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Pagellone Venezia-Salernitana: muro Gyomber, Casasola ispirato. Anderson decisivo

BELEC 6. Primo tempo quasi da spettatore nonostante la pressione dei locali per oltre mezz’ora. Controlla i tentativi di Aramu e Forte che si spengono a lato. Nella ripresa la mole di lavoro incrementa ma l’unico intervento con un pizzico di coefficiente di difficoltà sopra la media è sullo stacco aereo di Svoboda. Nulla può sulla rete lagunare.

AYA 6,5. Forte svaria su tutto il fronte d’attacco ma galleggia spesso nella zolla di campo tra lui e Casasola, è bravo a metterci più di una pezza. Tiene alta la concentrazione anche nella ripresa quando la pressione del Venezia si fa sempre più asfissiante. Sfortunato nella respinta sul diagonale di Crnigoj.

GYOMBER 7. Da quando è in granata si sta esprimendo su livelli probabilmente mai visti in Italia, gli stessi che gli valsero la chiamata della Roma. E’ il leader assoluto della retroguardia di Castori nonché dominatore sulle palle alte. Un autentico muro.

MANTOVANI 7. Un po’ lento nel giropalla difensivo quando si fa soffiare la sfera da un avversario. Per il resto è carico come una molla, attento e concentrato. Ringhia sull’ex compagno Bocalon. Prende un rischio nel finale difendendo leggero un pallone insidioso.

CASASOLA 7. Timido, forse eccessivamente, fino alla mezz’ora di gioco quando si limita a sparacchiare verso Djuric qualche pallone dalla trequarti. Al primo break la Salernitana passa. Lesto a fiondarsi su un pallone vagante a metà campo, s’invola verso l’area lagunare e pesca il liberissimo Anderson che dal cilindro pesca il gol dell’uno a zero. Mette nello zampino anche nella rete del raddoppio. Ha ancora gamba nel finale per consentire ai suoi di uscire dal guscio.

CAPEZZI 6. Castori lo lancia in campo un po’ a sorpresa chiedendogli di presidiare e all’occorrenza alzare la pressione sul portatore di palla avversario. Gara di grande sacrificio ed applicazione. Dall’88’ st CICERELLI sv.

DI TACCHIO 6. Neppure trenta secondi e finisce sul taccuino di Pairetto dopo un contrasto aereo fin troppo deciso. Solitamente in affanno contro le squadre che schierano il trequarti, stavolta scherma bene la difesa complice l’atteggiamento di Aramu che preferisce decentrarsi. Nella ripresa Zanetti ridisegna il volto dei suoi, soffre come il resto della squadra.

ANDERSON 7,5. Lì dove bagnò l’esordio nel campionato italiano segna la prima doppietta italiana. La prima rete è una prodezza balistica di precisione e prontezza, la seconda è tenacia e scaltrezza dopo aver lanciato Tutino a tu per tu con Lezzerini. Deve migliorare, e tanto, nella fase di non possesso, lascia talvolta Lopez solo contro due avversari. Dal 68′ KUPISZ 6. Castori lo getta nella mischia per conferire maggiore copertura e quantità alla mediana. Probabilmente si aspettava dal suo pretoriano qualche uscita in più palla al piede.

LOPEZ 6. Dei due esterni è sempre quello che resta più basso. Stavolta ne ha ben donde dovendo fronteggiare anche Aramu che si allarga spesso dalle sue parti nel tentativo di convergere e rientrare a tiro sul sinistro. Entra in ritardo su Fiordilino e si becca il giallo. Dal 69′ st VESELI 6. E’ l’uomo con cui Castori alza le barricate nel finale a difesa del vantaggio. Si appiccica a Di Mariano, si ritrova in mezzo a due avversari nell’azione del gol lagunare.

TUTINO 6,5. Un paio di giocate d’autore in avvio di gara ma troppo lontano dalla porta. Parte sul filo del fuorigioco sull’assist di Anderson, prova lo scavino ma trova la manona di Lezzerini ed il palo a negargli la gioia del gol. Fa a sportellate con Ceccaroni nel finale, manca la rete del definitivo ko. Dall’84’ st SCHIAVONE sv.

DJURIC 6,5. E’ il porto sicuro cui attraccare nei momenti di massima difficoltà e pressione avversaria. Il copione è quello già visto spesso in questa prima parte di campionato: Salernitana in trincea a respingere gli assalti avversari, a lui tocca tener palloni per far guadagnare metri e fiducia ai suoi. Dall’88’ st GIANNETTI sv.

ALL. CASTORI 7. Astenersi guardiolisti e amanti del tiki-taka. Il suo è un calcio quasi anacronistico ma tremendamente efficace. Perché il possesso palla non porta punti in classifica. Cinismo, solidità ed abnegazione sono i marchi di fabbrica della sua Salernitana. Il primato a questo punto del torneo non può più essere una semplice casualità.

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