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Un “Tango” di emozioni, Kastanos e Nicolussi ai baby calciatori: “Sacrifici e valori per raggiungere obiettivi”

In occasione dell’ultima giornata della rassegna “Tango, storie di calcio e passione”, i calciatori della Salernitana hanno incontrato i piccoli atleti delle scuole calcio salernitane, presso il Centro Sociale di Salerno. I piccoli calciatori si sono confrontati con una delegazione granata, composta da Hans Nicolussi Caviglia e Grigoris Kastanos. Dopo i selfie di rito, la presenza dei due calciatori ha suscitato la curiosità dei ragazzini che hanno rivolto varie domande ai due. Presente anche l’amministratore delegato della Salernitana, Maurizio Milan che si è soffermato sull’importanza della formazione e del settore giovanile, davanti a quelli che – si spera – saranno i calciatori del domani. Non mancano momenti di leggerezza e qualche simpatica battuta. Qualche baby giocatore si è spinto oltre e ha chiesto a Kastanos: “Cosa pensate della partita contro il Napoli?” ed il giocatore ha mostrato subito la risposta pronta con un convinto “vinciamo!”.

Un vero e proprio “tango” di emozioni nei racconti dei due giocatori dell’ippocampo che si sono “messi a nudo” tra passato, sogni, presente e futuro. A raccontare infanzia e adolescenza sono i due che hanno condiviso anche una piccola parentesi bianconera alla Juventus. “Sono nato in una piccola vallata in Valle D’Aosta ed ho iniziato a giocare nella squadra del mio paese. Avevo 9 anni quando ho fatto il provino con la Juventus: mi hanno preso ed ho iniziato a fare avanti e indietro per gli allenamenti fino a quando sono diventato maggiorenne – ha sottolineato Nicolussi Caviglia – i sacrifici sono tanti sia a livello calcistico che a livello umano però l’obiettivo li fa accettare. Ho sempre avuto come riferimento Cruijff che è stato non solo un grande giocatore, ma anche dirigente ed allenatore. Ha fatto una rivoluzione per questo gioco. Lui è il mio idolo anche perché mia sorella abita ad Amsterdam, ed è una ballerina, ed ho visitato molte volte la città ed i luoghi in cui lui ha vissuto. Mi sono informato per sapere sempre molto di lui”.

Hans si divide tra libri, film e hobby: “Ho sempre amato la montagna. Sono nato in una regione montuosa ed amo sciare o fare escursioni. Leggo molti libri e mi piace andare al cinema: queste passioni le ho scoperte quando andavo a scuola ma anche adesso, pur essendo molto difficile, mi interesso ad altro per essere una persona a tutto tondo”. Tutto pur di raggiungere gli obiettivi: “Tra le persone ricche ed i poveri l’unica differenza è il conto bancario. Io sono dell’idea che tutte le persone che hanno avuto successo nella loro vita hanno aspettato ed avuto pazienza. Mentre si ha pazienza si deve lavorare per raggiungere qualsiasi obiettivo e seguire la strada prefissata”. Per Nicolussi Caviglia, Salerno è già parte del cuore: “Io ho vissuto in molte città prima di Salerno ma qui, la prima volta al Sud, mi sono trovato subito benissimo. La passione dei tifosi e della gente di Salerno non si trova ovunque e questa è una delle tifoserie migliori d’Italia: sono una spinta e penso che anche nei momenti difficili ci aiutano. Venivo da Bolzano, sono stato in varie città diverse, e quando sono arrivato a Salerno ho trovato un altro entusiasmo”. Il centrocampista ha continuato: “Mi sono allenato con molti campioni e ciò mi ha dato molto. Fin da piccolo ho avuto allenatori che mi hanno fatto migliorare e quando sono arrivato nel calcio professionistico mi sono accorto che serviva emergere prendendo spunto dai più forti. Una cosa non scontata è far coincidere l’aspetto umano con quello calcistico. Bisogna sempre seguire i valori etici in qualsiasi cosa si faccia. Bisogna avere anche tenacia e passione per raggiungere un proprio obiettivo. Ma alla base bisogna avere dei valori giusti per fare il resto. I social? Io li utilizzo per il calcio perché la vita privata preferisco tenerla per me. L’infortunio? È stato frustrante perché non dipendeva da me il fatto che non andasse tutto per il verso giusto. È stato un periodo lungo però ho sempre tenuto la giusta determinazione e avevo un obiettivo perché ero sicuro al 100% di me stesso. Ne sono uscito da persona diversa, molto più consapevole e ho imparato tanto”.

“Io sono nato praticamente dentro il mare e per me è come stare a casa: dove c’è il mare c’è vita”. Parola di Grigoris Kastanos: “Penso che chi non ama i tifosi della Salernitana non possa fare il calciatore. Quando stavo alla Juventus non mi sono mai accorto di chi avevo vicino. Quando te ne vai, ti ricordi tutto e capisci che avevi avuto a che fare con persone che erano esempi per come si allenavano, giocavano, comportavano e mangiavano. Noi abbiamo la fortuna di vivere tutto questo comunque da vicino. Abbiamo molti campioni anche a Salerno e chiediamo ogni giorno cosa sbagliamo e come possiamo migliorare. Fazio, Ochoa e Ribery sono molto disponibili e ci aiutano”. Poi qualche piccolo calciatore chiede: Com’è fare gol in serie A?”. Kastanos scherza: “Bisogna chiedere a Dia“. Poi torna indietro nel tempo e alle sue radici: “Difficile uscire da Cipro perché non c’è visibilità ma sono grato alla Nazionale per essere dove mi trovo in questo momento. I social? Li uso solo un’ora al giorno. Preferisco riempire le mie giornate in altro modo piuttosto che stare al telefono”. Il calciatore dell’ippocampo riavvolge il nastro allo scorso anno: Gol sbagliato all’Olimpico? Io gioco a calcio e farò altre duemila volte quell’errore lì ma l’importante è non mollare e andare sempre avanti”.

 

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