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Un 2021 sulle montagne russe: i sogni, la realtà Serie A e la paura esclusione, poi il lieto fine

È stato un 2021 di sentimenti contrastanti per i tifosi della Salernitana. Un anno caratterizzato nella prima parte dall’inebriante gioia per il ritorno in Serie A dopo 23 anni di attesa e nella seconda parte dall’ansia e dalla paura di veder scomparire (ancora una volta) la propria squadra del cuore. Un anno sulle montagne russe, che proprio nei suoi ultimi minuti ha regalato la notizia dell’accettazione della proposta vincolante d’acquisto presentata da Danilo Iervolino, instradando il percorso verso la cessione e il tanto auspicato cambio di passo, con risoluzione della grana multiproprietà.

Rinascita post Empoli, paura Dziczek

Sportivamente l’anno non comincia bene per la Salernitana di Fabrizio Castori. Nel mese di gennaio i granata incappano in due ko consecutivi che seguono quello di fine 2020 a Monza (3-0). Il 4 gennaio il Pordenone vince 2-0 all’Arechi, tra le polemiche per l’arbitraggio di Rapuano che sventola due rossi a Capezzi e Di Tacchio. Dopo la pausa la Salernitana si presenta ad Empoli e incassa un pesante 5-0 che manda nello sconforto molti supporter, convinti che sia l’inizio di un calo. E invece… proprio dalla sconfitta in Toscana la squadra di Castori trova la forza per rimettersi in piedi e inanellare dodici partite senza ko (tre vittorie e ben nove pareggi), incassando appena quattro reti. Spiccano il pari in extremis di Pisa, le vittorie esterne di Ascoli (0-2) e Cremona (0-1) e quella in casa contro il Brescia firmata da Bogdan, ma anche le occasioni perse come i pareggi con Vicenza e Spal, caratterizzati dagli errori dal dischetto di Tutino e Di Tacchio. Al Del Duca si vive purtroppo anche un dramma in campo, quello di Patryk Dziczek. Nel finale di gara il centrocampista polacco si accascia al suolo, perdendo i sensi. Fondamentali i primi soccorsi di capitan Di Tacchio e dell’ascolano Parigini, prima del trasporto all’ospedale in ambulanza. La sua stagione non proseguirà, doveroso lo stop dall’attività agonistica; i compagni lo ritroveranno in città qualche settimana più tardi dopo il ricovero a Roma.

Il testa a testa col Lecce fino alla festa di Pescara

La serie positiva del cavalluccio si interrompe il 2 aprile a Lecce, i giallorossi vincono con le reti di Pettinari e Maggio; i granata scivolano al quarto posto a meno quattro proprio dalla squadra di Corini con sette partite da giocare. La banda Castori si rimette però subito a correre. Il destro a giro di Cicerelli regala tre punti contro il Frosinone, poi la comoda vittoria di Chiavari che rimette i granata a contatto col Lecce, sconfitto in casa dalla Spal. Il 17 aprile una delle partite simbolo della cavalcata promozione. Con due gol di Gondo tra il 92′ e il 94′ i granata ribaltano il Venezia e restano agganciati al treno promozione diretta. Il 1 maggio all’Arechi però arriva il settimo ko stagionale contro il Monza (reti di Frattesi e doppietta di Balotelli) che si avvicina in classifica; un ko indolore visto la contemporanea sconfitta casalinga del Lecce col Cittadella. Nel turno successivo, il trentaseiesimo, proprio il Monza batte di misura il Lecce; a Lignano Sabbiadoro la Salernitana strappa tre punti in extremis contro il Pordenone che valgono il secondo posto in classifica. Il rigore al 96′ di Tutino è un segno premonitore. La Salernitana non sbaglia più. Bogdan e André Anderson regolano l’Empoli il 7 maggio; Arechi chiuso per Covid, ma la festa è all’esterno. Il 10 maggio Anderson, Casasola e Tutino riportano Salerno nell’olimpo del calcio dopo 23 anni di attesa. In città esplode la festa, mentre la squadra festeggia a Cascia. Una gioia rovinata in parte dalla morte, durante i festeggiamenti, del giovane Loris Del Campo, vittima di un incidente. Il 14 maggio la Salernitana viene premiata allo stadio Arechi, prendendosi all’esterno l’abbraccio virtuale della sua gente.

Nodo multiproprietà, c’è il Trust

La promozione fa ovviamente rispuntare prepotentemente fuori il tema multiproprietà. L’articolo 16 bis delle Noif impedisce ad uno stesso soggetto di possedere due squadre nel medesimo campionato, tradotto la Salernitana va venduta entro un mese. Un problema noto da anni a Salerno e che Lotito e Mezzaroma sapevano si sarebbe presentato in caso di promozione. La città comincia a mormorare. Entro il 25 giugno va definito il passaggio quote. Per i co patron la Salernitana vale 80 milioni e le offerte latitano, l’unico reale interesse sembra essere quello di Andrea Radrizzani, proprietario del Leeds United. La sua offerta però viene respinta. Il tempo stringe e si fa largo l’idea del trust per avere sei mesi di tempo e completare con più calma la vendita. Una soluzione che la FIGC sembra gradire. Il 25 giugno Morgenstern S.r.l. e Omnia Service S.r.l. trasferiscono le quote nel trust “Salernitana 2021”, affidando ai trustee Susanna Isgrò (Melior Trust) e Paolo Bertoli (Widar Trust) il compito di vendere in sei mesi, pena l’esclusione del club dalla Serie A; come amministratore unico della società viene nominato il generale Ugo Marchetti. Una struttura giuridica che però necessita, secondo la Federazione, di alcuni accorgimenti. La Salernitana viene iscritta con riserva al massimo campionato e il trust rivisitato viene accettato il 7 luglio. I granata possono finalmente pensare al campo, con tutte però le difficoltà del caso.

La Serie A e il lieto fine cessione

La società deve autosostenersi e non è semplice per il confermato dg Fabiani e l’allenatore Castori condurre il mercato. La rosa viene rinforzata con giocatori a costo zero (Strandberg, Obi, Kechirda, Lassana) e prestiti (Ranieri, Delli Carri, Ruggeri, Kastanos, Zortea, Bonazzoli); vengono confermati Belec, Veseli, Bogdan, Gyombér, Jaroszysnki, Capezzi, Di Tacchio, Mamadou Coulibaly e Djuric. Arrivano anche Gagliolo e Simy e il colpaccio Ribéry ad infiammare la piazza. L’impatto con la massima serie è però tosto, quattro i ko nelle prime quattro giornate; il primo punto arriva alla quinta, grazie al 2-2 col Verona. Il 2 ottobre Djuric firma la prima vittoria contro il Genoa, ma le difficoltà proseguono. Dopo il ko di La Spezia il generale Marchetti decide di esonerare Castori (non senza polemiche, anche a causa dei toni); a Salerno torna, dopo tre anni, Stefano Colantuono. Il trainer di Anzio esordisce con un pesante ko contro l’Empoli; a Venezia, il 26 ottobre, arriva la seconda vittoria, grazie alla rete in extremis di Schiavone. I granata però continuano a restare nei bassifondi della classifica. La rosa presenta limiti tecnici ed è falcidiata dagli infortuni; singoli come Simy e Gagliolo deludono. La situazione societaria continua a non sbloccarsi e incide negativamente sulla squadra che non riesce ad isolarsi. La cronaca recente è nota: le sconfitte contro Juventus, Milan, Fiorentina e Inter, il focolaio Covid in squadra e il rifiuto della FIGC alla proroga del trust. La paura dell’esclusione, poi il sospiro di sollievo. Con Danilo Iervolino Salerno spera di voltare finalmente pagina dopo un 2021 caratterizzato da troppi alti e bassi.

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