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“L’euforia collettiva e quel senso di invincibilità”: il 24/5 nel messaggio di Vitale. Ora meritiamolA

Ha detto benissimo Giovanni Vitale, giornalista e papà di Simone. “Bisogna parlare alle nuove leve del tifo, educarle alla cultura dello sport, sempre. Deve accadere al più presto, nell’auspicio che gli stadi possano subito ripopolarsi. Adesso che la Salernitana è ritornata in Serie A, il pericolo potrebbe essere ancora più latente. L’euforia collettiva crea una condizione, una sensazione, una illusione di invincibilità nei più giovani: ‘Sono il più forte, perché la Salernitana è la più forte; tifo Salernitana e nulla mi può accadere’. Al contrario, dico e chiedo calma, equilibrio, rispetto dei valori e delle regole senza eccessi per godere totalmente ma in serenità di un traguardo storico”. Il passaggio è contenuto in un’intervista pubblicata sull’odierna edizione del Mattino, a firma del collega Pasquale Tallarino, per un messaggio forte, necessario, sentito. Tramandare per non dimenticare, affinché non si ripeta una tragedia così grande.

Ventidue anni dopo quel 24 maggio 1999, Salerno continua a stringersi nel ricordo di Ciro Alfieri, Enzo Lioi, Peppe Diodato e Simone Vitale. Stamattina gli omaggi del Comune di Salerno e della Salernitana in una brevissime e sobria cerimonia strettamente privata (clicca qui per leggere) sulle tombe dei quattro tifosi che perirono nel rogo del treno Piacenza-Salerno. Gesto doveroso oltre che simbolico, mai come in questo anniversario. Quella Serie A che fecero in tempo a vedere i quattro ragazzi, compreso l’epilogo della retrocessione al Garilli, è tornata in città. Sarà vissuta con la solita passione dalla torcida. Anzi, ancora di più perché è arrivata in maniera inaspettata, dopo anni di fallimenti – due – e delusioni (molte di più). Va dimostrato ancora una volta di aver fatto quel passo avanti in termini di maturità come piazza, in un mondo in cui basta un attimo per puntare l’indice dall’esterno, da lontano. Però poi non sempre la colpa è di chi l’indice lo punta. Bisogna sempre dimostrare, ahinoi, costantemente. Colori, bandiere, stendardi e volume alto nei cori. Salerno è maestra e può, anzi deve spiccare per questo. Se riapriranno gli stadi, anche parzialmente, come pare. Ha ragione Vitale: “Niente eccessi, equilibrio, sani valori”. La tifoseria organizzata e i gruppi ultras, in questi anni, si sono distinti per iniziative sociali e benefiche, per comportamenti corretti e solidali, per attenzione e dedizione. Poi però arriva il “cane sciolto” che vanifica tutto. Ed è un attimo. I filmati di devastazione di alcuni locali del centro città dopo la vittoria dei granata a Pescara il 10 maggio riprendono scene non tollerabili, al pari delle immagini di giovani e giovanissimi che si sono sentiti in diritto di danneggiare un autobus per “festeggiare”. Ma la festa è un’altra cosa, il tifo è un’altra cosa. Oggi i violenti e gli irresponsabili hanno qualche nemico in più: la viralità, internet, i social. Non fai in tempo a fare una cosa che sei subito visibile a tutti, in tutto il mondo. E commentabile, pure. Non è tollerabile, per colpa di qualche sciocco, finire in pasto all’opinione pubblica per i tristissimi messaggi di insulti razzisti che qualcuno ha deciso di inoltrare su Instagram a Mario Balotelli. Che ha giustamente denunciato, reso pubblico. Non sono ammissibili episodi del genere. Per non parlare di quanto accaduto alla figlia di Gianluca Grassadonia prima di Pescara-Salernitana. I soliti “ragazzini”, la solita “minoranza”, i soliti… “cani sciolti”. Se ci sono ancora, purtroppo, vanno educati; bisogna continuare a farlo anche grazie ai mezzi di comunicazione che danno notizie, che potrebbero aiutare a condannare, a dissociarsi davvero, se dall’altra parte non sorgessero spesso tristi muri di minimizzazione, di folli accuse di diffondere fake o di aver avuto la “colpa” di scrivere. Ma la colpa è anche un po’ di una categoria che consente a chiunque di autoproclamarsi giornalista dalla sera alla mattina. Ci si può far poco, molto può fare chi legge, chi ascolta, chi guarda, che può capire e pensare. Leggere induce a farsi un’idea di chi scrive (cosa e perché), a discernere. Sì, ha ragione Vitale, appassionato e competente storico del cavalluccio: “È necessario avere contatti continui con i giovani e trasmettere loro i valori dello sport: la lealtà, il rispetto, la tolleranza. Il pericolo del marasma è sempre latente. Chiedo, quindi, di ritornare di rifarlo, perché per un periodo ci sono andato nelle scuole”. Lavoriamoci tutti insieme, nel giorno del ricordo e del raccoglimento.

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