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La Salernitana va all in con una coppia, ma il Pescara cala il poker: all’Arechi è cappotto all’ultima dell’anno

TABELLINO SALERNITANA – PESCARA 2-4

SALERNITANA (3-4-2-1): Micai; Mantovani, Schiavi, Gigliotti; Pucino, Akpa Akpro (1’ st Castiglia), Di Tacchio, Vitale (20’ st Jallow); A.Anderson (33’ st Orlando), Rosina; Bocalon. A disp. Vannucchi, D. Anderson, Vuletich, Djuric, Casasola, Palumbo, Migliorini, Perticone, Mazzarani. All. Angelo Gregucci

PESCARA (4-3-3): Fiorillo; Ciofani, Gravillon, Scognamiglio, Del Grosso; Memushaj, Brugman (40’ st Palazzi), Melegoni (11’ st Kanouté); Marras, Mancuso, Antonucci (22’ st Machin). A disp. Kastrati, Monachello, Balzano, Elizalde, Farelli, Perrotta, Crecco, Del Sole, Palmucci. All: Giuseppe Pillon

ARBITRO: Sig. Luigi Pillitteri di Palermo (Luciano/Vecchi) IV uomo: Marini

NOTE. Marcatori: 13’ pt Pucino, 36’ pt Vitale su rig (S), 37’ pt, 15’ st e 35’ st Mancuso (P), 7’ st Scognamiglio (P); Ammoniti: Castiglia, Micai (S), Scognamiglio, Brugman (P); Angoli: 3-4; Recupero: 0’ pt – 4′ st; Spettatori: 9824 di cui 294 ospiti.

 

Il gioco è bello, ma solo quando non dura poco. Un’ottima mezz’ora nel primo tempo dell’Arechi, con fraseggio nello stretto e un pizzico di fantasia non basta, perché nel calcio non bisogna mai fermarsi. E invece la Salernitana perde l’ultimo treno del 2018 e resta malinconicamente a piedi, lontano dalla carovana dei playoff che scappa via. Contro il Pescara arriva l’ultima delusione dell’anno, la Salernitana gioca bene e fa due gol in mezz’ora. Poi, però, si spengono luci, ambizioni, motivazioni. Il Pescara fa quello che vuole, rimonta, pareggia, ne fa 4 e sfiora anche la manita. Lo schiaffone arriva comunque alla faccia di una Salernitana completamente allo sbando, atterrata dai colpi di Mancuso e incapace di rialzarsi. E per fortuna è finito il girone di andata.

LA CRONACA. La gara col Pescara inquadra perfettamente tutti i limiti della Salernitana del 2018. I granata non riescono a sfruttare gli enormi spazi lasciati dagli abruzzesi e l’attacco non colpisce, in difesa invece ci si distrae con troppa facilità e i gol arrivano a grappoli. Lascia perplessi soprattutto la capacità con cui i granata perdono una partita che sembrava già vinta. Anche perché per 36’ minuti c’è solo la squadra di Gregucci, il problema è che le gare durano molto di più.

La Salernitana parte bene, benissimo, spinta dai 10mila dell’Arechi e dalla voglia di chiudere l’anno con una vittoria. Gregucci prova a cambiare la squadra adottando il suo primo principio tattico: non si bada a numeri e moduli, ma l’importante è occupare determinate zone del campo con più uomini possibili. Ecco che allora André Anderson e Rosina giocano molto vicini sul centro destra, con Vitale a sinistra che ha tutto lo spazio necessario per ricevere le sventagliate, controllare e crossare per Bocalon che a turno attacca i due pali. Schema semplice ma non sempre condotto a termine, a volte per errore nel cross, a volte per timidezza del Doge che non calcia mai in porta. Bene invece André Anderson nel primo tempo, poi quando si spegne lui scompare anche la Salernitana. il primo squillo è del brasiliano con un tiro dalla distanza, poi al 13’ il cavalluccio passa. Punizione di Vitale stacco di Pucino e 1-0.

Stappata la partita i granata cercano di affondare il colpo, André Anderson e Rosina fanno le prove generali poi al 36’ arriva il 2-0. Gravillon, che un minuto prima aveva spaventato Micai con un gol annullato per un fallo di Scognamiglio su Bocalon, colpisce con il braccio sul cross di Akpa e concede alla Salernitana il primo rigore della stagione. Vitale trema ma tira un sospiro di sollievo, festeggia sotto la Sud e va volare la squadra di Gregucci. Che però tocca il sole e si scotta, precipitando nell’abisso che ha caratterizzato l’ultima gestione Colantuono. 40 secondi dopo il gol del raddoppio Mancuso anticipa Gigliotti e di testa fa 2-1, rivitalizzando un Pescara che sembrava incapace di reagire. Sembrava, appunto, perché la Salernitana si spaventa e regala spazi al contropiede di Pillon che grazie a un 4-3-3 molto dinamico e all’imprevedibilità di Marras va in porta con una regolarità sconcertante.

E non è un caso che il centrocampo granata sbandi quando Castiglia prende il posto di Akpa Akpro, rimasto negli spogliatoi all’intervallo. L’ex Scognamiglio al 7’ fa 2-2 dagli sviluppi di corner anticipando Schiavi (colpe ne ha anche Micai), poi lo stesso portiere granata salva su Mancuso al 14’. Mani nei capelli che presto si alzano al cielo per il bomber del Pescara che ha un’altra occasione al 15’ e non la fallisce: sul cross di Marras questa volta è Mantovani a sbagliare. Gregucci tenta il tutto per tutto inserendo Jallow e Orlando, ma il 4-2-3-1 non riequilibra una squadra completamente fuori dalla partita. Marras prende il palo, Antonucci spreca dall’area piccola e poi Mancuso fa tripletta al 35’. 4-2 pesantissimo per una Salernitana incapace di porre resistenza, fischiata a ripetizione dalla curva mentre il Pescara si diverte al veglione di Capodanno. Non proprio il modo migliore di chiudere il 2018, per l’ultimo dell’anno lo spumante resterà mestamente chiuso in frigo.

 

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