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Un fiume granata attraversa l’Italia e invade Empoli. Applausi per Perotti

Vittorio Tosto alla vigilia lo aveva detto: sembrerà di giocare al “Vestuti”. E ci aveva visto bene, anzi benissimo, da profondo conoscitore della piazza salernitana. Al “Castellani” non c’era settore senza chiazze granata; un lago di passione, i cui fiumi di gente affluivano da ogni via d’accesso dell’impianto toscano. Settore ospiti ribollente di passione, ma anche la Curva sul lato opposto del campo, la tribuna e la gradinata dei tifosi empolesi, ai cui lati civilmente si sono posizionati i salernitani evidentemente non residenti in Campania. Incredibile a dirsi, strano a vedersi, ma la squadra i cui tifosi occupano entrambi i settori alle spalle delle due porte, giocava in trasferta.

L’atmosfera fuori dallo stadio è quella tipica del calcio inglese ed è stata favorita dal clima estivo che ha accompagnato il pomeriggio. Tifosi granata giunti da ogni parte d’Italia, bambini muniti di cappellino e bandiera, entusiasmo palpabile.

Nessuna tensione con la tifoseria locale, forse stupita da una simile “pacifica” invasione e costretta a stringersi un po’ nei settori abitualmente neutrali. E da queste parti si ricorderà l’accoglienza riservata al bus sociale empolese, fischiato sonoramente dai tifosi salernitani che ha lasciato di sasso anche i calciatori di Andreazzoli, che avranno chiesto all’autista se avesse per caso sbagliato strada.

Non avevano sbagliato settore i supporters granata, che pur di essere presenti quest’oggi hanno acquistato i “salati” tagliandi della tribuna centrale e della “poltronissima”, gli ultimi ad andare esauriti, generando qualche disorientamento negli steward chiamati a verificarne l’identità.

Ed Empoli è stata invasa dalla tarda mattina ma i vessilli granata abbondavano già sugli autogrill, in Autostrada, nei ristoranti della zona. Una carovana, un esodo, che fa respirare l’aria delle grandi occasioni. Delle gare da non fallire. Purtroppo non è andata come tutti si aspettavano: la Salernitana non è andata oltre il pareggio per 1-1, rimandando tutti i discorsi all’esito delle dirette concorrenti.

Non c’è stata partita sugli spalti. Talmente forte l’urlo ospite, da impedire l’ascolto della formazione empolese nella lettura dello speaker. E i tifosi granata si sono distinti anche nell’incoraggiamento “Diego Diego” rivolto a Perotti, in lacrime ed accasciato al triplice fischio, per aver mancato il rigore della possibile vittoria. Bisogna soffrire ancora, come sempre, come nel DNA di questi colori. E non ci si sorprende. Perché è quello che ha caratterizzato la storia ultracentenaria della “Bersagliera”.

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