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“Vorrei che il Paradiso fosse sold-out”…come la Curva Sud: il derby dei diciottomila tifosi

“Vorrei che il paradiso, fosse sold-out”…cantano i The Giornalisti. “..sold-out, sì ma granata”, canta la torcida, tra una fila ai botteghini affollati e un “Che bello è..” condito da applausi e rullo di tamburi. Diciottomilatre. Un numero, così alto, che i tifosi dell’ippocampo avevano quasi dimenticato, così come l’Arechi che non ne sentiva il calore dell’abbraccio, da tanto, troppo tempo. Il derby dei tifosi, che ritornano. Il muro granata, la Curva Sud Siberiano, sold out, che non lo era dal lontano 2016 e da quell’infernale playout contro il Lanciano. La giornata granata, è stata colorata di granata per davvero, dai nastri di partenza, fino alla fine, quando i botteghini dell’impianto di via Allende sono stati presi letteralmente d’assalto dalle 16.30 di ieri, facendo registrare file lunghissime fino al fischio d’inizio del match tra Salernitana e Benevento. L’affetto, il calore, l’attaccamento alla maglia. Il tanto atteso arrivo di Alessio Cerci, che ha calpestato per la prima volta il rettangolo verde del principe degli stadi, tra i cori che lo hanno incitato e accompagnato, così come hanno accompagnato i giocatori e il mister Gian Piero Ventura lungo il tunnel dopo il consueto riscaldamento. Scacciati i malumori, con l’unico obiettivo di dimostrare la forza e la potenza di una delle tifoserie più belle d’Italia. Perchè di questi numeri, i giovanissimi probabilmente ricorderanno poco. Ricordo che per un attimo è stato rivolto al giovanissimo Vittorio Senatore, deceduto in un tragico incidente stradale – a soli 16 anni – nella notte tra sabato e domenica e che in quella Curva, ha vissuto attimi di spensieratezza appassionata, da piccolo grande tifoso della Salernitana. Il cuore grande degli ultras, che dell’attaccamento alla maglia ne hanno fatto un leit-motiv, tra appelli social e il forte e continuo dissenso per la società rappresentata dai due patron Lotito e Mezzaroma e dal ds Fabiani. Sciarpe al cielo all’inizio del secondo tempo e “la Curva la coloriamo di granata”: detto-fatto, così come promesso durante la trepidante attesa del monday-night di questo campionato cadettoLa torcida granata ha scaldato voci e motori durante la seconda fase di gioco, quando sono arrivate le prime occasioni per gli undici di Ventura, che hanno inquadrato – seppur fallendo – lo specchio della porta avversaria. La nota lieta, in una notte “black” per gli uomini del tecnico granata è rappresentata da un numero. Non un semplice numero. Il numero: diciottomilatre, che tornano a caricare, spingere, cantare, unirsi. Perchè nonostante tutto.. E nonostante una sconfitta – che certamente pesa – “Che bello è…” stare insieme. E perché se il “paradiso fosse sold-out” probabilmente avrebbe gli occhi di un bambino abbracciato al suo papà con lo sguardo rivolto in alto, meravigliato nel guardare diciottomilatre sciarpe al vento, di colore granata, tra gli applausi scroscianti e le emozionanti luci di notte di un caloroso stadio Arechi di Salerno.

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