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La rabbia dei tifosi: cinque anni di numeri scialbi e l’art.16 bis disamorano la piazza

È uno dei momenti più difficili, se non il più difficile, per la proprietà Lotito-Mezzaroma a Salerno. Nelle ore che precedono l’incontro proprietà-dirigenza a Roma per effettuare la decisiva scrematura in chiave panchina, il day after dell’incontro pubblico organizzato nel piazzale dello stadio Vestuti (clicca qui per video e articolo) è un ribollire di commenti, opinioni, proposte, ovviamente molte sui social. C’è da puntualizzare una volta di più che l’iniziativa di ieri è stata partorita solo da una parte della Curva Sud, quella del Direttivo Ultras, dopo l’affissione di uno striscione dai toni feroci all’esterno della curva (clicca qui per leggere); il Direttivo Salerno, invece, aveva optato per striscioni ugualmente ficcanti in punti strategici della città e allo stadio Arechi (clicca qui per leggere). Due strade diverse che sembrano voler perseguire il medesimo obiettivo. Per la verità, è una divisione che non sembra essere molto d’aiuto. Ma tant’è.

Ultras, appassionati comuni, club organizzati: tutti, in ogni caso, chiedono chiarezza, obiettivi reali, sincerità, applicazione, presenza. La norma contenuta nell’ormai famigerato articolo 16 bis delle NOIF è sempre lì e impedisce a uno stesso soggetto (o a suoi parenti o affini entro il quarto grado) di detenere più società di calcio professionistiche nella stessa categoria. Non può più bastare la risposta del “non fasciarsi la testa prima di rompersela” che finora è stata diffusa. Dopo cinque anni di Serie B – con concreto rischio di perderla, pure, in due occasioni – e senza mai accedere ai pur larghi spareggi promozione, la tifoseria non sembra disposta più a gradire (o meglio, sopportare) tornei anonimi, senza emozioni o ambizioni superiori a un semplice innalzamento della famosa asticella. Il quotidiano Il Mattino nei giorni scorsi ha pubblicato dei numeri: la Salernitana ha disputato 200 partite nel campionato cadetto dal 2015 a oggi, escludendo i playout; ha totalizzato 74 sconfitte, 69 pareggi e 57 vittorie, con una differenza reti di -34 (237 gol fatti, 271 subiti) che non fa onore a una piazza che chiede di poter sognare.

Quali sono gli obiettivi sportivi della società? Quali quelli della proprietà? Non regge più la teoria dell’assestamento. Dal 2016/17 ad oggi, ogni anno una o più neopromosse arrivano a fare concretamente il doppio salto, altre raggiungono almeno i playoff. Spal e Benevento, poi Parma, l’anno dopo il Lecce e adesso un Pordenone che sembra seriamente intenzionato a entrare nella storia. Insieme all’Ascoli, la Salernitana è l’unica squadra rimasta in cadetteria ininterrottamente negli ultimi cinque anni senza aver mai avuto accesso ai playoff. Le altre a non aver abbandonato la Serie B dal 2015 a oggi sono Spezia e Perugia: i liguri hanno fatto i playoff quattro volte su cinque e cambiato cinque allenatori nel periodo (Bjelica, Di Carlo, Gallo, Marino e Italiano), mentre  gli umbri tre volte su cinque. Santopadre, però, ha cambiato molti più tecnici, ben sette (Bisoli, Bucchi, Giunti, Breda, Nesta, Oddo, Cosmi). Tanti quanti ne ha alternati la Salernitana da quanto è tornata in B (Torrente, Menichini, Sannino, Bollini, Colantuono, Gregucci, Ventura). Il record di allenatori assunti nell’ultimo lustro spetta all’Ascoli: Petrone, Mangia, Aglietti, Cosmi, Vivarini, Zanetti, Stellone, Abascal e Dionigi i nove tecnici.

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