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L’ex Nalini da Vicenza: “Una B a 23 può essere male minore. Salerno indelebile, con la mia Punto a metano…”

Andrea Nalini (ri)vede la Serie B con il suo Vicenza, ma la situazione è nebulosa. I campionati sono fermi da oltre un mese e la luce in fondo al tunnel non è prossima. L’ex ala destra granata, sceso in C nel mercato di gennaio per aiutare i biancorossi a risalire in cadetteria, non nasconde tutta l’incertezza per quel che sarà nei prossimi mesi e nella prossima stagione. I veneti sono attualmente in testa al loro girone di terza serie con 6 punti di vantaggio sulla Reggiana e ambiscono al ritorno in B.

“Il momento è particolare, siamo stati tutti presi alla sprovvista. Sarà un bel ‘casino’ alla ripresa, si dovrà ritrovare una preparazione fisica accettabile. In C la vedo dura, sento miei ex compagni o amici che giocano in C, so di situazioni molto pesanti da affrontare in altre realtà. Non so se riusciranno a testare tutti noi con tamponi periodicamente, anche se come calciatori penso siamo favorevoli tutti al rientro in campo, a patto che ci siano le condizioni. – afferma Nalini alla nostra redazione – Si spera che in un mese ci sia una netta diminuzione dei contagi. Se si rigiocherà, si livellerà tutto: normalmente ci sono momenti in un campionato in cui trovi una squadra che è più in forma e altre meno in forma, mentre dopo la lunga pausa i ritmi saranno lenti ugualmente per tutti. Credo che, tuttavia, i valori tecnici verranno comunque fuori. Il caso di impossibilità di riprendere? Ovvio che mi converrebbe dire di promuovere chi è primo, ma credo sia oggettivamente giusto premiare i sacrifici che ha fatto un gruppo fino al momento dello stop. La Serie B a 23 squadre potrebbe salvare capre e cavoli, ma sarà giusto adattarsi a tutte le decisioni che i vertici federali prenderanno”.

Nalini è da poco diventato papà e vive il momento con il callo di chi è stato – suo malgrado – abituato a mordere il freno per tanto tempo in carriera. “Ormai tutti gli infortuni che ho avuto mi hanno fortificato, non mi scalfisce la pausa forzata (sorride, nda). Ho sempre desiderato continuità, ora per fortuna sto bene ma devo comunque tenere sempre su il tono muscolare, non devo fermarmi per non sentire fastidi. In casa si fa quel che si può, ne sto anche approfittando per dedicarmi alla famiglia. La società poi ci ha fatto recapitare una cyclette e vari attrezzi a casa individualmente. Non sarà mai come un allenamento sul campo, ma ci si tiene in forma”, racconta il talentuoso atleta veronese, autore di 39 partite e 3 gol con la maglia della Salernitana. “L’ho sempre seguita con attenzione, è una piazza che mi resta nel cuore. Impossibile dimenticare quell’anno meraviglioso della promozione in B. – racconta Nalini – Ho tantissimi aneddoti divertenti. Ricordo che avevo ancora una Fiat Punto a metano e all’uscita dallo stadio Arechi, dopo gli allenamenti, c’erano i tifosi che si proponevano, scherzando di promuovere una colletta per comprarmi un’auto nuova, chiedendomi perché Lotito non me ne comprasse una. Non era certo lui a doverlo fare. Poi le cose sono migliorate da questo punto di vista. La Salernitana attuale? Ha avuto un periodo di leggero calo ma in B tutte le squadre ci sono passate, tranne il Benevento. Ho visto una squadra equilibrata, disposta bene in ogni reparto. Può ambire a far bene ai playoff. Apprezzo molto Cristiano Lombardi, non so se è pronto per la Serie A, ma mi piace la caparbietà che mette su ogni pallone, tiene ritmo della corsa sempre alto nei 90’, crea spunti per gol e giocate pericolose. Senza di lui la Salernitana perde tanto”.

Se si tornerà a giocare, sarà a porte chiuse. Secondo Gravina, al nord non ci saranno le condizioni per riprendere e le compagini settentrionali dovranno traslocare al centro-sud (clicca qui per leggere l’articolo). “Sarà tutto molto più triste, il calcio è della gente. Noi calciatori viviamo di emozioni che ci dà il pubblico che viene allo stadio per vedere la squadra. – afferma ancora l’ex del Crotone – Anche la Salernitana senza pubblico avrà qualcosa in meno, lì conta molto e si fa sentire. Tornare un giorno in granata? Lo farei stra-volentieri. Ho un pizzico di rammarico per come è andato il divorzio, non volevo creare nessuna polemica e non ce l’avevo con nessuno. Anzi, sono grato alla Salernitana che mi ha aspettato quando ho avuto una marea di infortuni. Io stesso ho messo sacrificio e sudore per venirne fuori. Si presentò l’opportunità di andare in Serie A e di avere il primo contratto importante. Per me che venivo dal lavoro in fabbrica, a 25 anni era irrinunciabile la proposta di mettersi in mostra in A”. Scorrendo ancora le pagine del libro dei ricordi, Nalini si sofferma sugli inizi: “Stare seduto a tavola o allenarsi con gente del calibro di Foggia, Montervino o Ginestra mi metteva i brividi. Io venivo dal nulla, ero a disagio, ma non dovevo far notare l’imbarazzo. Me ne andavo in camera, andavo a vedere i loro gol e pensavo di essere fortunato a essere uno di loro. Poi la voglia di emergere e la dedizione al lavoro che ho dentro sono venute fuori. Gli scherzi da spogliatoio? Ce ne sono stati tantissimi. Ci facevamo dare i passepartout dalla reception e tiravamo via letti di qualche compagno dalle camere o mettevamo lo skotch alla porta in modo da farlo andare tutto addosso a chi la apriva, per non parlare dei gavettoni dai balconi. Bei ricordi”.

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