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UFFICIALE. Lega di A recepisce ordinanza: il cambio di data e ora per il derby

Ventiquattro ore (o poco più) prima rispetto alla sua collocazione originaria, è arrivata l’ufficialità. Napoli-Salernitana si giocherà non più domani ma domenica alle 15. Di Lorenzo e soci scenderanno in campo sapendo già il risultato di Inter-Lazio. Dovessero i nerazzurri fare risultato, al Napoli basterà battere i granata per conquistare il terzo titolo della storia. La Lega di Serie A infatti ha appena recepito le prescrizioni della Prefettura di Napoli e del Viminale con la pubblicazione del comunicato ufficiale che annuncia la variazione in calendario. Contestualmente Udinese-Napoli slitta a giovedì alle 20:45 e Udinese-Sampdoria all’8 maggio alle 18:30.

Una decisione che evidenzia poco rispetto nei confronti della Salernitana, invitata suo malgrado ad una festa a cui non ha nessuna voglia di partecipare, visto che è esclusivamente mentalizzata sul raggiungimento della sua salvezza. Uno schiaffo alla società granata, sempre cortese nei confronti dei corregionali e che ora – forse tardivamente – seppur tenendo signorilmente bassa la voce, prova quantomeno a rimarcare il torto subito nell’avere un giorno in meno per preparare la delicatissima sfida infrasettimanale con la Fiorentina. Una scelta peraltro irrispettosa anche nei riguardi dei tanti tifosi “fuori sede” azzurri che magari avevano prenotato per tempo trasferimenti e soggiorni per assistere alle prossime due sfide del Napoli contro i granata e ad Udine. Stesso discorso per i “fuori sede” e fidelizzati granata ai quali è stata aperta la trasferta con una prevendita di sole 48 ore iniziata ieri (ancora con dubbi sulla collocazione della partita). Come può un tifoso non residente a Salerno e provincia organizzarsi per essere al Maradona se l’ufficialità di data e orario del match arriva quando mancano poche ore al termine della prevendita ospiti (le 19 di oggi)? Ma non è tutto. Perché il forcing delle forze dell’ordine mascherato da ragioni di sicurezza trasmette implicitamente un messaggio di ingestibilità e caos che certamente non può né deve far piacere alla tifoseria partenopea e a tutti gli amanti del calcio. Perché lo scudetto del Napoli è meritatissimo ed è giusto che la città possa liberare i festeggiamenti. Nello stesso tempo non convincono le modalità di quella che risulta un’imposizione senza certezze: chi ha detto che la Lazio non possa vincere in casa dell’Inter? Chi ha detto che la Salernitana sia già in partenza vittima sacrificale della pur fortissima compagine azzurra, la quale però solo una settimana fa ha impattato 0-0 col non irresistibile Verona?

Insomma, stimoli in più per Gyomber e compagni, considerati pressoché unanimemente carne da macello da sacrificare sull’altare di un rito pagano atteso oltre trent’anni. Paulo Sousa batterà (anche) sul tasto dell’orgoglio per cercare di rimandare la festa dei futuri campioni d’Italia. Sarà difficilissimo con un ambiente carico a pallettoni. E ci si ferma qui, scacciando ogni forma di sospetto e dietrologia che pure bussa alla porta vista questa improvvisa, insensata ed immotivata “fretta” di festeggiare un traguardo – quello del Napoli – distante comunque pochissimi passi. Il recente exploit del Verona non induce certo all’ottimismo ma quantomeno infonde un pizzico di coraggio ai granata. Il campo finalmente c’è, le squadre pure, manca soltanto il pallone. Chi lo porterà?

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