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Luiss, rivoluzione Iervolino in cattedra: “Equilibrio finanziario, si può fare. Arechi? Annunci a breve”

Salernitana in cattedra. Danilo Iervolino è stato protagonista nell’ateneo Luiss della capitale per il suo terzo incontro del ciclo di lezioni. L’imprenditore ha tenuto una lectio magistralis online (essendo influenzato) nel campo del diritto del lavoro, dal titolo “Competenze, meritocrazia ed innovazione per un sistema sostenibile”, nell’ambito del corso “Il giurista entra in campo”, in compagnia dell’avvocato ed ex calciatore granata, Guglielmo Stendardo. Problemi iniziali a parte, il numero 1 granata è stato “pizzicato” ironicamente da Stendardo: “Chi ha creato la Pegaso non poteva non collegarsi online”. Il presidente granata ha parlato di sostenibilità, infrastrutture, nuove figure dirigenziali del mondo del calcio, con un passaggio sulla formazione dei calciatori. L’indotto perde, ad oggi, 3 miliardi di euro e bisogna invertire la rotta anche attraverso l’accrescimento delle competenze manageriali. Ma al centro dell’incontro anche la Salernitana, tra capitolo stadio e infrastrutture e settore giovanile, oltre al tema del salary cap.

Perdite

Nel settore del calcio sono tante le cose che non vanno“. L’imprenditore campano ha esordito così in videoconferenza dinanzi alla platea di studenti, tra cui figurava anche l’ex granata Ettore Mendicino. Secondo il patron è necessaria una rivoluzione a beneficio dell’intero indotto, passando in rassegna i principali problemi: I conti disastrosi delle squadre, oltre 3 miliardi di indebitamenti in tutto il calcio, l’audience è stabile e non cresce. Abbiamo difficoltà organizzative per il salary cap e i rapporti con agenti. Abbiamo una carenza infrastrutturale. Al momento nella Lega non c’è armonia e coesione per trovare linea condivisa, ci sono squadre che ritengono di voler continuare così sperando il meglio e chi vuole cambiare come il sottoscritto”. Ma ci sono anche risultati positivi, tra cui una storica salvezza per l’Ippocampo: “Ho avuto tante soddisfazioni, anche se la gestione di una squadra di calcio è così semplice, ma anche seria. Le cose vanno gestite con una chiara e limpida strategia di comunicazione e con grande serietà, perché soprattutto per i tifosi c’è il cuore, il voler amare all’infinito la squadra e questo carica di grande responsabilità”.

 

 

 

 

Tante le idee di Danilo Iervolino per risollevare il calcio nostrano, comparandolo con le altre principali leghe europee: Sposo l’idea di far diventare il calcio una market company e supporto l’ingresso dei fondi di investimento. La loro capacità manageriale e di network può portare tanto in termine di ordine e di vendita di revenues fuori dall’Italia”.

Ma dalle parole di Iervolino filtra ottimismo: Abbiamo fatto questa mappatura delle cose che non vanno, si devono aggiustare con una grande riforma del calcio italiano, non solo delle policies che devono portare a un diritto sportivo più certo ed equilibrato. Il calcio italiano è comunque settore profittevole, si arricchirà di grandi nuove figure. Per avere controllo di un’industria così importante non è necessario avere avuto un pedigree da calciatore, allenatore o uomo di calcio. Ci vuole sensibilità, creare un ambiente sano, fare spogliatoio, creare condizioni ottimali dal punto di vista professionale e qualità della vita, fare il meglio per la squadra, come pensare a un progetto di medio-lungo periodo, eliminare gli alibi. Il tifoso vuole tutto e subito ma in una squadra ci vuole serenità per portare avanti un progetto sostenibile, da essere replicato senza alti e bassi che portano a disillusioni che poi scortano sulla città e sui tifosi“.

Il calcio è la terza azienda del Paese per fatturato, ma la dispersione economica è ancora una brutta piaga. Lo squilibrio tra fatturato e costo del lavoro è al 90% e, come sottolineato dal patron, nessuna società italiana ha chiuso in verde il bilancio del 2022:“Noi siamo dei fortunati. Poche società che iniziano un percorso ad inizio anno sanno quanto andranno ad incassare. Sappiamo con una veridicità al 90%, attraverso i forecasts, di quanto incasseremo. Incredibile che noi spendiamo comunque molto di più di quello che incassiamo. Il calcio si può fare a costi più bassi, il problema si crea quando i tifosi vogliono vincere con squadra con nomi altisonanti. Questo si trasforma in una volontà dei manager di voler fare di più, così le squadre spendono di più”. “L’allenatore vuole gente pagata molto, pronta e con grande esperienza – ha continuato parlando genericamente di un sistema societario – il direttore sportivo ha come peculiarità quella di scovare talenti e di avere un magazzino pieno di calciatori, mentre il presidente vuole far divertire la platea. Queste tre figure non sono mai allineate e questo finisce per causare problemi: nel 2022 non c’è una squadra che abbia avuto un bilancio positivo. Bisogna educare i tifosi a comprendere le scelte, perchè potrebbe sempre esserci una riduzione di investimenti per riportare l’equilibrio”.

Annunci a breve

Iervolino durante la videoconferenza

Stiamo trovando un giusto equilibrio con il Comune di Salerno, mi auguro di annunciare qualcosa a breve“. Iervolino rompe così il silenzio sui rapporti tra società granata e istituzioni cittadine. Qualcosa bolle in pentola. Lo stadio è il centro di massimo assembramento della città, un suo simbolo. Luogo dell’economia più di molti altri, come sottolineato dall’imprenditore, si scontra oggigiorno con l’inefficienza strutturale. Impianti vetusti, nettamente indietro rispetto allo sviluppo degli altri paesi europei“La maggior parte delle squadre non hanno stadi di proprietà, questo significa che bisogna chiedere ai comuni di investire in una struttura e di ammodernarla. Nel caso nostro, di fare la copertura agli spalti o di sbloccare la curva nord”.

Valorizzazione del brand Ippocampo

Le revenues di una squadra si fondano anche sulla valorizzazione del brand societario, simbolo distintivo di un’intera piazza e della sue radici. La Salernitana, come ammesso da Iervolino, non ha ancora proseguito su questa strada per incertezze sulle modalità di tale operazione: “Come si determina la valorizzazione di un brand? Nel calcio è complicato, perché il brand ha regole economiche patrimoniali, di quanto produce in termini di ricavi, la forza del brand, quanto è conosciuto e quanto riesce a fidelizzare, sia in termini di grande pubblico ma anche se si volesse esportarlo. In Italia non c’è metodo analitico certo. Anche la Salernitana non ha voluto valorizzarlo, perché non è chiara la valutazione del brand. Eppure questo è tutto, se nel calcio il Milan togliesse quel suo marchio chiamandosi “squadra del nord” perderebbe in termini di appetibilità”.

Clima di fiducia coi tifosi

“Sono un fortunato, la Salernitana ha una tifoseria incredibile. L’attenzione verso tifosi, famiglie e giovani che vanno allo stadio è fondamentale. E’ anche vero, però, che ai tifosi bisogna dire che c’è bisogno di un clima di fiducia, non ci devono essere offese o minacce agli operatori, a partire dal presidente fino ai calciatori“. L’imprenditore di Palma Campania sembra difendersi così dai malumori che la piazza granata aveva sollevato durante l’ultimo lasso della gestione Nicola. Problema di educare i tifosi? Dire alla piazza di voler pianificare e cercare di non perdere è difficile da bilanciare con la pressione dei tifosi che vogliono tutto e subito. Ma il tempo è maturo per andare in questa direzione, non possiamo più subire perdite. Sull’allenatore cambiato in corsa? Lì è diverso, non porta alla dispersione economica e non è causata da assenza di programmazione. A volte il cambio tecnico è proprio un’esigenza, il “capo” aziendale dei calciatori è l’allenatore e loro riflettono la personalità, l’idea di gioco e le energie del tecnico. Questo può scemare e c’è bisogno di cambiare. L’allenatore è tutto in una squadra di calcio”. 

Salary cap

Il lento, ma necessario, processo di ammodernamento del calcio che ha in mente l’imprenditore passa dall’entrata in vigore e dall’attuazione concreta della nuova normativa sul salary cap. “In Lega si è parlato del salary cap, io ne ho parlato anche personalmente con Gravina. – ha esordito Iervolino – Delle regole stanno per entrare in vigore. Il problema è che queste norme devono avere un’azione sanzionatoria molto forte. Faccio un esempio: se una squadra deve avere il 60% massimo di salario rispetto ai ricavi, si potrebbe ovviare a questo dando tutti i premi salvezza, premi ai gol. Quindi, fatta la regola c’è l’inganno. Il fatto è che le squadre devono andare in equilibrio finanziario, quindi il salary cap è una porzioncina di una regola più grande, che è quella dell’equilibrio finanziario e della sostenibilità delle società di calcio“.

IA nel calcio

Anche l’intelligenza artificiale al centro del dibattito con gli studenti, tema strettamente intrecciato alle nuove frontiere di sostenibilità nel mondo del calcio. Il patron granata è un grande appassionato di algoritmi: L‘IA è un macro-settore, un’elaborazione formidabile di dati che vengono analizzati e poi proiettati. Questo serve per prendere decisioni migliori possibili con gestione del rischio già programmata. Già molte squadre lo fanno. Lo vedete da quello che sta accadendo con ChatGPT, si apre elaborazione dei dati dalla proiezione, una macchina che ci suggerisce ciò che dobbiamo fare, ci analizza, studia e limita le scelte. Qui si apre problema enorme di bioetica, alla macchina possiamo dire di farci una sintesi della guerra in Ucraina con lo stile di Hemingway, oppure di scrivere una poesia alla nostra amata che è di Roma e che adora le poesie in dialetto romanesco. La macchina impara da te, ti proietta e suggerisce delle cose, spiega e non elabora solo il dato, come accadeva magari in passato. Il calcio ha bisogno di metriche. Sicuramente ne vedremo delle belle”.

Istruzione e università

Iervolino, fondatore dell’università telematica Pegaso, non trascura l’ambito educativo di tutte le figure professionali di una società di calcio, nonostante, ad oggi, sia ancora un tema tabù: Nel calcio di serie A quasi tutti non sono laureati, c’è tanto da fare perché si va più sull’esperienza che sulla competenza. Ci sarà uno switch incredibile, si andrà verso competenti e persone che abbiano una testa multitasking e competenza multidisciplinare. Anche quando si compra un calciatore si hanno ripercussioni su bilanci, diritti, spogliatoio. Tutti i manager che entreranno nelle squadre di calcio dovranno avere un focus con cultura olistica”. Una frontiera da percorrere anche con gli stessi giocatori, come già sta avvenendo nell’ateneo romano grazie ai percorsi “double career”. Tra gli studenti, anche una vecchia conoscenza granata. E’ Ettore Mendicino che ha rivolto alcune domande al patron granata: La Salernitana sta ponendo rimedio alla mancanza di formazione dei calciatori. Tutti i ragazzi della Primavera devono frequentare la scuola, per chi non ci va ci impegniamo noi ad accompagnarli nelle scuole private, non possiamo fare la stessa cosa per l’università perché il livello professionistico è molto più complesso. Questo problema deve essere valutato di sistema in tutto il calcio italiano. Ben vengano gli sproni e le ricette, in modo che ci si sprema le meningi per trovare la migliore soluzione possibile affinché non ci sia un abbandono da parte di questi sportivi, che poi si riflette sulle loro famiglie e sull’economia. Tutte le squadre di calcio hanno convenzioni con le università, anche quelle online. E-campus è il nostro sponsor sul retro della maglietta. Il problema è far scattare la molla, dare i grimaldelli di spinta ai calciatori. I calciatori sanno che esistono le università telematiche adatte alle loro esigenze, bisogna metterli in condizione di far fare loro degli studi di qualità”. 

Settore giovanile

“Invece di dare incentivi per chi investe sul settore giovanile, settore di ricerca e sviluppo, in Italia c’è una norma che disincentiva ciò. Mi auguro che il ministro Abodi possa invertire la rotta. Non si investe nel settore giovanile perché non conviene. Per la legge di stabilità abbiamo giovamento quando paghiamo tanto giocatori che vengono dall’estero. Paghiamo i contributi con una detrazione pari al 50% su per giù”.

Per il 2030 la UEFA ha emanato la nuova policy “Strength through Unity”, di cui la Roma e la Lega si sono fatte portavoci: “Come la Salernitana agirà in merito? Ne parleremo proprio nella prossima assemblea di Lega, io da un punto di vista del metodo preferisco che, piuttosto a livello dei singoli, le iniziative e i temi vengano portati in Lega per aderire tutti insieme”.

Caso plusvalenze? Nessun presidente deve pensare a una moralizzazione delle squadre avversarie, il calcio italiano non sta vivendo un buon periodo. Bisogna avere fiducia nella giustizia sportiva e noi dobbiamo accettare le scelte. La promessa da farsi è che se gli errori sono stati fatti, questi non si debbano più ripetere perché altrimenti sarebbe più grave dell’errore stesso”.

 

 

Si ringrazia Gregorio Vitiello per la collaborazione

 

 

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