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Rampulla e quel gol storico: ritroverà la Cremo trent’anni dopo

Trent’anni fa scriveva la storia, poi ripetuta da altri suoi colleghi, all’Atleti Azzurri d’Italia, come si chiamava ancora lo stadio di Bergamo: Atalanta-Cremonese, 1-0 per i locali al 90′ ed il portiere grigiorosso avanza disperatamente in area avversaria. Accade che il calcio di punizione battuto dalla destra arrivi proprio sulla sua testa, per lo storico primo gol in massima serie (su azione) di un estremo difensore. Era Michelangelo Rampulla, oggi sessantenne, nello staff tecnico di Davide Nicola come preparatore dei portieri da metà dello scorso campionato.

L’ex di turno

Quel gol ha compiuto trent’anni il 22 febbraio. Rampulla ha ormai messo radici da tempo nel Cilento, per via delle origini della moglie, e sabato con il cavalluccio sul petto ritroverà la sua ex squadra. Con la casacca della Cremo ha giocato ben 278 partite tra il 1985 e il 1992, una pure all’Arechi senza beccare gol (0-0 in B il 14 ottobre del ’90). Rampulla, siciliano di Patti, troverà una porzione importante del suo passato, al di là della successiva esperienza alla Juventus, nella quale militò per dieci anni da secondo portiere. Proprio in maglia bianconera, nel 1995, l’unico precedente incrocio da ex: giocò 33′ al posto di Peruzzi contro la Cremonese al Delle Alpi in Serie A. Categoria dove ritrova i lombardi. Per la verità vanta esperienze con la casacca dei prossimi avversari anche Manolo Pestrin, collaboratore tecnico.

Quell’intervista a Repubblica

“Era un sogno, una follia. Qualcosa che sentivo dentro. Stavamo attaccando disperatamente, io avanzavo per seguire l’azione, ormai mi trovavo a centrocampo. Guardai il mio allenatore Giagnoni: “Che faccio, vado”?, lui allargò le braccia, fai un po’ tu. Il mio compagno Garzilli mi disse ‘vai, ti copro io. Correndo verso l’altra porta immaginai di segnare in rovesciata. ‘Se devi sognare, allora fallo in grande’, pensai. Ci avevo già provato un’altra volta, ma i nostri tirarono il corner troppo alla svelta e non feci in tempo”, raccontò Rampulla a Repubblica a febbraio. Il dettaglio di quell’azione storica del suo gol è ancora scolpito nella sua mente: “C’è questa punizione da destra: la batte Chiorri. Io sono al limite dell’area e nessuno mi marca: l’uomo in più. Adesso stacco alla Bettega e segno, mi dico. Però il pallone arriva più basso, basterebbe niente che me lo spostano dalla traiettoria e addio. Ma non lo spostano. Lo vedo ormai davanti alla mia faccia, lo colpisco più forte che posso, entriamo quasi in porta insieme, io e la palla. L’arbitro fischia. Paura! Stai a vedere che adesso mi dà contro un fallo di confusione, penso. Invece indica il centrocampo. Torno nella mia porta sorridendo. La curva dell’Atalanta applaude: hanno capito che è successa una cosa unica, il primo gol su azione di un portiere nella storia del campionato. Ma succede anche che, da lì in avanti, la gente dica: però, questo Rampulla sa anche parare, mica solo segnare”.

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