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Quintavalli, pres. Reggiana: “Se per reagire bisogna subire, prendeteci come esempio”

“Prima di tutto i calciatori sono uomini. Vivono il dramma della malattia fuori dal campo e la situazione difficile di un calcio diverso, in campo. Non tutti godono di contratti milionari e il loro compenso è lo stipendio di un lavoratore che dona se stesso a quel sogno di 90 minuti fatto di lacrime e sudore spesso lontano da casa”. Sono parole affidate ai social, cariche di malinconia e amarezza, una stoccata (seppur morbida) e riflessioni dettate dai tempi, un tempo in cui a “comandare” non è il pallone che rotola sul campo, ma la malattia che attanaglia i nostri giorni, in questo anno maledetto. Sono le parole di Luca Quintavalli, che affida a facebook i pensieri per una partita decisa unicamente dal Coronavirus. Quello di oggi è stato probabilmente il primo match in Italia che ha visto come protagonista soltanto la pandemia e l’emergenza sanitaria che si vive in tutto il mondo.

Salernitana – Reggiana come risaputo oggi non si è disputata o meglio, non ha visto entrambe le compagini in campo. La squadra emiliana falcidiata decisamente dai casi di Covid tra giocatori e staff non è riuscita a realizzare la trasferta: il tutto – fino alla fine – tentando la carta del rinvio a data da destinarsi avendo già speso il proprio jolly la scorsa settimana. Dall’altra parte la Salernitana ha atteso sul rettangolo verde i canonici 45 minuti, dopo i quali il triplice fischio finale dell’arbitro avrebbe decretato la vittoria a tavolino per 3 a 0 ai padroni di casa. Un polverone, dal quale si alzano in questi minuti le stoccate e le polemiche, soprattutto da parte degli addetti ai lavori di casa Reggiana.

La Salernitana, la Reggiana e al centro il silenzio della Lega B– interpellata comunque in un disperato tentativo questa mattina – che non si è ancora espressa in merito. Vero è che però il regolamento sottoscritto e firmato dai presidenti delle società del campionato cadetto parla chiaro. Ed è proprio il presidente del club di Reggio Emilia che ha affidato ai social il suo pensiero per la paradossale situazione vissuta questo pomeriggio a Salerno e non solo: “La Reggiana è stata la prima a subire il dramma della malattia a Febbraio e ancora la prima oggi ad autodenunciare quel sacrosanto diritto alla salute e quindi alla vita, isolandosi nella diligente attesa della guarigione: se tutto questo non si chiama “forza maggiore” allora questo non è più calcio. I calciatori come gli sponsor, come i soci e come la gente hanno dato un aiuto concreto alla società in momenti difficili – ha sottolineato Quintavalli –  scrivendo pagine di storia che rileggeremo come monito di un passato giusto: questo rimarrà come virtù nella storia del nostro club e della nostra città: di questo neppure io come Presidente mai mi dimenticherò, perché il bene di uno è il bene di tutti e il bene di tutti è il bene di ognuno. Non parleremo certamente ai nostri figli tra qualche anno di 3 punti regalati perché stavamo guarendo da una pandemia globale non potendo giocare. Stiamo uniti. Se servisse dimostrare – ha concluso –  ancora una volta al mondo non solo sportivo che per reagire bisogna subire, allora prendeteci come esempio: ne usciremo, statene certi, più forti di prima”.

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