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Lotito, politica e Alitalia: quanti intrecci per il futuro della Salernitana. Intanto Governo dà via libera ad azionariato popolare nel calcio

C’è chi pensa che sia solo un bluff, chi invece vede nell’offerta di Lotito per entrare a far parte dell’asset della futura Alitalia un modo per mettere ancora più radici a Salerno. O chi, ancora, può ragionevolmente pensare ad un futuro disimpegno della proprietà romana in chiave Salernitana.

Che Claudio Lotito non si faccia mancare nulla, oramai, è un dato di fatto acclarato. La sua manifestazione di interesse per Alitalia sembra aver dato maggiore impulso ad alcuni imprenditori che già nei mesi scorsi – chi più in silenzio, chi alzando un po’ la voce – avevano chiesto informazioni all’imprenditore sul possibile acquisto della Salernitana (clicca qui per leggere). L’interesse per la compagnia di bandiera, confermato dallo stesso Lotito, può essere letto secondo molteplici punti di vista. Intanto, il Governo sembra voler prendere tempo per risolvere la questione: domani scade il termine per la presentazione di offerte atte a integrare la proposta di Ferrovie dello Stato ma potrebbe esserci una nuova proroga, la quarta, di un mese. Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, la cordata guidata da Fs avrebbe adesioni fino al 60% del capitale necessario (30% di Fs, 15% di Delta Air Lines e 15% del Mef) e Lotito punterebbe a completare questo tipo di compagine con un restante 40%. Da più parte si sono sollevati dubbi sulle disponibilità finanziarie del co-patron granata e presidente della Lazio che, con il club biancoceleste, ha sì i conti in attivo negli ultimi due bilanci consolidati (frutto soprattutto di plusvalenze di calciomercato) ma ha anche un indebitamento in aumento (i debiti totali tra il 2017 e il 2018 sono saliti da 179,7 a 188,9 milioni. I debiti finanziari netti sono saliti da 43,7 a 46,47 milioni. Nel bilancio a giugno 2018 i debiti verso tesserati e dipendenti sono aumentati da 11,2 a 15,28 milioni, ndr). Nelle stanze dei bottoni, i contatti meglio avviati sarebbero con la società Atlantia per il completamento delle quote. Ma ci sono di mezzo questioni politiche non di poco conto.

Lotito aspetta e si fa scivolare addosso lo scetticismo nei suoi confronti del mondo della finanza. Sembra di sentirlo, con quel “c’ho un impermeabile estate-inverno” che ha spesso e volentieri pronunciato in risposta alle critiche. Ieri mattina, il ministro dell’Economia, Tria, ha firmato il decreto di concessione definitiva per l’aeroporto Salerno-Costa d’Amalfi che, di fatto, dà il via libera alla fusione con Gesac-Capodichino: lo sblocco, previo il completamento dei lavori di adeguamento della pista (pare entro il 2020) potrebbe dare nuova linfa e interessi al co-patron del cavalluccio sul territorio salernitano. A patto, però, che risolva le scaramucce con Vincenzo De Luca, governatore della Campania che a marzo lo bacchettò pubblicamente e che, non è un mistero, muove le file dell’amministrazione comunale salernitana. I rapporti tra Palazzo di Città e la Salernitana non sono più quelli di una volta, è sotto gli occhi di tutti. Ma gli scenari potrebbero mutare con le elezioni regionali campane in programma esattamente tra un anno. Dunque, altro che “pallone”. La politica avrà un ruolo importantissimo e di grande influenza anche su progetti e programmi della società granata.

Le pretese di Lotito e Mezzaroma – che hanno sempre sparato alto (20 milioni, nda) in risposta a chi ha chiesto informazioni su possibili trattative da intavolare per l’acquisizione dell’ippocampo – potrebbero anche abbassare le pretese, in presenza di altre vie d’uscita imprenditoriali. L’aeroporto, chissà, potrebbe essere una delle possibilità. Per ora, va detto, molto remota. E mentre Lotito annuncia querele nei confronti del quotidiano Repubblica che segue con grande attenzione i suoi interessamenti ad Alitalia, dovrà ritagliare un piccolo spazio della sua agenda da destinare alla Salernitana: Menichini attende una convocazione (clicca qui per leggere), Fabiani pure. C’è da fare chiarezza sul futuro, perchè tra un mese – qualsiasi sia il ds, l’allenatore, il presidente – c’è da partire per il ritiro. Entro il 24 giugno va formalizzata l’iscrizione al campionato 2019/20.

Intanto, sempre a proposito di composizioni di compagini societarie nel mondo del calcio professionistico, il Governo ha dato il  via libera all’azionariato popolare nei club calcistici. “Dopo mesi di lavoro e ascolto, stamattina la Commissione cultura della Camera ha dato il via libera a un emendamento contenuto nel Ddl collegato sport che introduce forme di partecipazione popolare e azionariato diffuso nelle società di calcio. L’emendamento vuole dare il via a un percorso culturale diverso nel calcio professionistico, che favorisca la coesione sociale e la partecipazione dal basso dei tifosi nella vita dei club, avendo ben presente la realtà italiana. Così si metteranno al centro le comunità di tifosi, responsabilizzandole e facendole diventare parte integrante di un processo già sperimentato altrove in Europa anche sul fronte della legalità. Con la delega a questa proposta, cui il Governo darà attuazione, abbiamo posto un primo e importante tassello per sviluppare anche in Italia questo modello positivo”, ha affermato all’Ansa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Simone Valente, a margine della Commissione cultura di ieri alla Camera. Una pista, per il momento, decisamente poco praticabile in chiave Salernitana.

 

1 Commento

1 Commento

  1. Mansueto

    14/06/2019 at 15:09

    Perché volare… Quando si può galleggiare?

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