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Sousa con i piedi per terra. Dopo gli olè della Sud: “Manteniamo umiltà, tifosi nostro orgoglio”

Avevano promesso “fuoco e fiamme” sugli spalti per spingere la Salernitana di Paolo Sousa e in 23060 presenti all’Arechi hanno risposto “presente” alla chiamata della vigilia. Un sole che sa d’estate e un’atmosfera diventata subito calda. Per 90 minuti e oltre la torcida granata non ha mai smesso di incitare gli uomini dell’ippocampo sul rettangolo verde, anche dopo il cartellino giallo (figurati) mostrato dal mister di casa. Perchè Paulo Sousa controlla campo e spalti: il tecnico portoghese è attento a ogni dettaglio e resta in partita fino alla fine. Vuole che anche il pubblico faccia così. Non ha gradito gli olè della Curva Sud Siberiano intorno al 36′ del secondo tempo (ad ogni passaggio di palla effettuato dai giocatori), a 3-0 abbondantemente consolidato e ha eloquentemente fatto cenno di “mantenere la calma”.

Il fatto

Dopo essere andata in controllo totale della partita, la Salernitana ha provato a palleggiare e il pubblico ha accompagnato i passaggi dei granata con un classico, a mo’ di corrida. Sousa si è fiondato ben al di fuori dell’area tecnica chiedendo al pubblico di evitare. Partita non finita e necessità di non mancare di rispetto all’avversario, si può immaginare. Ma anche un po’ di sana scaramanzia. Era accaduta una cosa simile a San Siro durante Inter-Benfica, quarto di finale di ritorno di Champions, quando i tifosi dell’Inter avevano avuto un atteggiamento analogo sul 3-1, iniziando a sbeffeggiare gli avversari… che hanno poi pareggiato la partita alla fine.

Il commento

Il tecnico ha così commentato l’episodio a fine partita: “Dobbiamo mantenerci umili, essere fieri, orgogliosi, sempre con i piedi per terra e creare una base di valori importanti che ci portino a vivere un’emozione positiva. Non me la prendo con nessuno – ha sottolineato Sousa in sala stampa – sono qui convinto che è l’umiltà e l’orgoglio di questa città che ci farà crescere e vincere le partite. Certi valori sono importanti. Chi viene qui allo stadio fa sacrifici, so che tanti devono fare i conti per acquistare il biglietto in casa e trasferta, voglio vedere questo anche nei giocatori, l’importanza di questa chimica è fondamentale”.

I disagi e le segnalazioni

Ma non è tutto oro quel che luccica. E se da un lato la prestazione del cavalluccio lascia la felicità di un sabato pomeriggio di primavera con i supporter che hanno dimostrato amore e infinita passione in una partita spartiacque per il raggiungimento dell’obiettivo salvezza, dall’altro i disagi e i problemi riscontrati dai fruitori dell’impianto di via Allende riempiono i social e non solo. Da segnalare l’apertura dei cancelli dello stadio in ritardo ma anche la chiusura del varco di ingresso riservato ai possessori di abbonamento che hanno rallentato decisamente le operazioni di “smaltimento” della coda. “E’ inutile dire che i cancelli aprono prima e consigliarci di venire presto allo stadio – ha commentato un tifoso – se poi aprono dopo più di mezz’ora”. A fare il giro del web anche le condizioni in cui versa l’impianto in attesa di un restyling totale che si spera possa arrivare presto.

Tutto succede sotto gli occhi di patron Danilo Iervolino, dell’amministratore delegato Maurizio Milan e dei legali Francesco Fimmanò e Rino Sica, tutti presenti all’Arechi, oggi per la festa della Bersagliera. Il presidente granata, arrivato molto tempo prima allo stadio, ha chiacchierato a lungo a bordocampo con l’allenatore portoghese dopo aver fatto visita alla squadra durante l’allenamento di rifinitura ieri al Mary Rosy. Allo stadio fa capolino anche l’ambasciatore messicano Carlos Garcia de Alba che ha voluto ammirare da vicino le prestazioni del “Memo” Ochoa, diventato presto idolo dei supporter granata. Foto per lui alla fine del match con il portiere, felice della speciale visita.

La festa, comunque, esplode al triplice fischio finale tra cori, gioia e il lungo applauso ai giocatori che mano nella mano raggiungono i tifosi. Un unico abbraccio dall’inizio alla fine.

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