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La quarantena di Tosto: “Letteratura e famiglia, non si giocherà più. Lo psicologo? Una cavolata”

Pareri discordanti, dubbi sulla ripresa e difficoltà a immaginare il futuro del calcio. L’emergenza Covid-19 ha scosso anche il mondo del pallone, tanto da lasciare con molte perplessità anche Vittorio Tosto. L’ex terzino della Salernitana non ha mai avuto problemi a esprimere con forza la propria opinione, ma il Coronavirus ha davvero spiazzato tutti. Neanche Tosto sa se si potrà concludere il campionato: “Sinceramente non lo so, è la prima volta che faccio fatica ad avere un’idea. Probabilmente, però, analizzando un po’ la situazione credo che non si ritornerà a giocare. Mi sembra, comunque, che in questo momento ci sia troppa confusione tra i vertici del calcio”.

In un’intervista rilasciata alle colonne del Mattino, Tosto analizza la situazione del calcio italiano a cominciare dalla possibilità di tagliare gli stipendi a calciatori e allenatori: “Bisogna agire velocemente e non solo nel calcio – ha detto la storica bandiera granata – Basterebbe prendere spunto dalla Bundesliga che ha deciso il taglio degli stipendi in favore dei calciatori che guadagnano meno di 50mila euro. A questo deve pensare Tommasi, invece si parla di ben altro”.

Come dell’inserimento di uno psicologo che ora è a disposizione dei calciatori di Serie B. Ma per Tosto: “Sono solo cavolate, bisogna parlare di cose serie. Il calciatore ha bisogno di tutto tranne che dello psicologo, il calciatore di A e B è già forte di suo caratterialmente altrimenti non giocherebbe a certi livelli”.

A voler essere ottimisti, si può pensare a un ritorno in campo a maggio. Ma servirebbe un ritiro per far riprendere la preparazione ai calciatori: “In questo momento credo sia l’ultimo dei problemi, già solo riprendere sarebbe importante e vorrebbe dire che il peggio è passato. Qualora questo scenario si avverasse credo che si debba tornare subito in campo, per ridare anche un sorriso alla gente. Prendiamo come esempio l’Atalanta, potrebbe in un attimo regalare delle emozioni a una città che sta soffrendo tanto”.

Tosto invece è a Lucca e ha deciso di dedicarsi esclusivamente alla famiglia: “Purtroppo anche qui siamo messi male, di fatto è come se in questo periodo stessimo facendo una vita da carcerati ma in una casa a 3-4 stelle. Personalmente ho una scuola calcio con 400 ragazzi iscritti che in questo momento sono inevitabilmente sofferenti. Ho deciso di fare un fioretto di 40 giorni e di staccarmi quindi da tutto e tutti. Sono lontano dai social, non seguo il calcio e ho quasi sempre il cellulare spento. Mi dedico alla letteratura, studio, guardo film e gioco a calcio con i miei figli nel garage. Mi limito a sentire la mia famiglia, ma a essere sinceri ho sentito recentemente anche un caro amico di Salerno”.

Prima dello stop la Salernitana era settima in classifica e puntava con decisione ai playoff: “Una squadra che, nonostante qualche alto e basso, stava dimostrando di essere in crescita e di poter avere la forza di lottare per il secondo posto, nonostante il Crotone avesse qualcosa in più. Qualora si ritornasse in campo, tutto però potrebbe essere stravolto sia nelle zone alte che nelle zone basse della classifica: forza, fortuna e condizione fisica saranno i tre aspetti chiave. Peccato per Cerci che poteva essere un’arma in più nel finale di stagione ma la sospensione dei campionati ha arrestato il suo pieno recupero”.

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