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Pagellone Atalanta-Salernitana: Norbert ovunque, Djuric centroboa

SEPE 6,5. Mezza indecisione al 19′, rimedia in due tempi. Poi, sempre attentissimo, anche se l’Atalanta non lo chiama in causa per interventi miracolosi. Può poco sul gol dell’1-1.

GYOMBER 8. Quando tutto manca, c’è Norbert. Spettacolare il suo recupero su Zappacosta lanciato a rete dopo 6′. Pulito e freddo nelle chiusure anche in zone pericolose, come in piena area di rigore su Zapata al quarto d’ora. E poi, non butta mai via la palla.

FAZIO 6,5. S’era gestito in settimana, gli tocca Zapata e lo mura bene. Provvidenziale in più di un’occasione, anche senza badare allo stile. A vuoto su Freuler al 19′, Sepe salva. Rara indecisione, poi sempre elegante (fin troppo) con qualche rischio. Gli va bene in tutta la prima frazione e si gestisce con esperienza nella seconda, giocando di posizione. Ma Pasalic lo brucia e lo lascia sul posto in occasione del pareggio. Peccato: sarebbe stata una partita da sette pieno ed oltre.

RUGGERI 6,5. Torna titolare nel “suo” stadio da braccetto sinistro. Dalle sue parti gira Boga, non facile da contenere. Se la cava su di lui ma si fa beffare da Demiral alle porte del 20′. La maglia da titolare gli mancava dal 20 marzo, accusa progressivamente un po’ di stanchezza. Cede dopo poco più di un’ora ed esce con la borsa del ghiaccio sul polpaccio sinistro. (dal 22′ st GAGLIOLO 6,5. Dentro subito con spirito combattivo, mood giusto e chiusura a doppia mandata. Pochi istanti prima del fischio finale potrebbe servire a Bonazzoli la palla dell’ultimo tentativo, ma l’opzione morbidezza s’inceppa).

MAZZOCCHI 7. Poco cercato dai compagni nella prima parte di gara. Da metà primo tempo in avanti mette il turbo pure lui. A inizio secondo tempo mette un cross al bacio per Lassana, Musso chiude la saracinesca. Indemoniato: anche quando arriva in ritardo, rimonta e porta a casa duelli su duelli. Finisce in preda ai crampi, corre tantissimo. (dal 39′ st DRAGUSIN 5,5. Si piazza a destra nel finale. Guadagna un calcio d’angolo importante a 4′ dal termine, poi però tiene in gioco Pasalic sul pari nerazzurro).

EDERSON 8,5. Che partita, di nuovo. Libra che è una bellezza sul centro sinistra e nell’aere, quando il cronometro segna il 27′ e la insacca da karateka. Ci prova anche dalla distanza ma non è fortunato. Ordinato nel contenimento, si propone sempre e comunque per ricevere il pallone, si libera sempre degli avversari e smista palloni ghiotti. (dal 39′ st KASTANOS 6. Non manca l’impegno).

BOHINEN 7. Scherma e dovrebbe far girar palla. Bene, benissimo nel primo compito, un po’ meno nel secondo soprattutto nel primo quarto d’ora. Quando l’Atalanta è costretta ad aprirsi di più, lui va meglio anche in geometria. Lievita alla distanza. A inizio ripresa s’inserisce alla perfezione e schianta un destro su Musso.

L. COULIBALY 7,5. Sua la prima conclusione verso la porta di Musso. La solita sostanza, argina atalantini a tutto campo e poi accompagna l’azione. Il suo primo controllo sembra sempre sbagliato, ma è impressionante come riesca in ogni occasione poi a correggerlo, sorprendendo gli avversari. Guadagna con maestria il calcio di punizione da cui nasce il gol del vantaggio. Peccato per il liscio dinanzi alla porta atalantina che sarebbe valso il raddoppio. Lo sfiora anche di testa agli albori del secondo tempo. Finale in debito d’ossigeno, si arrangia come può.

ZORTEA 7. Un po’ in affanno quando Hateboer mette le marce alte nel primi 10′, spinge comunque pochino e senza grande incisività. Il dinamismo non gli manca, col passare dei minuti mette in modalità on le giocate semplici e intelligenti. Come la gran palla per la discesa di Verdi al quarto d’ora della ripresa. Capisce che deve sacrificarsi in ogni zona di campo e lo fa senza cedere centimetri.

VERDI 6,5. Titolare dopo il piccolo acciacco del turno precedente. Guadagna subito un fallo importante, viene a prendere spesso palla nelle retrovie per poi combinare con i compagni e attaccare la linea dei sedici metri. Ispirato quando è nel traffico, sempre a suo agio in campo aperto. Prova a piazzarla a tu per tu col portiere avversario che ci mette il piedone. L’emblema di quanto sia “on fire” è il fondamentale recupero difensivo di metà ripresa nella propria area. Becca anche lui qualche fallo per rosicchiare secondi. Mette in campo tutto ciò che ha e chiude boccheggiando. (dal 39′ st MOUSSET 5,5. Nicola lo aggredisce fisicamente prima del suo ingresso al fine di spronarlo. L’inattività si vede tutta).

DJURIC 7,5. Imponente su Scalvini per l’assist dello 0-1. Esegue il suo classico compito alla perfezione: lotta, protegge, prende falli e fa salire la squadra. Nel secondo tempo Gasperini gli piazza addosso Djimsiti, lui non molla di un centimetro e continua ad aprire spazi dal nulla. Solita prova che va oltre la generosità, esce tra gli applausi del suo pubblico.(dal 33′ st BONAZZOLI 6. Difficile fare reparto da solo con dieci compagni che si dedicano esclusivamente – e giustamente – a difendere).

ALL: NICOLA 6,5. Più di qualcuno ci avrebbe messo la firma per un pareggio alla vigilia e invece esce dal Gewiss Stadium mordendosi le mani per non aver vinto. Senza Ranieri cambia nota, scegliendo Ruggeri. Sorprende Gasperini senza chiudersi, anzi giocandosela a viso aperto. Premiato nei primi 45′: la sua squadra è padrona del gioco e passa meritatamente in vantaggio. C’è sempre più chimica, con l’attenzione difensiva triplicata e gli inserimenti ficcanti delle mezzali. Il suo rivale non ci sta: doppio cambio nell’intervallo e poi la replica dopo 8′, togliendo un evanescente Zapata per puntare sulla tecnica di Miranchuk. La Salernitana soffre il giusto, non si piega e riparte pericolosamente anche in un paio di occasioni fino all’ora di gioco. Poi si abbassa troppo e tiene col fiato sospeso i tifosi, mentre l’Atalanta palleggia al limite dell’area granata alla ricerca di spazi, tecnicamente rinforzata anche dal disperato ingresso di Malinovskyi per Muriel che alleggerisce ancor di più il peso offensivo dei padroni di casa, vogliosi di puntare sulla qualità al limite dell’area. Le gambe abbandonano qualcuno, opera cambi e subisce la beffa quasi al 90′. Non convince la scelta di un Mousset lontano da una condizione accettabile. Ma la striscia positiva continua, è comunque un buon punto.

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