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Ventura verso il Perugia: “Sfida che m’incuriosisce, ma ho pochi cambi. Giannetti? Solo indolenzimento”

“Un indolenzimento muscolare” per Niccolò Giannetti. Gian Piero Ventura motiva così l’esclusione dell’attaccante dall’elenco dei convocati per la sfida di domani contro il Perugia. Il trainer ha tirato le orecchie al giocatore in conferenza stampa. “Niente di gravissimo però è un po’ affaticato e il rischio è di andarci sopra e peggiorare. Mi auguro di averlo, se non per il Pisa, almeno per l’Entella. Non c’è sfortuna. L’esperienza o meno del calciatore può aiutare: Kiyine aveva i flessori carichi, ha recuperato martedì e mercoledì stava bene, invece Giannetti non ha detto niente e il muscolo è peggiorato. Questo fa parte della crescita dei giovani. Ho un rapporto di reciproca fiducia, saltare un allenamento non vuol dire saltare la partita”, le parole dell’ex CT. Sulle motivazioni dei tanti infortuni, poi, si smarca: “Basta rifletterci, abbiamo avuto carichi sui flessori, Cicerelli sui gemelli. Se giochi tutte le partite senza cambi è evidente che chi non è abituato a certi carichi possa pagare”.

Scelte risicate per il trainer. “Cambiano e caratteristiche e le possibilità. L’assenza di Giannetti elimina anche la possibilità di ulteriori cambi. Direi che ci siamo allenati per sopportare psicologicamente certe situazioni, ci sono altri giocatori che hanno assolutamente voglia di rientrare, magari non in grado di fare 90′ ma vogliono essere della partita e fare risultato. Nessun dramma, solo consapevolezza che sarebbe stato meglio esserci tutti. se questo non c’è andiamo avanti comunque. Maistro trequartista? Inizialmente lo era. Siamo noi che lo abbiamo adibito a centrocampista, se dovessimo giocare col trequartista sì. Non so quale sarà il modulo. – commenta l’allenatore – Da qui a domenica l’altra, nell’arco delle tre partite, sicuramente vedremo Dziczek e Lombardi. Siamo talmente pochi che dobbiamo gestire. Non so se giocheranno domani o la prossima, quel poco che possiamo ruotare, lo ruotiamo. Gli esterni? Ne giocano due con uno pronto a subentrare”.

Ventura approfondisce la questione Dziczek (“Ha giocato quasi tutte le partite a tre in Nazionale, può fare il metodista. Ha voglia di giocare, è in grado fisicamente ma in un contesto tattico bisogna dargli il tempo. Sta cercando di capire, quando sbaglia un contrasti si gira verso di me e mi dà ragione. Il campionato di B è diverso”) e poi torna sugli infortuni: “Vado dove è possibile andare con questa rosa. A Salerno è difficile potersi aprire senza che frasi vengano estrapolate e nascano problematiche. Abbiamo avuto un po’ di problemini, ne prendiamo atto, speravamo di recuperare più in fretta alcuni elementi, se non succedono drammi, da dopo l’Entella in poi dovremmo esserci tutti. Il problema è che prima di arrivare al post Entella abbiamo tre partite delicate da affrontare, questo dà possibilità di mettere a fuoco quello che di buono siamo in grado di fare. Quanto fatto fino a oggi non è sufficiente per dare continuità. Quando qualcosa altera, devi avere la serenità e la determinazione feroce di supplire. Mantovani? Si poteva fare forse meglio ma non è mia competenza. Questo è il calcio che è come una punta che non segna per 4 mesi e viene criticata, poi fa un gol di spalla e ne fa 10 consecutivi”.

A gennaio serviranno rinforzi soprattutto nel reparto difensivo. Ventura commenta con diplomazia: “Non dobbiamo piangerci addosso. Mentre aspettiamo gli altri dobbiamo lavorare per progredire, abbiamo fatto moltissimo fino a oggi. Non possiamo competere qualitativamente con il Benevento che ha giocatori con storie e costi diversi. Manca ancora un po’ di personalità tecnica ma stiamo migliorando. Non bisogna chiedere a me, fosse dipeso da me avrei preso Dybala. E’ evidente che se dovessero arrivare giocatori a rinforzare qualitativamente la squadra, li accetterei volentieri. Diventa un discorso societario, però, la domanda non va fatta a me. E poi, se devo prendere un giocatore che ha giocato 14 anni fa l’ultima partita, preferisco Novella della primavera, che se lo lavoriamo diventa un buon giocatore. Poi ne parleremo, ci deve essere la volontà della società e il materiale per poterci arrivare. Le punte che guadagnano cifre oltre 5-600 mila euro in B ci sono…”

In chiave partita, il trainer prova a non caricare molto la sfida col Perugia, nonostante l’unica vittoria in casa finora sia arrivata col Pescara: “Non dobbiamo vivere alla giornata, ma lavorare per dare una mentalità. Oggi partecipiamo ma vogliamo presentarci bene, per farlo bisogna creare i presupposti. Abbiamo vinto solo una volta in casa ma devo andare oltre, non siamo partiti con l’obbligo di fare una fuga solitaria o vincere il campionato. Il lavoro va avanti, lo step successivo non si fa con un allenamento o con una partita. Cambio modulo? Se cambiare significa cambiare tatticamente sì, se significa passare a 4 dietro no, perchè oggi non siamo in grado di farlo. Il centrocampo a quattro si può fare”.

La chiosa è sui valori del campionato (“La Serie B non lo vedevo da anni, sono squadre e giocatori per me nuovi. In B si mischia la qualità di alcune squadre con l’organizzazione. C’è chi ha più organizzazione e cerca di colmare il gap e viceversa, l’optimum sarebbe avere entrambi. Credo sia presto per parlare di valori, nel giro di 3 punti ci sono 10 squadre, il campionato deve ancora prendere corpo”) e su quelli del Perugia, “che era partito per fare un campionato importante, magari un gradino sotto rispetto a Benevento e quelli che hanno investito molto economicamente. Ha giocatori di qualità. Forse è la squadra più particolare rispetto alle altre che abbiamo incontrato, gioca in maniera diversa dalle altre avversarie che erano più decifrabili. Cercheremo di fare una buona partita, la gara mi incuriosisce molto, voglio vedere se siamo capaci di leggere le situazioni. A Venezia abbiamo fatto alcune cose buone ma non siamo mai stati chirurgici, abbiamo esposto delle situazioni che siamo concettualmente in grado di fare ma da cui dobbiamo raccogliere qualcosa. Mentalità, esperienza, l’aspetto caratteriale dal punto di vista tecnico, la leadership non sono cose esagerate in questa squadra. Dobbiamo lavorare, arriverà un momento in cui arriveremo tutte queste cose”.

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