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La cavalcata vista dal Toro: “Coi tifosi sarebbe stato diverso, ora innesti giusti. Lotito? È cambiato…”

“Nessuno si aspettava un campionato del genere, eravamo tutti un po’ scettici all’inizio. Società e allenatore sono stati bravi ad allestire la rosa e poi a compattare la squadra. Non era facile arrivare davanti a corazzate come Lecce, Spal, Monza e Venezia, è stato fatto un lavoro straordinario, soprattutto dall’allenatore. Il rigore di Tutino contro il Pordenone è stata la svolta. La Salernitana, va detto, è stata anche fortunata, tante componenti l’hanno aiutata. Ma serve anche questo per vincere i campionati. È stata compiuta un’impresa storica”. Senza peli sulla lingua, come sempre, Ciro De Cesare.

L’ex attaccante granata, raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione, ha commentato la promozione in massima serie della Salernitana: “Non si può dire che abbia fatto un gioco spettacolare. La squadra ha seguito un preciso spartito tattico. L’allenatore ha impostato la squadra come voleva, non partendo da dietro, ma giocando nella metà campo avversaria, verticalizzando e usando molto le palle lunghe. Un calcio più vecchio stampo. Il tecnico certamente è stato bravo a compattare il gruppo e a mettere le pedine giuste al posto giusto. Allenatore e società, alla fine, hanno avuto ragione. Il gruppo ha fatto la differenza nel sopperire a quelle mancanze tecniche rispetto alle altre squadre, sulla carta più forti. Dobbiamo essere onesti, anche l’assenza del pubblico ha agevolato. Ho sentito negli anni del problema delle pressioni, il calcio vive di questo però. Certamente questa promozione senza la gente non è paragonabile alla mia. Probabilmente questa squadra, con i tifosi allo stadio, avrebbe fatto un altro torneo.

Inevitabile il parallelo tecnico tra la Salernitana di Delio Rossi (97’/98) e quella attuale di Fabrizio Castori, entrambe accomunate dal raggiungimento della Serie A. Il “Toro” di Mariconda però chiarisce: “La mia Salernitana era totalmente diversa nel modo di giocare, faceva un calcio più bello. Certamente anche noi, come i ragazzi di ora, eravamo un grande gruppo. Tecnicamente però eravamo molto più forti. Ovviamente poi erano altri campionati, la B dell’epoca era molto più difficile”. L’ex Chievo analizza anche i singoli protagonisti della cavalcata: Djuric è stato fondamentale, si è sacrificato tanto, giocando per la squadra. Tutino ha fatto bene, ma ha fatto anche cose che non mi sono piaciute. Qualche volta, quando è stato sostituito, ha storto il naso e non va bene, soprattutto per il momento che si viveva. Cicerelli e Anderson sono stati importanti da subentrati. La difesa è stata fondamentale: Gyombér ha fatto benissimo, Belec è stato straordinario, Casasola magari non è bello da vedere, ma ha sempre dato tutto. Di Tacchio è venuto fuori, soprattutto nel finale, ci ha messo tanto a livello caratteriale, di attaccamento alla maglia. E poi è stato bravo a mettere la faccia in alcune situazioni”.

De Cesare ha esordito in massima serie proprio con la maglia della Salernitana, nel match all’Olimpico di Roma del 12 settembre 1998 (3-1 per i giallorossi), prima di essere ceduto al Chievo. A Verona, nel 2001, ottenne un’altra promozione in massima serie. De Cesare avvisa sulle difficoltà che presenterà la Serie A: “Bisognerà capire le intenzioni della società. La Serie A è un altro campionato, un altro mondo. Torino e Benevento hanno speso tanto e una si è salvata all’ultima giornata, l’altra è retrocessa. Questo fa capire le difficoltà. Serviranno calciatori di categoria che dovranno alzare qualità e tasso tecnico. L’allenatore merita assolutamente la conferma, chiedendo gli innesti giusti, poi toccherà alla società costruire una squadra all’altezza. A mio parere il blocco difensivo è da confermare, con Belec, Gyombér e Bogdan, aggiungendo giocatori esperti. Prenderei Glik, se il tecnico dovesse giocare ancora col centrocampo a cinque serviranno esterni bravi e di gamba. Davanti la difesa vedo bene Schiattarella, come Pavoletti in attacco; sarebbe importante anche il ritorno di Akpa Akpro dalla Lazio. Ci sarà la componente pubblico che sarà importante, sono sicuro che sarà boom di abbonamenti. Il calcio senza tifosi è come un piatto di pasta senza condimento. La speranza è quella di tornare alla normalità e vedere dal vivo squadre blasonate a Salerno. Potranno arrivare momenti difficili e quindi anche le contestazioni. Le contestazioni di oggi sono civili, con dialogo. I tempi sono cambiati”. Quattro le esperienze salernitane per De Cesare che ha vestito granata nel ’97/’98, da gennaio a giugno del 2000, nel 2005/06 e infine con il rinato Salerno Calcio nel 2011/12. L’ex calciatore ha conosciuto bene quindi Claudio Lotito: Lotito è un po’ particolare, lo conosciamo. Gli piace mettere il dito nella piaga e parlare in faccia. In passato non ha parlato bene, ma nelle ultime interviste è cambiato. Bisognerebbe fare tutti un passo indietro. La gente ha finalmente ottenuto ciò che voleva e ora bisognerà remare tutti dalla stessa parte per il bene della squadra. D’altronde Lotito ha investito e la gente ci ha messo la passione, ognuno ha fatto la sua parte. La questione societaria non mi preoccupa, Lotito e Mezzaroma hanno bene in mente cosa fare. Credo che in minima parte resteranno, vogliono giustamente tutelarsi. Arriverà un profilo societario importante”.

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