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#NonTiScordarDiMe. El torero Vuletich: “Bevevo mate sul lungomare. Salerno più in alto della Serie A”

La Colombia è la sua dimensione calcistica. Lì è tornato, due anni fa, dopo le parentesi italiane con Salernitana e Potenza. “Quest’anno ho giocato con il Deportivo Cali, siamo usciti ai gironi in Copa Libertadores e siamo andati in Copa Sudamericana, l’equivalente dell’Europa League – spiega al telefono Agustin VuletichNel 2021 ho giocato con l’Independiente Medellin, personalmente è andata bene, ho segnato 12 gol, ma con la squadra non siamo arrivati ai playoff. Abbiamo vinto però la coppa nazionale. A febbrario 2023 comincerà la nuova stagione e dovrò trovare squadra”. Al telefono si sentono i vagiti di un neonato, l’attaccante è da poco diventato papà: “Da due mesi è nata la mia prima figlia Justina, a breve andrò in Argentina per le vacanze natalizie”.

La punta approdò a Salerno all’alba della stagione 2018/19. Un solo gol in gare ufficiali (nel match di Coppa Italia contro il Rezzato), gli altri quattro tutti in amichevole: “Solo una volta ho sfoggiato la mia esultanza da torero, avrei voluto segnare di più.

Mi sono sempre allenato al massimo, ma non ho avuto spazio. E se un giocatore non ha spazio non può mostrare il suo valore. Non ho mai chiesto però spiegazioni a Colantuono che fece le sue scelte. Purtroppo non ho mai avuto una continuità di rendimento. A gennaio volevo andare via, alla fine rimasi, ma né con Gregucci né con Menichini le cose cambiarono. È stata comunque un’esperienza che mi ha arricchito”. Un’annata negativa per l’argentino ma anche per la Salernitana che salvò la categoria soltanto ai playout: “Se Colantuono fu sostituito voleva dire che qualcosa non andava, ma non so bene cosa. Per fortuna riuscimmo a mantenere la categoria. Credo che quello fu un punto di partenza per il futuro”.

Vuletich svela anche come nacque la trattativa che lo portò in Italia dal Rionegro Aguilas: “In Colombia avevo fatto bene. Un collaboratore di Colantuono si informò su di me e mi chiamò. Andare in Italia era una gran cosa, la Salernitana aveva anche lo stesso presidente della Lazio e quella poteva essere una bella prospettiva per la mia carriera”. Al di là dell’aspetto sportivo, l’esperienza salernitana è stata positiva per Vuletich che svela tanti retroscena: “Io e la mia compagna siamo stati benissimo, abitavamo nella zona orientale. Quando arrivammo iniziammo a studiare l’italiano su YouTube per imparare come coniugare i verbi. Non è vero che è simile all’argentino, è molto più difficile. Tiago Casasola mi aiutò molto nell’ambientarmi e con la lingua, lo sento ancora oggi. Strinsi anche con Walter Lopez che è sudamericano come me. Sui social mi scambio spesso like con Mantovani, Di Tacchio e altri ex compagni. Insomma siamo rimasti in contatto. Mi ricordo che sentivo sempre la parola “pisciaiuolo”. Ci piaceva andare in costiera e passeggiare sul lungomare, bevendo il mate; ricordo le luci d’artista a Natale. In ambito culinario non ho trovato grosse differenze rispetto alla cucina argentina. Mi piaceva molto la mozzarella di bufala. Ovviamente i tifosi erano fantastici. Sapevo che al sud italia c’era un calore simile a quello argentino, non mi aspettavo che ci fosse tanto seguito in Serie B. Alla prima di campionato contro il Palermo fecero una coreografia fantastica”.

Salerno e la Salernitana sono insomma rimasti nel cuore di Vuletich: “Seguo i granata e cerco, per quanto, possibile di guardare qualche partita. Non sempre vengono trasmesse, però mi tengo aggiornato sui risultati – conclude la punta – Mi auguro che la Salernitana resti a lungo in Serie A e ambisca presto a qualcosa di più importante”.

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