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Ma non era la prima giornata: 4 sfide verità contro club peggio piazzati, poi 5 scontri diretti finali

Nell’eccezionalità della ripresa, con tutte le difficoltà del caso, a vario titolo e per ciascuna squadra, parlare di classifica è diventato quasi secondario. Frasi fatte a parte. Dal recupero di una condizione accettabile dopo tre o quattro mesi di inattività, a seconda dei casi, alla ruggine conseguente da smaltire, fino alle pecche di concentrazione ravvisate dalla Salernitana nel secondo tempo ravvisate dallo steso Ventura, che sabato sera ha parlato di “poca rabbia agonistica e determinazione per raggiungere il risultato” nella videoconferenza post-partita. Si è parlato di tutto, tranne che di necessità – a prescindere dalle condizioni – di fare punti pesanti da subito per poter ambire a lottare per gli spareggi promozione ed evitare il concreto pericolo di scivolare nell’ennesimo campionato né carne, né pesce.

La distrazione dei più rispetto a questo aspetto è altamente comprensibile. L‘1-1 dei granata col Pisa non era una prima giornata di campionato, come pure tutte le condizioni che hanno portato alla sua disputa potrebbero indurre a pensare, bensì la ventinovesima. Ai verdetti mancano nove partite, affestellate in un calendario stretto e difficile per la compagine dell’ippocampo. Ventura, prima dello stop al torneo, aveva detto di voler guardare la classifica a marzo, non prima, e solo allora poter dire di lottare per i playoff con relativi calcoli. “Se a marzo non saremo squadra, allora sarà evidente che abbiamo sbagliato qualche cosa“, aggiungeva il trainer alla vigilia del derby di andata a Castellammare. Quello di ritorno contro la Juve Stabia, in programma il 3 luglio, potrebbe rappresentare la traslazione del momento clou indicato dal mister in tempi non sospetti. Di certo, fra dieci giorni la Salernitana affronterà la sua quarta partita dopo il lockdown e dovrà essere necessariamente (di nuovo) rodata per poter dire la sua nel rush finale… del rush finale.

Il Coronavirus ha spostato marzo… a luglio e la Salernitana, al netto dei continui contrattempi fisici (prima e dopo l’epidemia non è cambiato il trend), a detta del suo stesso allenatore “deve ancora migliorare”. Il tempo stringe. Il calendario, dopo il Pisa, prevede nell’ordine le sfide a Entella, Cremonese, Juve Stabia e Ascoli (10 luglio). Tutte squadre che la Salernitana precede in classifica e “sulla carta” – tra tante virgolette – abbordabili. Dopo il pareggio contro i toscani, con tutti i limiti di caldo, approccio dopo tanti mesi, assenze e quant’altro, la squadra di Ventura è chiamata ad accelerare subito: raggranellare il più ampio bottino di punti possibile nelle prossime quattro partite – considerando che il fattore campo si annulla, data l’assenza di pubblico – porterebbe davvero la Salernitana a poter essere artefice del proprio destino nelle ultime cinque partite. Quelle sì, scontri diretti veri e propri. Dopo Ascoli, il cavalluccio ospiterà il Cittadella, poi andrà a Crotone, in seguito riceverà l’Empoli, farà visita al Pordenone (a Trieste) e chiuderà in casa contro lo Spezia.

“Le verifiche non saranno facili, non abbiamo neanche una partita normale, ma tutti scontri diretti. Non affrontiamo Trapani, Livorno o Cosenza che sono agli ultimi posti. Quando incontri le migliori della classe vedi davvero chi sei e quali progressi hai fatto”, aveva affermato Ventura prima della gara contro il Pisa, considerando evidentemente Entella e Juve Stabia come ancora potenziali concorrenti per i playoff ma soprattutto consapevole che la sua squadra ha conquistato la metà dei suoi punti totali (22 su 43) esclusivamente contro le squadre in zona retrocessione, dal quintultimo posto in giù. La benzina sarà anche poca in un motore ingolfato. Ma bisogna accelerare.

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