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Colantuono ordina: “Punizione, tira Pucino”, DiGe accetta e sorride. Ma l’ultima volta furono spintoni…

È il 15’ del secondo tempo di Salernitana-Livorno quando Odjer, appena entrato, allunga il destro e sposta il pallone: Bruno arriva tardi e lo falcia. Calcio di punizione dai 25 metri, invitate per un destro: non se hai in campo, però, il mancino di Di Gennaro. Il fantasista scuola Milan sa che su quella punizione può lasciare il segno, è eloquente il suo gesto: mano sbattuta sul petto per due volte, come a dire “ci penso io”. Poi, però, Di Gennaro guarda verso la panchina e abbandona il punto di battuto un po’ deluso.  In quel frangente è entrato in gioco Colantuono, che ha avvicinato Mantovani e gli ha ordinato di far battere la punizione a Pucino. Risultato? Palla sopra la barriera e gol del 2-0. Intuizione giusta del tecnico di Anzio, suggerimento che ha permesso alla Salernitana di mettere fieno in cascina per gli ultimi minuti di gara. Con buona pace di Di Gennaro, che l’ha presa con il sorriso. Come è giusto che sia. Al termine della partita, infatti, il centrocampista granata è tornato su quel minuto concitato e ha scherzato con il compagno di squadra: “Se Pucino non avesse segnato, lo avrei ammazzato”.

Prova di maturità per DiGe, che ha accettato l’indicazione del suo allenatore e poi è stato il primo ad abbracciare Pucino dopo il gol. Unione di intenti, in una squadra non ci sono gli “io” ma solo i “noi”. Messaggio semplice da scuola calcio, che però a volte alla Salernitana non è stato sempre recepito. Fa ancora scalpore, infatti, un episodio simile ma con risvolti ben più negativi accaduto in occasione di Salernitana-Virtus Entella sul finire dello scorso campionato. Punizione più o meno dalla stessa mattonella di quella calciata ieri da Pucino, però sul centro destra: ideale per un mancino. In campo c’erano Vitale e Rosina, il tiro io tiri tu si è presto trasformato in spintoni e parole non piacevoli da ascoltare, figuriamoci su un campo di calcio e tra due compagni di squadra. Scena da censurare.

Ma questa è una nuova Salernitana, la Salernitana 2.0 di Stefano Colantuono. Il tecnico ha creato un gruppo più solido e più unito, per sua stessa ammissione “i miei ragazzi sono macchine da guerra”. Ma ieri i granata hanno mostrato anche talento, oltre alla garra che oggi va tanto di moda. La punizione di Pucino è magistrale (il cavalluccio non segnava da calcio piazzato dalla prodezza di Rosina con il Cesena, sempre nello scorso campionato), la regia di Di  Gennaro è stata lucida e a tratti illuminante. E peccato per quel mancino a giro straordinariamente respinto da Mazzoni. La Salernitana sta crescendo, nel gioco ma soprattutto nello spirito, perché in B si vince soprattutto se la squadra è compatta. Poi, magari, la prossima punizione la batterà proprio Di Gennaro.

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