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Pagellone Inter-Salernitana: Vilhena il peggiore, male anche Daniliuc e Piatek

SEPE 5. Ha evidenti responsabilità sul destro di Lautaro che porta l’Inter in vantaggio. Vola su Skriniar al 37′. Sbarra la strada a Martinez (con un po’ di fortuna) anche all’ultimo giro di lancette del primo tempo. Nel secondo non può molto su Barella, poi la mira poco precisa dei nerazzurri soprattutto sulle palle inattive evita altri pensieri.

GYOMBER 6. Va oltre i limiti tecnici con uno spirito combattivo lodevole. Va a riconquistare nella metà campo avversaria un pallone che genera l’occasionissima di Kastanos al 20′. Evita il raddoppio di Dzeko poco dopo la mezzora con un recupero fulmineo. Contiene il resto come può.

DANILIUC 4,5. Dzeko è cliente scomodissimo, ma il peso specifico dell’avversario non giustifica i troppi buchi lì dietro. A valanga e in ritardo su Dumfries poco dopo il quarto d’ora: niente rosso per un pelo. Graziato pure in seguito su Calhanoglu. Da un suo erroraccio in fase di disimpegno nasce l’azione del raddoppio interista.

PIROLA 5,5. Il bis glielo concede… Lovato con il suo ennesimo forfait. Se la gioca con la determinazione di chi vuol dimostrare di essere da Inter: il suo cartellino è di proprietà del club nerazzurro. Non riesce ad arginare lo slalom di Barella sul 2-0. (dall’82’ SAMBIA sv. Prima va largo a sinistra, poi a destra, mostrandosi in entrambi i casi ancora piuttosto imballato).

CANDREVA 5. Cerca di proporsi in fase offensiva, ma il presidio di Dimarco è efficace. I suoi (tentativi di) traversoni non arrivano mai a destinazione nel primo tempo. Nel secondo un buon lancio di almeno 60 metri pesca Dia, ma sul senegalese si oppone Onana. Spende innegabilmente tante energie, ma non incide.

COULIBALY 5,5. La sua forza è teoricamente preziosa, ma nella pratica la lascia negli spogliatoi nel primo tempo. Stranamente si addormenta su palloni che in altri casi difenderebbe con più caparbietà. Migliora nella seconda metà di partita.

VILHENA 4. La “sorpresa” annunciata da Nicola in conferenza stampa è l’olandese con il compito di ribaltare il triangolo: un po’ regista, un po’ trequartista. Sembra però stupito anche lui e prosegue nell’involuzione. Non la becca mai. Anzi, in un ruolo in cui occorrerebbe assumersi responsabilità lui si nasconde dietro gli avversari, perde palloni elementari e non entra in partita. Pecca di sufficienza in zone di campo da coprire con ben altro spirito. (dal 76′ BOHINEN 5. Gli applausi del settore ospiti salutano il fondamentale rientro del norvegese dopo due mesi. Era difficile entrare e cambiare volto al match, però appare parecchio arrugginito).

KASTANOS 5. Alla seconda da titolare in stagione – la prima contro la Roma – gli tocca contenere Barella. Quasi non ci crede al 20′ quando ha l’occasione di tirare a botta sicura da posizione golosa: lo fa anche benino, palla di pochissimo sull’esterno rete. Una buona ripartenza al 34′, poi ciabatta malamente. Volenteroso, ma non basta. (dal 60′ VALENCIA 5. Nicola lo piazza mezzala con licenza di distendersi in avanti. Combina poco).

MAZZOCCHI 5,5. Ancora capitano dopo la parentesi Radovanovic. Non esplora praticamente mai la metà campo interista, obbligato com’è a tenere d’occhio Dumfries. Lo fa discretamente, rispondendo presente in fase difensiva. Spolvera via un po’ di timore reverenziale nel secondo tempo, tuttavia senza far del male all’Inter. (dall’82 BRONN sv. Finale da braccetto destro, con Gyomber centrale).

DIA 5,5. Al pronti-via sciupa un potenzialmente ottimo contropiede, poi serve sul sinistro di Kastanos il pallone del possibile pareggio. Dà l’impressione di avere le carte in regola per essere l’unico in grado di impensierire la difesa di casa, però non si accende come potrebbe. In apertura di ripresa ci prova di testa su lancio di Candreva e Onana si tuffa. La sua partita finisce praticamente lì

PIATEK 4,5. De Vrij, Skriniar e Acerbi gli tolgono pistola e fondina per 40′, poi il polacco si esibisce in un destro a giro che impegna severamente Onana. Unico lampo di una prova insufficiente. (dal 60′ BONAZZOLI 5. Lo stadio che lo ha plasmato nel calcio professionistico non gli dice bene. Tenta una deviazione di testa di poco alta sulla traversa e nulla più).

ALL: NICOLA 4,5. Cambia poco rispetto al Verona, con due sole novità di cui una obbligatoria. Ma l’Inter è superiore e gioca a velocità quasi doppia. I granata si affidano prevalentemente alla rapidità di Dia per creare grattacapi agli avversari, ma sbandano un paio di volte in difesa e nella gestione di palloni scottanti a centrocampo nel primo tempo. Troppo lente le transizioni, si rivela fallimentare l’esperimento Vilhena playmaker. Sul finire della prima frazione l’Inter va in gestione, senza rischiare più di tanto, e concede qualche metro in più. La Salernitana fa poco, le punte cercano costantemente il velo (sempre infruttuosamente) e, dopo aver dato la timida sensazione di poter tirare la testa fuori dal sacco a inizio ripresa, arriva il raddoppio locale causato dal l’ennesimo errore di gestione della sfera. Il tecnico si arrabbia e sotto di due gol le cose sembrano funzionare meglio, anche perché l’Inter mira al tris e lascia più spazi. Frattanto vanno dentro Valencia e Bonazzoli ed è (quasi) tridente. La posizione del cileno è ibrida, la mossa non porta benefici e la partita scorre via saldamente nelle mani della formazione di Inzaghi. Non era contro l’Inter che l’ippocampo avrebbe dovuto far punti a tutti i costi, però non si sono visti i miglioramenti auspicati sotto il profilo della prestazione.

1 Commento

1 Commento

  1. Rino

    16/10/2022 at 17:53

    Troppo catastrofista a parte Daniliuc e Sepe voti troppo bassi, il risultato no ma la prestazione c é stata in proporzione all’avversario…

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