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Super Benevento, volere è potere: Vigorito torna meritatamente in A, gioiscono anche 5 ex granata

Retrocedere dalla Serie A, perdere la semifinale playoff l’anno seguente e nel torneo ancora successivo riprendersi la massima serie con ben sette turni d’anticipo. Volere è potere. Oreste Vigorito ha saputo coniugare la potenza economica all’oculatezza e alle capacità per allestire un super Benevento, meritando la promozione in massima serie. Può andarti male un anno, ma se vuoi davvero una cosa vai a prendertela al primo tentativo utile.

Dalla scelta dell’allenatore – il motivatissimo e umile (nonostante i fasti della carriera da calciatore) Pippo Inzaghi – alle operazioni del direttore sportivo Pasquale Foggia, giovane e intraprendente. Certo, qualcuno potrebbe obiettare affermando che un portafogli come quello del presidente sannita aiuta. Ma determinate strade non si imboccano per caso, spendendo e spandendo con poco costrutto. La Cremonese, per esempio, è solo l’ultimo e lampante esempio in tal senso. Vigorito non solo ha ritrovato la Serie A che aveva storicamente raggiunto nel 2017, salvo poi abbandonarla mestamente con un pizzico di inesperienza per la categoria, ma ha rilanciato e adesso sogna di trasformare il Benevento “nell’Atalanta del sud”. Sempre posato e garbato, il presidente beneventano non ha mai nascosto il suo essere pro Campania (clicca qui per ascoltare l’intervista al termine di Benevento-Salernitana) e il suo desiderio di vedere le tre corregionali in A inizia a prendere forma: ci ha riportato il Benevento, mancherebbe l’ippocampo che però sta attraversando un difficile momento di risultati, come da qualche anno a questa parte accade nei momenti verità del campionato.

Nel Sannio gioiscono anche cinque ex della Salernitana. Oltre al già citato Foggia, che ha chiuso la carriera in granata ed è dovuto andare altrove per iniziare la carriera da dirigente dopo che si erano ricuciti i rapporti con Claudio Lotito, si tratta di Gori, Tuia, Improta e Coda. Marginale il compito in campo del primo, ormai quarantenne e chioccia degli altri portieri, più da uomo spogliatoio. Il bomber di Cava de’ Tirreni, invece, pur segnando meno del previsto (7 centri in 30 partite) ha dato il suo apprezzabile contributo ugualmente: è in scadenza di contratto, ha 32 anni e vanta diversi estimatori nella B che verrà. Anche Improta ha trovato una definitiva consacrazione: 4 gol in 27 partite per l’ex genoano (criticato ieri sui social per aver postato un video di un coro di scherno nei confronti della tifoseria salernitana, “chi non salta è pisciaiuolo”, nda). E poi c’è Alessandro Tuia. Era – sarebbe ancora – una bandiera granata. Nell’estate 2018 Lotito però decise di non rinnovargli il contratto e lui fu chiamato dall’ex compagno Foggia a Benevento. Ha segnato 3 gol in 17 apparizioni, convivendo però con problemi di natura fisica tra gennaio e febbraio.

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