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Ultimo gol granata a Crotone è di Benjamin: “Da Salerno il via, poi il calcio mi ha fatto giramondo. E sono felice”

Nel corso di una carriera per un calciatore è molto difficile riuscire a entrare nella storia. Quasi nessuno ce la fa, molto più semplice provare a stabilire un record e poi vantarsene. E così per un calciatore una stagione, un’annata, anche solo una partita può significare molto, per sé e per i tifosi. Ci sono poi giocatori che riescono effettivamente a stabilire un record, ma uno talmente particolare che è difficile venirne a conoscenza: di conseguenza, anche per quegli atleti cadere nell’oblio dei dimenticati è molto semplice.

È il caso di Benjamin Onwuachi, calciatore nigeriano arrivato a Salerno a 20 anni spinto dalla Juventus e dalla voglia di spaccare il mondo. Benjamin ha vissuto un anno in granata, con poche partite, pochi gol ma… una curiosità: Benjamin è stato l’ultimo calciatore granata a segnare allo Scida di Crotone. Peccato che all’Arechi l’ormai non più giovanissima punta nigeriana abbia giocato nel lontano 2004/2005: “Ricordo benissimo la partita, invece ho qualche difficoltà a ricordare il gol”, risponde un divertito Benjamin. L’attaccante nigeriano oggi ha 34 anni, gioca in Eccellenza nella Folgore Rubiera in Emilia Romagna ed è prossimo al ritiro. Non sapeva di essere l’ultimo granata in gol a Crotone, questo speciale record lo fa sorridere e soprattutto gli offre la possibilità di un tuffo nel passato: “Prima della partita il mister Gregucci mi parlò nello spogliatoio – ricorda l’attaccante nigeriano in esclusiva ai microfoni di SalernitanaNews.it – Era l’ultima giornata di un campionato molto sofferto, avevamo raggiunto la salvezza contro l’Ascoli nonostante tanti problemi. Giocai la partita di Crotone con rabbia, in tutto avevo trovato solo 16 presenze e non ero molto felice. Perdemmo 4-1, segnai ma non è stato il mio miglior momento in maglia granata”.

In tutto furono 6 i gol di Benjamin con la Salernitana. 4 in campionato: oltre a quello già citato con il Crotone, il nigeriano segnò con il Cesena, con il Vicenza e con l’Arezzo. Una particolarità: questi tre gol sono stati realizzati oltre il novantesimo. Benjamin ci credeva sempre: “In realtà tutti ci credevamo – sottolinea l’attaccante della Folgore Rubiera – Avevamo una rosa con tanti buoni giocatori e spesso mi toccava la panchina per poi entrare negli ultimi 5 minuti. Io lo dicevo sempre a Gregucci, ‘fammi entrare che aiuto la squadra. E infatti quando sono entrato ho dato sempre il massimo”.

Eppure la stagione di Benjamin con il cavalluccio era iniziata alla grande, fin dall’estate. Derby di coppa contro l’Avellino giocato a Campobasso, doppietta per far sognare i tifosi della Salernitana. Anche perché in coppia con lui giocava un altro ragazzo arrivato in prestito dalla Juventus: “Ricordo con affetto quella partita. Avevamo fatto un buon ritiro e il mister mi aveva dato fiducia. In coppia con me c’era Raffaele Palladino, era facile giocare con lui perché ci conoscevamo già bene e mi ha aiutato ad ambientarsi”.

Tutto sommato è stata una stagione positiva per Benjamin, che nel suo piccolo è riuscito a togliersi qualche soddisfazione. Tanti aneddoti, uno molto significativo per lui: “Salernitana-Arezzo, vincevamo 1-0. Era una partita molto delicata, al 90’ ci diedero rigore ma nessuno lo voleva tirare. C’era la paura di sbagliare, se poi non vincevamo quella partita si andava giù in classifica. Tutti si fecero da parte, anche Bombardini lasciò la palla! Ricordo la pressione dei tifosi ma ebbi il coraggio di calciare. Fu gol, 2-0: eccolo, il mio miglior momento alla Salernitana”.

Benjamin è rimasto affezionato alla città e al club (“Ho alcuni amici, qualche volta li sento e parliamo del campionato. So che è iniziato bene quest’anno”), anche se Salerno non gli è servito per spiccare il volo. La carriera di Benjamin è stata comunque particolare, per certi versi spettacolare: Belgio, Grecia, Albania, Cipro, Romania, Libano. Benjamin ha girato il mondo e ne va, giustamente, molto fiero: “Dopo la Salernitana sono andato subito in Belgio ma le cose non sono andate bene perché avevo problemi con la Juve, io ero in mezzo ai problemi della Gea (sono gli anni di Calciopoli, ndr). Quindi andai in Grecia, sono stato qualche anno e poi in Cipro: 7 stagioni in tutto. I miei migliori ricordi li ho lì”. Il motivo? “Facile, Grecia e Cipro mi ricordano l’Italia! Come ambiente mi piaceva molto, si mangiava bene e c’è tanto tifo negli stadi. Ho giocato 5 anni in Grecia e per 2 volte sono stato vice capocannoniere. Anche in B sono andato vicino al titolo, ma non ci sono riuscito. Però ho segnato a tutte le big: Panathinaikos, Aek Atene, Paok Salonicco, ho fatto gol a tutte”. Non manca l’Olympiakos? “Beh sono un po’ tifoso dell’Olympiakos, a loro non ho segnato”.

La simpatia di Benjamin è trascinante, l’intelligenza del ragazzo da sottolineare: “Dopo questa esperienza sono andato in Romania. Io sono una persona molto curiosa e aperta, ho sempre voglia di imparare e quando ho l’occasione per viaggiare sono il primo a dire sì. Ho imparato il greco e le altre lingue, ho conosciuto altre culture. Mi sento ricco”. Colpisce, tra le tante avventure di Benjamin, una in particolare: “Nel 2014 andai in Libano e sono stato lì solo 7 mesi. Se accendi la tv mostrano un’immagine sbagliata dal paese, facendo vedere solo cose brutte. Ma il Libano è molto di più: persone fantastiche, ambiente accogliente, ti amano e ti fanno stare bene. Io in Libano stavo alla grande, vivevo nella capitale ed era bellissima. Mia moglie, belga e che viveva in Belgio, era però preoccupata dalle notizie che leggeva su internet e mi chiese di tornare. A lei non potevo dire di no”.

Oggi Benjamin è di nuovo in Italia, per la sua ultima avventura: “Esperienza difficile, perché giocare con i dilettanti non è semplice come sembra. Sono tornato dopo un anno di inattività, mi allenavo in Belgio e intanto facevo da mister ai bambini. Poi un giorno ho ricevuto un messaggio dall’Italia e non ci ho pensato su due volte. Sono arrivato qui dall’Africa, mi sento italiano e fin da quando sono partito la prima volta mi ero ripromesso che un giorno sarei tornato. E’ capitata l’occasione, ma la D è veramente difficile da giocare. C’è poca qualità, io sono abituato a giocare ad altri livelli ma piano piano mi sto abituando. Cosa farò da grande? Chissà, ma non ho voglia di restare nel mondo del calcio”.

Che carriera cinematografica quella di Benjamin, lecito definirla alternativa: “Non ho nessun rimpianto. Se mi siedo e penso a quello che ho fatto sorrido, sono estremamente contento di quello che mi ha dato il calcio. Ho girato il mondo, ho visitato posti che mai avrei pensato di raggiungere, ho conosciuto popoli, culture, lingue nuove. Io sono felicissimo”. Come dargli torto?

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