitare una nuova retrocessione dei bianconeri. Nota l’esperienza di Salerno, in seguito ha allenato in B Piacenza (esonero a novembre), l’Ascoli (salvezza nonostante il -6 per i marchigiani nel 2010/11, esonero l’anno successivo con il club ultimo ma anche in quel caso penalizzato di dieci punti), Varese (esonerato a cinque giornate dalla fine a un punto dai playoff) e Reggina (subentrò ad Atzori, fu esonerato dopo sei partite). Nel 2014/15 il miracolo Carpi, con la promozione in massima serie ottenuta a sorpresa, ma meritatamente. L’anno seguente fu esonerato e poi richiamato in A, senza riuscire a evitare la retrocessione. Nel 2016/17 di nuovo al Carpi arrivò in finale playoff, poi persa contro il Benevento. L’anno dopo condusse il Cesena alla salvezza, subentrando a Camplone con la squadra ultima. In seguito, la retrocessione in C col Carpi e quella maturata poche settimane fa col Trapani, nonostante una lunghissima rincorsa viziata anche dalla penalizzazione di due punti dei siciliani, che sarebbero stati salvi senza il segno meno: per Castori, subentrato a Francesco Baldini, una rincorsa fatta di 33 punti in 22 partite che non sono bastati. Ora, il sanguigno allenatore cercherà di riscattarsi con la Salernitana.

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