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Sannino e il rapporto con Salerno: “Erba del vicino sempre più verde, Lotito ha speso”

Oggi allena l’Honved in Ungheria ma Giuseppe Sannino ricorda perfettamente la sua esperienza in granata, iniziata col debutto ufficiale nel match di Coppa Italia sul campo del Benevento: “Quello spicchio di curva, in trasferta a Benevento, ce l’ho ancora davanti agli occhi: strapieno, tutto granata ha ricordato il tecnico di Ottaviano in un’intervista realizzata da Pasquale Tallarino per Il Mattino – Accadrà anche domenica sera e non mi meraviglio: se la squadra mette cuore e grinta, il popolo è dalla sua parte. Nel derby fu il mio battesimo. Era il 7 agosto e la concentrazione era già a mille, perché volevo e volevamo tutti partire con il piede giusto, regalando la qualificazione ai nostri tifosi. È bello vincere sempre i derby, pure sotto l’ombrellone. Noi ci riuscimmo con una partita complicata, in affanno, vinta ai calci di rigore: andai sotto la curva ad esultare sventolando la sciarpa. Non sono un ruffiano: era il mio grazie, perché la gente lo meritava».

Oggi, dopo oltre tre anni, la Salernitana è totalmente cambiata: “Vero, tutti cambiati: non c’è più nessuno dei miei, tranne Mantovani che sta guarendo e che in ritiro dovevo quasi frenare. Perché? Mica li ho mandati via io. Luiz Felipe l’ho fatto esordire contro tutto e tutti: Posso dirlo senza problemi e adesso gioca in Serie A con la Lazio. Mi pare che pure Coda sia arrivato in Serie A e si sia tolto qualche soddisfazione. Donnarumma è arrivato in massima serie. Dimenticavo: pure Vitale. Sono passati quattro anni. Quanti giocatori sono cambiati? Ditemelo voi. Magari contate il numero degli atleti per raccontare le campagne acquisti che si sono susseguite. Io, invece, dall’Ungheria, conto quanti allenatori si sono alternati. Ricordo quella notte nel Sannio, una notte d’estate e di sogni. Tutto cancellato dopo una notte da incubo, trascorsa in tribuna stampa contro la Pro Vercelli, prima del mio addio. Mi pongo domande”.

Sannino è arrivato ad una conclusione ben precisa: “A Salerno c’è sempre la tentazione di considerare l’erba del vicino più verde e invece occorre cura per questo giardino. Sento dire ‘Lotito, Lotito’ ma il presidente i soldi li ha spesi. Poi il frutto degli investimenti bisogna ottenerlo in campo con calma, pazienza. Adesso c’è Ventura, allenatore esperto e preparato. Non a caso, pure lui ha predicato calma, pazienza, i giusti tempi di crescita. Spero che la Salernitana arrivi in Serie A. Sarebbe la fine di un’agonia legata a troppe aspettative, troppi cambi di umore. Bastano due vittorie ed è boom di prevendita: biglietti del settore ospiti polverizzati in due ore. Basta poco, però, per incenerire tutto. Questo fa parte del calcio e delle città passionali: un calciatore lo sa, un allenatore pure. Deve accadere, però, che chi vive la Salernitana, ciascuno per i propri compiti, sappia gestire il momento di difficoltà, altrimenti ci si incarta”.

Sulla possibilità di considerare l’acquisto di Rosina: “Lo ha fatto l’Alessandria. Rosina conosce la stima che ho di lui come uomo e professionista. Non mi rimangio una virgola di quello che ho sempre detto e pensato: uno dei migliori calciatori allenati dal sottoscritto. Gli diedi la fascia di capitano al primo giorno di scuola, al debutto in trasferta, contro lo Spezia, perché era il calciatore di maggiore pedigree, in grado di trascinare la squadra. Ne sono ancora convinto: lui poteva essere un leader. Dispiace che non abbia avuto fortuna a Salerno e che sia finito poi ai margini del progetto. Gli auguro di chiudere la carriera divertendosi”.

Una previsione del derby: “Partita dura e difficile, ma animata da due squadre che hanno uomini e mezzi tecnici per giocare a calcio. Sarà uno spettacolo gradevole e la Salernitana arriva a questo derby con il giusto atteggiamento, con l’animo sereno. Affronterà una rivale che secondo me ha già vinto il campionato, perché il Benevento ha ampio margine e può solo incrementarlo. Il campionato può perderlo solo il Benevento. All’andata, allo stadio Arechi, dimostrò già di essere fuori categoria. Poi i derby prescindono dai valori tecnici e hanno sempre una storia strana, sono partite atipiche. Ciò non toglie che il Benevento sia la squadra più forte del campionato, perché può far leva su un organico sontuoso e sulle ampie rotazioni. La Salernitana ha trovato morale, equilibrio, prestazioni: le due vittorie consecutive sono la conseguenza di tutto questo. Può ritrovarsi tra le grandi a fine stagione e ambire al meglio, attraverso i playoff”.

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