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Pagellone Genoa-Salernitana: Lassana ovunque, roccia Djuric. Verdi discontinuo

SEPE 7. Cerca il volo disperato sul servizio di Ekuban per Destro in occasione del gol dell’1-0. Qualche minuto dopo è determinante su Hefti. Prima del pari granata blocca con sicurezza il tiro del centravanti che l’aveva trafitto in precedenza. Resta lucido su Destro in avvio di ripresa: intervento prodigioso. Poi, nessuna chiamata di rilievo.

MAZZOCCHI 6,5. Perde un brutto pallone in avvio, poi diventa più concentrato. Scavalla quando può nella metà campo avversaria, puntuale nelle chiusure difensive.

DRAGUSIN 6,5. Letture corrette e presenza fisica importante in partita, con la cattiveria giusta. Tuttavia, c’è qualche neo. Troppo spazio a Ekuban sull’assist vincente per Destro: era giusto aspettarlo, accompagnarlo sull’esterno e non lasciarsi attrarre dal pallone, ma il romeno gli dà troppo campo e l’avversario prende una velocità incontrastabile.  S’invola in un contropiede di 70 metri e fa la cosa giusta, aspettando i compagni. Ma il focus sulla missione c’è.

FAZIO 6. All’erroraccio sul gol annullato a Portanova pone rimedio l’assistente Mondin. Dopo i brividi gelidi sulla schiena dei tifosi e la discutibile la scelta di andare al raddoppio in occasione del vantaggio genoano, si riprende l’autorevolezza che ne ha contraddistinto il rendimento soprattutto dei primi anni romani.

RANIERI 6,5. Troppo timido in partenza. Un paio di falcate nel primo tempo avrebbero meritato maggior fortuna, ma con le rincorse di Yeboah trova pane per i suoi denti. Destro gli passa davanti come un treno sul gol del vantaggio. Col passare dei minuti tira fuori la testa dal sacco e nei secondi 45′ alza il muro.

EDERSON 6. Esordio assoluto in granata e in Italia. Subito un’ottima giocata nello stretto per presentarsi. Mostra personalità, però esagera al 7′ quando pretende di uscire palla al piede da una situazione difficile. Accompagna spesso l’azione, però poi si perde nei ritmi e nella cattiveria di una sfida sportivamente all’ultimo sangue. Utile in fase di ripiego. (dal 17′ st PEROTTI 6. Pimpante a sinistra. Prova anche la conclusione nel finale, riesce in un recupero difensivo pulito e miracoloso su Gudmundsson).

RADOVANOVIC 5,5. Sente particolarmente la partita da fresco ex, avendo trascorso gli ultimi sei mesi a Genova da fuori lista ha voglia di riscatto e si vede. Tenta la prima conclusione (alle stelle) dopo 5′ e la seconda nel giro di pochissimo. Tiene bene il campo nella prima frazione, nella seconda gestisce male qualche pallone di troppo. La stanchezza si fa sentire, Colantuono se ne accorge e lo tira fuori. Esce con gli applausi del suo ex pubblico. (dal 29′ st KASTANOS 6,5. Gli viene chiesta sostanza, ne mette in quantità).

L. COULIBALY 7. Tra i migliori dei granata. Tantissimi recuperi preziosi. Ordinato e generoso, nella lotta non si risparmia mai. Un tantino frettoloso negli ultimi sedici metri. Finanche meglio nel passaggio a quattro in mediana.

VERDI 6. Discontinuo, si accende e si spegne a intermittenza. Comincia senza luce: prova a saltare l’uomo, ma a cavallo del 10′ gli soffiano la sfera con la squadra sbilanciata e il Genoa va vicino al vantaggio in ripartenza. Imbrigliato nella prima parte di gara, Colantuono lo sposta più sulla destra in una sorta di 4-4-2 da metà tempo. Lui si perde nel traffico e continua a sbagliare: da un suo passaggio impreciso nasce il capovolgimento del vantaggio locale. Però è 10 per davvero, non solo per la maglia che indossa: brilla poco prima dell’intervallo e tira fuori la discesa a destra e il cross che generano il pareggio. Secondo tempo in crescita. Fa ammonire Rovella, poi la benzina finisce. (dal 37′ st ZORTEA 6. Cerca di accelerare a destra nel finale).

BONAZZOLI 7. Dalla “settimana un po’ particolare” con l’esclusione dai convocati, alla chance dal primo minuto. E si conferma ancora implacabilmente uomo da trasferta. Cerca di aprire il gioco e di muoversi tanto lì davanti. Per 45′ alterna intuizioni nel soffiare palloni agli avversari a cose poco efficaci in fase offensiva. Poi, nel recupero della prima frazione la butta dentro come un rapace e va ad abbracciare il fisioterapista Mascolo in panchina. Il gol lo galvanizza. Conquista calci di punizione vitali. (dal 29′ st RIBERY 6. Combina bene con Perotti nello stretto, deve recuperare un minimo di smalto per poter restare in campo per più tempo).

DJURIC 6,5. Torna titolare nella partita che decise all’andata con la sua zuccata, con tanto di fascia da capitano. Come una finale al Ferraris, serve dare e prendere botte. Lui lo fa bene. Alla mezzora potrebbe tirare ma fa l’altruista. Si ripete con grandissima efficacia con la sponda dorata che Bonazzoli trasforma nell’1-1. Sempre presente anche quando si tratta di inseguire gli avversari. Esce stremato. (dal 36′ st MIKAEL 5. L’impegno non manca, la condizione sì. Scivola goffamente all’ultimo secondo con lo specchio della porta spalancato davanti).

ALL: COLANTUONO 6,5. Scelte stavolta molto convincenti, come i cambi. Nella parte decisiva è mancata però lucidità nelle ripartenze. Il figliol prodigo Bonazzoli va dalla tribuna al campo, riporta Djuric al centro dell’attacco, fa esordire Ederson. Tre cambi di rilievo rispetto all’undici che ha pareggiato contro lo Spezia, un solo trequartista (Verdi) e le due punte. Partenza in equilibrio, col passare dei minuti il Genoa prende le contromisure e riparte più volte; il trainer passa allora al 4-4-2 allargando Verdi ed Ederson. Il risultato è il vantaggio dei padroni di casa. Passata la sfuriata rossoblù, però, la Salernitana si compatta e trova il pareggio. Nel secondo tempo è arrembaggio Genoa: dà minuti a Perotti, poi se la gioca l’ultimo quarto d’ora con Ribéry a sostegno della punta e la qualità sugli esterni. Quando Djuric non ne ha più, va obbligatoriamente dentro un Mikael ancora parecchio indietro. Magari il punto è un altro mattoncino, ma rispetto alla X contro lo Spezia ha un sapore più convincente.

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